martedì 31 luglio 2007

lucky man

ma quando uno sogna i numeri del lotto sogna proprio i numeri oppure sogna delle cose tipo alberi, case, serpenti, che poi vanno interpretati come simboli che stanno per i numeri?
Io non ho mai sognato i numeri del lotto. Per fortuna. Non dev'essere molto divertente sognare un 3. Figuriamoci un 72 o un 64. Comunque credo che i numeri del lotto siano uguali agli altri numeri, tipo quelli del telefono o del codice postale. CIoè, il 2 rimane sempre un 2, poi vedi te se usarlo per una telefonata o se giocarlo sulla ruota di bari.
Però magari non si sogna proprio il numero. Magari si sognano delle persone che ti dicono un numero. Il problema è che non sai mai se il sogno è attendibile oppure se è tutta colpa della polenta che hai mangiato prima di andare a dormire.
E se invece si trattasse di semplici sogni "normali" che poi devono essere interpretati, la cosa non mi sembrerebbe molto conveniente, perchè dovrei sborsare migliaia di euro a qualche maga di telesettelaghi o odeon per farmeli interpretare , per vincere poi magari 50 euro. Senza considerare il fatto che dovrei raccontare alla maga di telesettelaghi i miei sogni, che sono anche un po' affari miei.
Una cosa che non riesco proprio a capire di questo ridicolo e pietoso Paese in cui vivo è la questione dei vari maghi, maghetti, magonzi, cartomanti, veggenti. Tu alla sera, per esempio quando c'è la pausa pubblicitaria a Lucignolo e proprio non riesci a trovare Mike Bongiorno su nessun canale, prendi il telecomando e giri su una qualsiasi televisioncina privata, magari di quelle che guardano solo i parenti di chi ci compare. Bene, allora trovi quello che mette giù le carte su un tavolo come al "Solitario" (anzi, probabilmente è propri il Solitario!) e ti dice se domani muori oppure no (però tranquilli, quasi sempre dice no); quello che fa dondolare un dente di suo zio e ti dice se nel 1978 tua moglie ti ha messo le corna oppure no (e qui forse vi dovreste preoccupare un po'); quello che scarabocchia qualcosa su un foglio (probabilmente la lista della sua spesa) e poi ti dice se nella vita precedente tu eri una pantegana cinese o un leone africano. Tu intanto paghi la telefonata, loro intanto ti dicono di andare nel loro studio dove si può parlare con più calma.
Poi a un certo punto saltano fuori gli scandali perchè si scopre che "in realtà" questi magonzoli erano dei truffatori! Ma come "in realtà"!? Perchè prima non si capiva? Cioè uno ti dice: "chiamami, cosa solo 2euro al minuto più iva, e io con molta calma ti dico se domani avrai l'aumento di stipendio", e uno pensa che sia tutto normale?
Un'altra cosa che non riesco a capire è quella dei "tuoi" numeri del lotto. Coè, non è che non capisco questa cosa, perchè non c'è niente da capire. Non capisco il fatto che la gente non riesca a capire! Ci sono queste trasmissioni, persino sulla rai (beh, siamo in Italia, che volete?) in cui tu telefoni e c'è il magonzolo di turno che ti chiede quando sei nato e che gusto del gelato ti piace, e poi fa un'operazione matematica complicatissima (ancora più delle addizioni!) e ti dice che i tuoi numeri fortunati sono 12 27 71. Allora tu vai e li giochi al lotto, perchè se sono i "tuoi" numeri ti porteranno per forza fortuna. Mentre sei in coda incontri la massaia che abita sotto casa tua che sta giocando i "suoi" numeri fortunati, che ovviamente non sono gli stessi tuoi (per forza, sono "suoi"). Allora ti accorgi che ognuno ha i propri numeri, tutti diversi da quelli degli altri, e inizi a renderti conto che forse la storia dei numeri "fortunati" potrebbe aver senso solo se ci fosse un'estrazione del lotto diversa per ciascun giocatore. Ma siccome l'estrazione è una sola, i numeri fortunati davvero "fortunati" sono quelli di una persona sola, non di tutte. Ma allora non c'era mica bisogno del magonzolo perchè qualcuno vincesse. Però se il magonzolo è un pochetto furbo dà ovviamente numeri diversi a ciascun giocatore, così sta sicuro che nel mucchio qualcosa becca. Poi quello che vince e che ancora non ha capito telefona al maganzolo per ringraziarlo dei numeri fortunati, e il magonzolo fa quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così che abbiamo noi che ve l'avevamo detto...
va beh, vado a bermi una birra, che è una delle poche cose di cui ci si può ancora fidare...

lunedì 30 luglio 2007

boh..

stasera non scrivo niente in questo blog perchè sono stanco, ho sonno e non ho niente da dire.
Sono tre buoni motivi. Qualcuno potrebbe pensare che in realtà sono due buoni motivi, perchè "sono stanco" e "ho sonno" possono sembrare la stessa cosa. Invece no, perchè è vero che se si ha sonno allora si è stanchi, ma si può essere stanchi senza aver sonno. Provate a chiedere a uno che ha appena finito la maratona se ha sonno. Secondo me no.
Forse sono stanco perchè oggi c'era questo vento che soffiava forte forte. Così: ffffffffffffffffff, fffffffffffffffffffffffffffffff, ffffffffffffffffffff.... (il vento quando soffia dice "f", ci avete mai fatto caso?) Ma è vero che il vento stanca? Così dicono, ma per me è una cavolata. E poi comunque sono stato in casa tutto il giorno, cosa mi cambia se fuori c'è vento o il sole o nevica? Però mi sa che è il caso che stia sull'attenti: questo mi sembra proprio il vento di Mary Poppins, perchè soffia davvero forte e spazza via tutto quanto. Magari arriva, devo prepararmi! Anche se con questo buio è difficile distinguere un ombrellino su nel cielo. Speriamo che aspetti almeno domani mattina.
Siccome non avevo niente da dire, non ho detto niente. Sono stato coerente. E ho mantenuto la promessa. Ma forse non l'avevo promesso, l'avevo solo detto. Non so, non mi ricordo. Dovrei andare a rileggermi l'inizio di questo post, ma è troppo in alto, mi passa la voglia.
Vado a nanna. Spero di dormire. Se non dormo torno a scrivere qualcosa qui.
Magari ci si vede dopo. Magari no.
In ogni caso buonanotte. Se sognate dei numeri del lotto, per cortesia, passate parola.

