Ho tirato fuori il valigione dall'armadio stamattina. Adesso è lì sul pavimento, vuoto, ma con le fauci aperte. Vuole essere riempito, credo. Quando sarà pieno, allora sarà ora di partire.
Credo che si