domenica 29 luglio 2007

quella cosa là

Il motivo per cui faccio tanta fatica a usare questa parola, "felicità", è che non la capisco. Se la felicità è una cosa soggettiva, un modo personale di vivere le situazioni, allora per ciascuna persona "felicità" deve avere un significato diverso. E allora con "felicità" io potrei intendere qualcosa che nessun altro capirebbe.
E infatti credo sia così. Prima ho detto che sono felice, ma nessuno sa davvero cosa voglia dire per me adesso essere felice.
Da sempre ti insegnano che devi stare attento a non confondere la "felicità" con il semplice "essere contento", oppure la felicità con il semplice "piacere". E poi ti spiegano che essere contenti significa questo e quest'altro, mentre la felicità è quell'altra cosa là, più grande, diversa, lassù in cima. E poi che il piacere significa questo e quest'altro, ma la felicità no, la felicità è ancora quell'altra cosa là (quella di prima). Io di questi discorsi ho sempre capito la prima parte, ma "quell'altra cosa là" no, non l'ho mai capita.
Non riesco proprio a vedere dove, in fin dei conti, stia la differenza.
Allora mi sono detto che per evitare confusioni questa strana parola sarebbe stato meglio non usarla troppo spesso. Infatti non la uso praticamente mai.
Però a volte, se penso a certe situazioni, a certi momenti che ho vissuto, e se mi chiedo cosa ho provato, come mi sono sentito in quei momenti, e poi anche come mi sento adesso che ci ripenso, mi sembra davvero che "contentezza" e "piacere" non siano abbastanza. E allora mi sembra di dover andare a tirar fuori proprio quello parolina là.
Felicità.
Come ho fatto oggi, nel post qui sotto.
Forse che bastava davvero soltanto vedere un po' di felicità sul volto di qualcun altro per iniziare a capire quello che con tante parole non sono mai riusciti a farmi capire?
Forse che il segreto di tutto è semplicemente quello di guardare le altre persone e aspettare che spunti un sorriso propro là dove desideravi che spuntasse?
Chissà, forse all'alba dei 26 anni inizio a capire qualcosa di importante.
Meglio tardi che mai. Mi tornerà utile quando sarò grande.
Buonanotte a tutti. E l'augurio di specchiarvi ogni giorno nei sorrisi delle persone a cui volete bene.

felicità è...

Tornato a casa alle cinque del mattino. A fatica, ma tornato. Leggermente piegato verso destra, per reggermi sulla leva del cambio, ma tornato. Con quell'impulso a restituire al mondo un po' di alcool ingurgitato, ma tornato.
Adesso:
Mal di testa.
Torcicollo (!?).
Stomaco in sciopero.
Mal di gambe (!?).
In una parola: Felice.
Parola impegnativa, io non la uso mai. Però stavolta sì:felice.
Felicità rubata, o forse semplicemente regalatami. Ma pur sempre felicità.
Felicità è vedere felici le persone che si meritano di essere felici. Le persone che si vorrebbe siano felici. E bere questa loro felicità. Ubriacarsi della loro felicità. Finchè non diventa anche un po' tua.
C'è qualcosa di più importante? C'è qualche altro modo di essere felici, se non specchiarsi nella felicità delle persone che si considerano importanti?

venerdì 27 luglio 2007

vicini

stamattina sono stato svegliato dal soave suono dei cani del mio vicino che abbaiavano come degli indemoniati. Alcuni si svegliano al canto del gallo, io mi sveglio all'abbaiare dei cani. Forse però dovrei essere contento, visto che il gallo canta molto prima che i cani abbaino.
Io adoro gli animali, persino quelli umani. Però stamattina ho avuto l'impulso cieco di prendere il mio fucile e di sparare una raffica di colpi a quelle bestiole. Intendo i miei vicini, non i cani (che in fondo quando abbaiano fanno il loro mestiere). Per fortuna io non ho un "mio fucile".
Adesso comunque hanno smesso di abbiare. Giusto il tempo di svegliarmi e buttarmi giù dal letto, come al solito, poi fino a stasera non li si sente più.
Ma non potevano prendersi dei gatti i miei vicini?
Anzi, non potevano non essere miei vicini i miei vicini? Per esempio comprarsi una casa da un'altra parte, o continuare a vivere in casa dei loro genitori...
se andate a vivere da soli, per favore, non diventate mai dei vicini di casa, perchè in quel momento state sicuri che ci sarà qualcuno che vi starà odiando.
Siccome stamattina sono arrabbiato, non vi auguro nemmeno buona giornata. Arrangiatevi. (a meno che non siate degli angioletti, perchè allora sì: buona giornata!)

giovedì 26 luglio 2007

limiti

Io ti amo
poesia di Stefano Benni

Io ti amo
e se non ti basta
ruberò le stelle al cielo
per farne ghirlanda
e il cielo vuoto
non si lamenterà di ciò che ha perso
che la tua bellezza sola
riempira l'universo
Io ti amo
e se non ti basta
vuoterò il mare
e tutte le perle verrò a portare
davanti a te
e il mare non piangerà
di questo sgarbo
che onde a mille, e sirene
non hanno l'incanto
di un tuo solo sguardo
Io ti amo
e se non ti basta
solleverò i vulcani
e il loro fuoco metterò
nelle tue mani, e sara ghiaccio
per il bruciare delle mie passioni
Io ti amo
e se non ti basta
anche le nuvole catturerò
e te le porterò domate
e su te piover dovranno
quando d'estate
per il caldo non dormi
E se non ti basta
perché il tempo si fermi
fermerò i pianeti in volo
e se non ti basta
vaffanculo

punto della situazione

Dunque, vediamo se c'è tutto:
stanchezza - ok.
nervoso - ok.
un pizzico di tristezza - sì, è qui.
cani del vicino che abbaiano - ok.
occhi gonfi - certo, ci sono.
scappa la pipì - ok.
voglia di insultare il primo che passa - sì, anche questa c'è.
Non dovrebbe mancare nulla. Ecco, sono pronto a iniziare un'altra entusiasmante, avvincente, piena di sorprese, giornata! Fatemi sapere come va il mondo là fuori , sotto questo cielo azzurro che non vedrò, tra le rondini che cantano e che non sentirò, in mezzo alla gente con cui non parlerò. Io passerò tutta la giornata a dialogare con un tizio che nemmeno vedrò in faccia, di cui nemmeno sentirò la voce e di cui proverò a capire cosa diavolo sta cercando di dirmi, Insomma, passerò la giornata su un libro. Di cosa parla? Poco importa. Di sicuro non parla di rondini, nè del cielo azzurro. Un pochino parla della gente, anzi, delle persone.
La gente non mi piace.
Le persone invece sì, mi piacciono.
Ma soprattutto io preferisco gli angioletti.
Solo che ce ne sono così pochi al giorno d'oggi.
Buona giornata a me e a tutti gli angioletti che si confondono in mezzo alla gente comune.

martedì 24 luglio 2007

...

che brutte ombre girano stasera. E in questi giorni. Non si vedono nemmeno bene in faccia. Coprono solo la visuale, e offuscano tutto il resto.
Qualcuno è capace di mandarle via?

lunedì 23 luglio 2007

??

avete visto per caso un coniglio passare di qua?
piccolino, marroncino, molto chiacchierone..
gli conviene proprio sbrigarsi a quello lì, che gli ho affidato un compito importante..

missione



"ECCOMI, ECCOMI...STO ARRIVANDO. HO UN MESSAGGIO DA RECAPITARE ENTRO DOMANI MATTINA. SPERO SOLO DI FARE IN TEMPO. CHE IDEA PERO' MANDARE UN CONIGLIO. NON POTEVA FARLO DIRETTAMENTE LUI? O E' TROPPO IMPEGNATO A SCRIVERE STUPIDATE IN QUESTO STUPIDO BLOG?..OPS, SPERO NON MI ABBIA SENTITO. CAPACE DI CANCELLARMI DAL BLOG SE LO FACCIO ARRABBIARE. MI FERMEREI VOLENTIERI A LEGGERE QUALCOSA DI QUELLO CHE HA SCRITTO QUI SOTTO, MA SE NON PORTO IL MESSAGGIO ENTRO DOMANI MATTINA QUELLO Lì MI METTE NEL FORNO CON UN CONTORNO DI PATATE...MA DOVE HO MESSO L'INDIRIZZO? AH Sì, ECCOLO QUI...IO SCAPPO. SE VEDETE IL PADRONE DEL BLOG DITEGLI CHE STO FACENDO PIU' IN FRETTA CHE POSSO. CIAO A TUTTI!"

domenica 22 luglio 2007

acquavita

C'è un uomo in mezzo al deserto. Siccome il deserto è grande, e l'uomo invece è un uomo, non c'è molta differenza fra quell'uomo e uno qualsiasi dei granelli di sabbia su cui poggia i piedi. Quando due cose sono così smisuratamente piccole, poco importa che una delle due sia più grande dell'altra. Poco importa che una sia un uomo e l'altra un granello di sabbia. In mezzo al deserto, un uomo vale quanto un granello di sabbia, cioè niente.
Se ci fosse anche solo un po' d'acqua, per esempio, allora avrebbe già qualche senso essere un uomo, perchè ci sarebbe qualcosa che rende uomo un uomo e granello di sabbia un granello di sabbia, qualcosa che traccia una piccola differenza. Qualcosa come "bere", sentire l'acqua che scende, aver sete e venire dissetati. Forse è semplicemente questo che significa iniziare a "vivere".
Nel deserto in effetti c'è dell'acqua, a volte. Ben nascosta, è vero. E non sempre si trova, anche questo è vero. Però c'è. E siccome si è nel deserto, l'acqua vale molto di più dell'oro.
Ad alcune persone capita di trovare l'acqua nel deserto. Per questo sono persone. Per questo diventano "qualcuno", e non rimangono semplici granelli di sabbia che si confondono in mezzo a tutti gli altri granelli di cui è fatto il deserto. E' solo l'acqua che troviamo nel deserto che ci rende quello che siamo. Persone. Cose che hanno sete, cose che cercano l'acqua, cose che si dissetano. Cose che sentono. Che vivono. Che.
Cosa sia questa acqua, però, non lo si può sapere adesso. Non si sa che forma abbia, come la si debba cercare, o quando. Non si sa se arriverà giù dal cielo o su dalla terra. Lo si scopre solo dopo che la si è trovata. Sempre che si riesca a trovarla.
A volte può essere una semplice pozzanghera, che viene presto riassorbita dal torrido caldo del deserto. A volte è un vero e proprio fiume in piena che ti travolge. A volte è un mare calmo che ti culla, o una pioggia che ti opprime, un temporale che speri solo passi presto. In ogni caso, quest'acqua è l'unico modo che si ha per riuscire a vivere. O a sopravvivere. O a rinascere.
Sì, l'acqua è quella cosa che ti fa venire sete, prima di dissetarti. C'è qualcos'altro che si possa chiamare vivere, se non aver sete e venire dissetati?
Non lo so bene come funziona. So solo che ci sono delle persone che sono dei granellini di sabbia del deserto, e che ci sono delle altre persone che sono come l'acqua fresca che disseta quei granellini e li rende qualcuno.

sabato 21 luglio 2007

grilli

questa è un'altra notte di grilli, là fuori, attraverso le finestre, qui nella mia stanza. Finchè si sentono i grilli vuol dire che è ancora estate. Non lo so se di giorno c'è troppo rumore per poterli sentire, o se effettivamente cantano solo di notte. Passando in bicicletta di fianco a certi prati, sul tardo pomeriggio, si sentono fortissimo. Però qui fuori dalla mia finestra li sento solo di notte. Di giorno tacciono, forse dormono, forse sono altrove.
Quello dei grilli è uno dei suoni più strani che conosca. Il suono di due grilli è uguale al suono di mille. Si sente distintamente il suono di ciascun grillo, e allo stesso tempo si sente un unico suono che li contiene tutti. E' un suono che vibra ed è piatto insieme. Ininterrotto ma pieno di tante piccole pause al suo interno.
Non lo so cosa facciano i grilli mentre se ne stanno lì a fare questo suono. Non credo che questo suono sia tutto il loro mestiere.. perchè se così fosse vorrebbe dire che sono lì a cantare per me adesso. E invece probabilmente non sanno nemmeno che io li sto ascoltando. Fanno la loro vita in piccolo, e io faccio la mia, nemmeno tanto in grande..
...però voi non avete idea di quanto sia bello addormentarsi così..quasi come uno di quegli abbracci che conosco io..
buonanotte

venerdì 20 luglio 2007

epilogo del racconto


Ecco, lo vedete il campanile laggiù in fondo? Se cliccate sulla foto lo si vede meglio. C'è per caso qualche stella lì sopra? Io non ne vedo. E sul lago? Nemmeno. E' perchè si è spostata, ed è venuta fin qui. Da quella panchina l'ho vista benissimo. Benissimo. Ma io già lo sapevo.

movimenti

Allora è successa questa cosa un po' strana. C'era questa stella su nel cielo. Sì, ovvio, se è una stella era per forza su nel cielo. Ovvio.
Comunque c'era questa stella. Proprio sopra il lago. Grossa. Luminosa. Sopra il lago. Sì, l'ho già detto.
Poi dopo un po' c'era ancora questa stella. La stessa di prima, intendo. Grossa. Luminosa. Sopra il campanile là in fondo. Sì, l'ho già detto. Anzi no, non l'avevo detto. Ora lo dico: la stella era andata sopra il campanile.
Insomma, a me sembrava proprio si fosse spostata. Ora magari a uno un po' più sveglio la cosa non avrebbe fatto un grande effetto. A me invece sì.
Allora ho chiesto: " ma non si è spostata quella stella?". - "Sì, e allora?" mi ha risposto. " ma come è possibile?", domando.- "Se la Terra gira, ovvio che a te sembra che la stella si sposti", mi dice.
Sì, in effetti è ovvio, credo. Solo che io avevo in mente delle cose come "cielo delle stelle fisse", o roba del genere. Insomma, io pensavo che la storia del sole che sorge ma in realtà non "sorge" perchè è la Terra che gira ecc. valesse solo per il sole (e in effetti, se la si mette in questi termini, la "storia del sole" vale solo per il sole. Ma insomma, ci siamo capiti). E che le stelle fossero delle cose così lontane che occupavano sempre lo stesso posto nel cielo per noi che le guardiamo.
E invece questa sera ho imparato che anche le stelle si muovono. Lo giuro, si "spostano" davvero. Alcune fanno anche altre cose, ma non le stelle del cielo. Le stelle del cielo si muovono e basta. Le altre invece non solo si muovono, ma a volte ti vengono anche incontro, e si appoggiano piano, quasi senza far rumore. E poi, siccome sono stelle, non possono fare nient'altro se non illuminare. Così quando si vede una stella nel cielo che si è spostata ci si dovrebbe chiedere se per caso non sia proprio una di quelle che continuerà a muoversi finchè non arriverà qui, addosso a noi, vicino a noi. A volte capita. Infatti adesso quella stella che io ho visto spostarsi sopra il campanile non c'è più nel cielo, perchè dev'essere arrivata fin qui. Provate a guardare sopra il campanile se non ci credete, e ditemi se in questo momento vedete una stella. No? Allora ho ragione io, si è spostata fino a qui. Io me ne ero già accorto stasera.
Allora ho chiesto: "ma non si sarà mica spostata fin qui quella stella?". E non ho nemmeno avuto bisogno che mi rispondesse per accorgermi che sì, era proprio così.
Fine del racconto. Liberamente ispirato a una storia vera. Piccola storia, sì, però "vera".
Buonanotte a tutti quelli che in questo racconto ci credono.

giovedì 19 luglio 2007

inviti

ho sentito alla televisione che "vaffanculo" non è più reato. Non ho capito bene chi l'ha stabilito, un giudice o qualcosa del genere. Cioè, se tu vedi uno e gli dici: "ehi, uno, vaffanculo", questo non ti può più denunciare, perchè non è un'offesa. A dire la verità non ho mai preso in considerazione l'idea che qualcuno mi potesse denunciare per il fatto che l'ho mandato a fanculo. E non conosco nemmeno nessuno che ha denunciato qualcuno per questo motivo.
Io per lo più "vaffanculo" lo dico quando sono in macchina, perchè sono sicuro che l'altro non mi può sentire e non mi può rispondere. E' più facile così. Quando mandi a fanculo uno che non hai di fronte e non ti può rifilare un cazzotto sui denti l'hai sempre vinta tu. Bello, no?
Però, anche se non è un'offesa, "vaffanculo" resta sempre una parolaccia, secondo me. Cioè, quando uno ha dei bimbi, dovrebbe insegnargli lo stesso a non dire "vaffanculo", anche se nessuno li può più denunciare. E' una parola che non si dovrebbe dire. Anche perchè tanto poi la gente che va a fanculo torna sempre indietro. Non è un caso che molti ci vengono mandati più di una volta.
In effetti, a voler essere precisi, quando hai detto "vaffanculo" a uno, non puoi più dirglielo una seconda volta, perchè non avrebbe senso: ci è già andato. Al limite dovresti dirgli "resta a fanculo", però è una cosa che non viene molto spontanea, perchè credo sia proprio l'andarci che conta.
Comunque a me non interessa cosa ha detto il giudice. Io non voglio che la gente dica le parolacce alle altre persone (a parte quando si è in macchina). Per favore, adesso che sapete che non vi posso più denunciare, non mandatemi a fanculo. Se qualcuno vuole farsi mandare da me ben venga, io sono sempre disponibile per queste cose. Ma io, se siete d'accordo, preferirei rimanere qui.
Buonanotte. Mi si perdoni se questo post è stato un po' volgare. Però dai, quante storie, era solo una parolaccia fra virgolette...fosse tutta così la volgarità!

martedì 17 luglio 2007

acqua

si fa così: si prende una bicicletta, si pedala, si arriva sul prato in riva al lago, ci si sdraia e si guarda il lago, poi si guarda dall'altra parte del lago, oppure si chiudono gli occhi. Quando si è su un prato in riva al lago e si chiudono gli occhi si vede tutto quanto meglio.
Il lago assomiglia al mare, ma è più piccolo. E questo è importante. Il mare lo si guarda e si pensano cose come: "l'infinito", "la libertà", "l'immensità", e cose così. Tutte senza senso. Il lago invece ti fa pensare a tutte quelle cose, ma più in piccolo, più a portata d'uomo. Il lago lo si guarda e si vede dall'altra parte. E' più sicuro, ti dà la vera dimensione delle cose. E' come se dicesse: c'è un limite, fermati qui, più in là non si capisce.

Al mare si vede così:



Al lago invece si vede così:


Non so perchè sto parlando del lago. Forse per distrarmi. Ci sarebbe dell'altro di cui vorrei parlare. C'entrano le fontane, le stelle e un po' di altre cose. Per le fontane e le stelle (quasi tutte) non ho problemi, ci sono un sacco di parole che potrei usare, per esempio: acqua, cielo, buio, luce, zampilli, notte, pipì. Però per le altre cose non so bene cosa potrei usare. Mi servirebbero parole molto più grandi di quelle che ho. Le parole che ho significano una o al massimo due cose. Troppo poco. Servirebbero parole che io non conosco. Io sono abituato a guardare il lago, non il mare. E se uno è abituato al lago quando si trova davanti il mare può trovarsi all'improvviso a corto di parole. E anche una fontana può essere un mare, lo sapevate?
Questa cosa di cui vorrei parlare è fatta di tutte le parole che non conosco, di tutte le parole che ancora non esistono. Ma che significano molto, e almeno di questo sono sicuro. Sì, significano molto per me, anche se non si riesce a dirle. Ma in fondo se una cosa ha già un significato, a cosa serve una parola per dirla? Sarebbe superflua, no?
Buonanotte a tutti, ma soprattutto a quelli che ci hanno capito qualcosa di questo post.




Commento al post da parte di "anonimo"(lo metto qui perchè nei "commenti" non si riesce a caricare immagini:


VOLEVO SCRIVERE NEL BLOG MA NON ME LO CARICA……VOLEVO SOLO AGGIUNGERE QUESTO COMMENTO



Lo riconosci? Adesso cammina sul lungo lago, lasciandoti il lago sulla sinistra, il sole sta scendendo…
Passeggia ancora un po’…


Sei quasi arrivato…vedi sulla destra c’è una fontana, è bellissima.
Siedi sul bordo, guarda il cielo è pieno di stelle, la senti l’aria fresca e gli zampilli della fontana?

e…. un forte forte abbraccio

mi sembra di essere li…

lunedì 16 luglio 2007

hey, dico a te! sì sì, proprio te

che caldo...oggi sembrava di essere in pieno luglio.
Sapete che c'è gente che mi ha detto che questo blog le piace? Più di una persona, lo giuro! Probabilmente si tratta della stessa gente che sta leggendo adesso. Quindi mi correggo: sapete che questo blog vi piace?. Anzi, non essere esattevolmente così (come diceva il brucaliffo nel cartone di Alice); piuttosto: sapete che mi avete detto che questo blog vi piace? Sì, lo sapete.
Non so perchè me l'avete detto. Ed eventualmente non so perchè vi piace. Forse perchè i messaggi che scrivo sono corti e si fa in fretta a leggerli. Forse è per lo sfondo marroncino che ci sta proprio benino. O forse perchè avete bisogno di una scusa per non lavorare!!! Cosa fate ancora qui a leggere??? Avanti, tornate al lavoro! Via, via, non c'è niente da guardare qui! Siete forse pagati per leggere un blog?
Anzi no, dai, state qui ancora un pochino..magari ci guardiamo uno di questi video qui di fianco: c'è il cinema, della musica...se infilate una monetina nel lettore cd e premete il tasto bianco vi escono pure i pop-corn e la coca.
dai, state qui ancora un po', prima scherzavo...non lasciatemi qui tutto solo...sigh..

passare

Questo è il 2007. Il 15 luglio se n'è appena andato. Diceva che aveva da fare, e non sapeva se sarebbe tornato. Secondo me non torna.No, il 15 luglio 2007 non tornerà più. Non so nemmeno dove sia. Ha fatto la stessa fine del 14 novembre 2002 e del 13 agosto 1996.
Fra qualche settimana mi toccherà strappare un altro foglio dal calendario per fare spazio ai giorni nuovi, giusto per non perdere il conto. Peccato, perchè la foto del mese di luglio è proprio bella. Si intona con l'arredamento della stanza. C'è un ippopotamo che se ne sta sott'acqua. Il che potrebbe portare a chiedersi che diavolo di stanza ho. La mia stanza è così: c'è un letto, che io uso per dormire; una scrivania, che io uso per studiare; quattro muri (in realtà di più se si contano tutti gli spigoli), che io uso per appoggiarmi e la mia casa usa per stare in piedi; c'è un armadio, che io uso per tenerci i vestiti; ci sono delle mensole, che io uso per tenerci su dei libri; c'è una finestra, che io uso per fare entrare luce di giorno, fresco di notte, api di pomeriggio. In effetti io uso ogni cosa proprio come andrebbe usata: non dormo sulle mensole, non metto il libri sul letto, non studio nell'armadio. Sì, sono un tipo piuttosto tradizionalista, io. E allora è ovvio che in mezzo a tutto questo un ippopotamo sott'acqua ci sta a meraviglia. Perchè gli ippopotami devono stare per forza sott'acqua, altrimenti sarebbero degli altri animali. Anche loro sono tradizionalisti.
E anche i giorni sono tradizionalisti, perchè da che mondo è mondo non fanno che un'unica semplice cosa: passano. E non ritornano. Vi siete mai imbattuti due volte nello stesso giorno? No? E' perchè quel giorno è passato.
Si tratta solo di capire dove se ne vanno. E se è quello il posto dove andremo anche noi. Io spero di no, perchè onestamente non vorrei imbattermi di nuovo in un 3 agosto 2000 o in un 13 marzo 1993. Però ci sono degli altri giorni che non mi dispiacerebbe riassaporare, per esempio: 9/10 luglio 2007, 15 ottobre 2002, 5 maggio 2002, ecc.
Questo è il 16 luglio 2007, che come al solito passa. Buon 16 luglio 2007 a tutti. Io lo festeggio così: andandomene a nanna.
Buonanotte a tutti quelli che mi conoscono. Però che mi conoscono davvero. Quindi tu no. Tu invece sì.

venerdì 13 luglio 2007

dischi rispolverati / 2

Sono le quattro di mattina, la fine di dicembre,/ ti sto scrivendo solo per sapere se stai meglio./ New York è fredda, ma mi piace dove vivo, / giù in Clinton Street c'è musica tutta la notte./
Ho sentito che stai costruendo la tua piccola casa laggiù nel deserto/, e che non hai niente per cui vivere adesso. Spero che tu abbia ancora qualche ricordo./
E Jane è arrivata qui con una ciocca dei tuoi capelli/ ha detto che l'avevi data a lei /quella notte che avete deciso di lasciarvi. / Vi siete davvero mai lasciati?/

L'ultima volta che ti abbiamo visto sembravi così invecchiato/ il tuo famoso cappotto blu era strappato sulle spalle./Sei stato alla stazione ad aspettare tutti i treni / ma sei tornato a casa da solo, senza la tua Lili Marlene./
E hai offerto alla mia donna solo una scheggia della tua vita, / e quando lei è tornata da me, non era più la donna di nessuno./
E ti vedo, là, con una rosa fra i denti, / solo un altro di quegli esili ladri zingari, / e qui io guardo il risveglio di Jane./ Ti manda i suoi saluti./

E cosa vuoi che ti racconti, fratello mio, mio assassino, /cosa posso mai dirti?/Credo che mi manchi, credo che ti perdono, /sono contento che tu abbia preso il mio posto. / Se mai passerai di qui, per Jane o per me, / sappi che il tuo nemico sta dormendo/ e la sua donna è libera. / E grazie, per le ansie che hai tolto dal suo sguardo, / credevo che fossero lì da sempre, / e così io non ci ho mai provato./
E Jane è arrivata con una ciocca dei tuoi capelli/ha detto l'avevi data a lei/ quella notte che avete deciso di lasciarvi/
Cordialmente
L. Cohen

Leonard Cohen, Famous Blue Raincoat


sbadigli

il mattino ha l'oro in bocca...il mattino ha l'oro in bocca...il mattino ha l'oro in bocca...
chi è che diceva questa frase? Non mi ricordo bene, ma di certo era uno che non si è mai sentito come me stamattina. Io stamattina mi sento così:
Meno male che manca solo un giorno, e poi questa giornata sarà finita.
Ma soprattutto meno male che io ho qualcuno che mi aiuta a rendere giornate come questa più vivibili. Però non posso dire chi è, è un segreto.
Buona giornata, a tutti quelli che riusciranno ad arrivare fino a sera. E anche al mio maghetto segreto.
il mattino ha l'oro in bocca...il mattino ha l'oro in bocca...il mattino ha l'oro in bocca...

giovedì 12 luglio 2007

attese...

Sensazione strana, come un presentimento: questa notte dormirò poco. Non che non abbia sonno, anzi. Ma ho idea che sarà una di quelle notti in cui aspetti, aspetti, aspetti... Senti solo il silenzio, il che vuol dire che sei sveglio. Quando si dorme non si "sente" il silenzio, perchè quando si dorme, semplicemente, non si "sente".
Ci sono tanti motivi per cui qualche volta succede che si va a letto e, invece di addormentarsi, si aspetta. La cosa brutta è che non c'è niente da aspettare. Ma anche se ci fosse non avrebbe importanza, perchè quando non si dorme è solo quest'attesa che si vive.
Così, mentre si aspetta, il tempo si riempie di cose strane. Possono essere cose diverse, a seconda delle persone e dei momenti: agitazione, trepidazione, euforia, lacrime, nervoso, angoscia, contentezza. Io le ho vissute tutte almeno una volta, in tutte le notti in cui, invece di dormire, aspettavo.
E se sarà così anche stanotte, non saprei dire adesso che tipo di attesa sarà. Se guardo alla mia vita, per come è ora, forse ciascuna di quelle cose che ho detto potrebbe farmi compagnia stanotte. Avrei buoni motivi per ognuna di loro. Basterà pensare alle diverse persone che riempiono la mia vita adesso, per esempio, oppure a quello che mi aspetta in futuro: ogni pensiero si porterebbe dietro almeno un buon motivo per non dormire.
Ma invece forse capiterà che appena spengo la luce sprofondo nel sonno. Lo vorrei. E se possibile, vorrei sognare qualcosa che domani mi ricordi. E dovrebbe essere un sogno bello, sì, ma non troppo, altrimenti domani mi sembrerà troppo brutto il mondo reale. Dovrebbe essere un sogno che non mi porti in mondi lontani, in mezzo ad avventure assurde, o tra le nuvole, coccolato dagli angeli. No. Vorrei che fosse un sogno meno sognato, un sogno che parli di cose che esistono qui, un sogno che sia a portata di mano e che sia realizzabile nella vita vera, al di qua del sonno, ma che sia altrettanto meraviglioso e desiderabile dei "bei sogni" che a volte si fanno: vorrei sognare una casa, non un mondo fantastico; e una persona vicino, non gli angeli che mi coccolano; e poi un mestiere che mi faccia essere qualcuno, non avventure al limite dell'impossibile. Sì, vorrei tutto questo. Per stanotte e non solo.
Mi domando solo a chi mai sto chiedendo queste cose...
Buonanotte a tutti. Che lo sia davvero. E un abbraccio a quelle persone che non ho nemmeno bisogno di sognare.

martedì 10 luglio 2007

breve parentesi (pseudo)politica

oggi in Cina è stato giustiziato un funzionario statale che era stato corrotto dalle aziende farmaceutiche. Corruzione: pena di morte.
Contemporaneamente, in Italia 11 parlamentari hanno avuto la faccia tosta di opporsi all'esclusione dal parlamento (non dico alla galera, dico all'esclusione dal parlamento) di Previti, già condannato per corruzione. Corruzione: siedi in Parlmento.
Non avrei mai pensato di arrivare a dire una cosa del genere, ma mi vergogno talmente tanto di essere italiano che un pochino invidio i cinesi. Siamo uno dei Paesi culturalmente più arretrati del mondo. Tra i parlamentari che si sono opposti, tanto per fare un esempio, c'era Elisabetta Gardini (Forza Italia), che fino all'altro ieri faceva la gallina in televisione. Una così viene fatta andare in Parlamento e poi, visto che il cervello è sempre quello di una che ha fatto la gallina in televisione per tutta la vita, le sembra normale difendere il diritto di un delinquente di sedere sulle poltroncine del Parlamento a spese dei contribuenti (così come le era sembrato normale scatenare il finimondo perchè Luxuria era andata nel bagno delle donne invece che in quello degli uomini).
La politica italiana è piena di questa gentucola tirata su dalla televisione e messa a gestire situazioni che nemmeno è in grado di capire.
Io voglio scappare da qui!!!
Comunque non credo che parlerò più di politica qui dentro. Ci sono cose ben più importanti, per fortuna.

padroni

"la presunzione è la nostra malattia naturale e originaria. La più calamitosa e fragile di tutte le creature è l'uomo, e al tempo stesso la più orgogliosa. Essa si sente e si vede collocata qui, in mezzo al fango e allo sterco del mondo, attaccata e inchiodata alla peggiore, alla più morta e putrida parte dell'universo, all'ultimo piano della casa e al più lontano dalla volta celeste, insieme agli animali della peggiore delle tre condizioni (aerea, acquatica, terrestre); e con l'immaginazione va ponendosi al di sopra del cerchio della luna, e mettendosi il cielo sotto i piedi. E' per la vanità di questa stessa immaginazione che egli si eguaglia a Dio, che si attribuisce le prerogative divine, che trasceglie e separa se stesso dalla folla delle altre creature, fa le parti agli animali suoi fratelli e compagni, e distribuisce loro quella porzione di facoltà e di forze che gli piace. Come può egli conoscere con la forza della sua intelligenza i moti interni e segreti degli animali? Da quale confronto fra essi e noi egli deduce quella bestialità che attribuisce loro?
Quando mi trastullo con la mia gatta, chi sa se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei?"
(Montaigne, "Apologia di Raymond Sebond")

abbraccio. forte. e basta

Qualche settimana fa avevo messo fra le "cose che non esistono" la felicità. Non ho cambiato idea. Però mi sono accorto come bastino due braccia che ti stringono a farti sentire come se la felicità esistesse veramente.
La cosa brutta degli abbracci è che a un certo punto finiscono.
La cosa bella degli abbracci è sentire che mentre provi a dare qualcosa, in realtà è molto di più quello che stai ricevendo.
L'importante è non stringere troppo forte, perchè le cose che si abbracciano di solito sono quelle più preziose, e quelle più preziose di solito sono anche quelle più fragili. Non dico che si rompano, però si rischia di soffocarle. L'abbraccio è una cosa più delicata, ed è anche una cosa difficile, perchè bisogna arrivare a sentirlo dentro prima di darlo. A volte si abbracciano le persone anche solo stando loro di fronte, o anche solo pensandole. Sì, l'abbraccio non è semplicemente tenere stretto qualcuno, è tenerlo qui, tenerlo dentro. E' scavare un piccolo rifugio in mezzo a tutto quello che può far male, e poi dire: qui c'è posto per te.
Per esempio, anche in questo momento io sto abbracciando qualcuno.

lunedì 9 luglio 2007

Domenica.
Svegliato.
Alzato.
Mangiato.
Pedalato.
Letto. (nel senso del leggere, non del letto)
Mangiato.
Dormito. (non ancora effettuato)
Domenica.
La domenica in effetti è molto simile al lunedì. La differenza è che tra l' "Alzato" e il "Mangiato" e tra il "Mangiato" e il "Pedalato" al lunedì faccio delle altre cose. Anche il martedì mercoledì giovedì venerdì e (non sempre) il sabato faccio delle altre cose, e quindi sotto questo aspetto sono molto più simili al lunedì che non alla domenica. Ma per il resto la domenica è esattamente come il lunedì o il martedì o ecc., a parte che una è domenica e l'altro è lunedì.
Due sistemi per distinguere la domenica dal lunedì:
- se sul calendario nella data in cui siete c'è scritto "domenica", quella è la domenica. Se c'è scritto "lunedì", quello è lunedì.
- il lunedì siete arrabbiati perchè è lunedì, la domenica siete arrabbiati perchè il giorno dopo è lunedì. Così se si riesce a capire il motivo per cui si è arrabbiati, si riesce anche a capire che giorno è.
Io adesso mi trovo a cavallo fra domenica e lunedì. "A cavallo". E' un'espressione che mi è sempre piaciuta. "Quel tale è vissuto a cavallo fra il XIX e il XX secolo". Non dev'essere facile vivere a cavallo. Se proprio si deve vivere fra due secoli (come è capitato a me), meglio non farlo a cavallo.
Comunque, dicevo, adesso sono a cavallo fra domenica e lunedì. Quindi non so bene per che motivo devo essere arrabbiato, perchè in effetti non è più domenica e non è ancora lunedì. Quasi quasi ne approfitto per essere un po' contento, visto che quando sarà davvero lunedì non potrò più farlo.
Sì, me ne vado a nanna contento stanotte, sospeso fra il "non più " e il "non ancora". E' una cosa strana...solo di notte si riesce a essere sospesi fra il non più e il non ancora...sarà forse questo il segreto della notte, quello che tutti cercano nella notte? Un rifugio dal tempo che scorre, dall'adesso..non più ieri, non ancora domani. La notte. Sì, dev'essere questo.
Buonanotte a tutti, tranne a quelli a cui non piace Mary Poppins.

venerdì 6 luglio 2007

buongiorno


Buongiorno! coraggio, AL LAVORO!
inizia la giornata..ci avrei scommesso. Sono 26 anni che le giornate iniziano! E ho il forte sospetto che succederà anche domani!!

Buona giornata a tutti quelli che stamattina si sono imbattuti in qualche scala mobile guasta (esperienza orriible!)

giovedì 5 luglio 2007

tu bì or not tu bì?

Mettiamo che uno, a un certo punto, nasce. A volte succede. Io per esempio una volta sono nato, anche se non mi ricordo bene come è andata.
Però mettiamo che uno invece non nasce. Questo succede molto più spesso. Per esempio, pensate a un tizio immaginario qualsiasi. Ma deve essere "immaginario", è importante. Ecco, quello è uno che non è nato. Quindi siccome si possono immaginare un'infinità di tizi, quelli non nati sono molti di più di quelli nati. Allora se voi almeno una volta siete nati già avete avuto un culo pazzesco. (ops, scusate...si può dire "culo" in televisione?). C'era una probabilità su infinite, cioè una probabilità tendente a zero .Questa lo dico solo per darmi un tono, in realtà è una delle tre cose di matematica che mi ricordo dal liceo; le altre due sono "il teorema di Lagrange" (intendo solo il nome, non il contenuto del teorema) e la tabellina del quattro.
Comunque, dicevamo, se almeno una volta siete nati già vi è andata bene.
Però qui sorgono dei problemi, per esempio: se voi non nascevate, eravate lo stesso "voi"? Voglio dire: se dico di qualcuno che "è nato", ci dev'essere già "qualcuno", di cui poi posso dire che è nato, no? Ma se c'è già prima che io possa dire che è nato, allora c'è independentemente dal fatto che è nato o non è nato, no? Così dovrebbe esistere anche uno che non è nato, visto che lo posso nominare prima di dire se è nato o no, giusto? No, in realtà non è giusto, perchè il problema è che spesso le parole ci fregano. Però per esempio è così che ci fanno credere che Dio esiste. Dio esiste? Non lo so. Magari no. Però anche se non esiste è sempre Dio, no? "Dio non esiste". Va beh, si vede che farà qualcos'altro, ma è pur sempre Dio. Dio non esiste, quindi esiste, altrimenti come fa a non esistere?
Altro problema: se invece di nascere il giorno in cui siete nati, nascevate il giorno dopo, eravate lo stesso "voi"? O eravate qualcun altro? Magari il vostro fratello o sorella? O un altro ancora?
Mah, a volte quando non ho proprio niente a cui pensare mi metto a farmi queste domande. Non che abbiano molto senso, d'altra parte. Ma uno dovrà pur inventarsi qualcosa mentre aspetta che gli vien sonno, no?
Solo che adesso vado a dormire con il dubbio che magari io in realtà sono mio fratello. O, peggio, che in realtà mio fratello è me. Se pensate che non ho fratelli, la cosa è piuttosto inquietante. Ma mi chiedo se, nel caso non fossi nato, ci sarebbe qualcuno adesso qui a scrivere su un blog che io potrei essere il suo fratello che non esiste, o che lui potrebbe essere me.
Ad ogni modo, sia come sia, tra esistere e non esistere direi che è ancora meglio esistere, perchè se uno non esistesse non potrebbe nemmeno bersi una birra, e se uno oltre a non esistere deve anche rinunciare a una birra cosa gli rimane? Dev'essere veramente una noia non esistere...
Buonanotte a tutti quelli che non esistono, e anche a quelli che esistono poco...

martedì 3 luglio 2007

questione di vento


Quando ero piccolo adoravo Mary Poppins. Anche adesso adoro Mary Poppins, perchè io un pochino sono cambiato, è vero, ma lei è rimasta sempre uguale. E quando una è come Mary Poppins non puoi non adorarla.
"Mary Poppins" è un film strano. Un po' cupo, un po' allegro, molto malinconico, a tratti inquietante (su youtube c'è un video divertente di Mary Poppins in versione "scary", fatto con scene autentiche prese dal film: http://www.youtube.com/watch?v=2T5_0AGdFic).
Però lei, Mary Poppins, affronta tutto allo stesso modo: trasmette sicurezza, sorride, è decisa, è dolce. E' a suo agio ovunque: in mezzo alle nuvole, sopra i tetti di Londra, nella polvere dei camini, in un quadro di cartoni animati. Mette forza e leggerezza dappertutto. Intendo forza e leggerezza insieme. E forza e leggerezza sono due cose che è difficile far stare insieme. Bisogna essere come Mary Poppins, ma per noi che non siamo venuti giù dal cielo è quasi impossibile.
Quando ero piccolo non ho mai avuto una baby sitter come Mary Poppins. Però è sicuro che quando sarò grande sposerò una donna come Mary Poppins. Non è difficile. Basta guardare il cielo e aspettare che arrivi con il suo ombrellino. Perchè prima o poi Mary Poppins arriva, lo sanno tutti. Allora, come nel film, ci sarà un vento fortissimo, e tutte le cose intorno verranno spazzate via. Poi lei mi prenderà per mano e mi porterà dentro a un quadro tutto colorato, pieno di prati verdi e di fiumi e di laghi. Mi sentirò come un bambino che è al sicuro da tutto quanto.
Bisogna solo aspettare che cambi un po' il vento, che soffi nel modo giusto. Ma non si può sapere quando sarà. Il vento non è mica una cosa che si può prevedere come il sole o la pioggia. A un certo punto arriva e scombussola tutto. L'importante è essere pronti, e ricordarsi sempre di dare una sbirciatina su fra le nuvole, per vedere se si scorge qualcosa in lontananza.
Anzi, adesso che vado a dormire lascio appena appena aperta la finestra. Chissà che magari proprio stanotte non arrivi...ma non c'è fretta. Io sono sempre qui ad aspettare. Magari sarà domani.
Buonanotte. Se vedete Mary Poppins ditele che sono qui. E che mi manca.

lunedì 2 luglio 2007

grazie







sonno...sonno sonno sonno sonno sonno.
Sonno.
Cose da fare quando si ha sonno: mettersi a letto, dormire.
Cose da evitare quando si ha sonno: guidare un aeroplano, camminare su una fune sopra un burrone, studiare filosofia, giocare a shangai, ascoltare Baglioni (il che fra l'altro rientra anche nelle cose da evitare quando non si ha sonno)
Quando sono stanco mi viene da essere triste. Perchè è più facile. Essere tristi è meno impegnativo, non ci vuole nessuno sforzo. La cosa difficile è essere contenti, ma per essere contenti bisogna averne la forza.
A volte capita però che sono contento anche quando sono stanco. Non per merito mio , ovviamente. Quando sono stanco ci vuole qualche altra persona per farmi diventare contento, altrimenti se dipendesse da me resterei comodo comodo, triste triste. Stasera una persona ci è riuscita. Non so bene come, ma ce l'ha fatta. Così adesso sono stanco e contento allo stesso tempo. E senza nemmeno aver fatto fatica. Comoda la vita, quando si conoscono persone così., vero? Sì, vero. Come vincere alla lotteria. Il primo premio. Quello più prezioso di tutti.
Quando sono contento lo si capisce, perchè parlo da solo. Veramente? Sì, veramente.
Allora buonanotte. Grazie, buonanotte.
Grazie. Prego.
Non dicevo a te. E a chi allora?
A un'altra persona. Chi è?
Non importa, lei lo sa.

domenica 1 luglio 2007

domenica

Domani è lunedì. La gente lo odia. Posso capirlo.
Io però non lo odio poi tanto. Forse è perchè non amo poi tanto la domenica.
A parte i 40 km in bicicletta di stamattina (esperienza che non auguro a nessuno, soprattutto se ti buttano giù dal letto alle 7,30 per farli), questa domenica l'ho passata a leggere, sonnecchiare e guardare il soffitto. Ma più a sonnecchiare che a leggere. E più a guardare il soffitto che a sonnecchiare. In effetti non mi riesce tanto semplice dormire di pomeriggio,anche quando ho sonno. Non so perchè. Ho pure provato a spostare le lancette dell'orologio sulle 11, ma in fondo in fondo lo sapevo che era un imbroglio. Ovvio: per imbrogliare una persona ci vuole un'altra persona. Difficile fare tutto da solo.
Cose che non ho fatto questa domenica: passeggiata al parco, passeggiata in riva al lago, gita in montagna, pic nic in campagna, visita culturale a musei/monumenti/ chiese, volontariato, impegno in parrocchia, gita fuoriporta (già ci abito, fuoriporta), cura dell'orto, ridipingere un nanetto da giardino, coltivare nuovi hobby (pardon: hobbies), intrattenere relazioni interpersonali, aprirmi al mondo, respirare la gioia, immergermi nella fratellanza, condividere esperienze, lustrare le scarpe.
Non ho fatto un beatissimo nulla.
Adesso me ne vado a nanna, che non ho nemmeno bisogno di imbrogliarmi.
Buonanotte a tutti, tranne a quelli con le doppie punte.

dischi rispolverati

"se avessi un solo desiderio in questo mondo abbandonato da dio, ragazzi,/
sarebbe questo: che i vostri sbagli fossero solo i vostri/
e che i vostri peccati fossero solo i vostri."

(Bruce Springsteen, Long Time Comin')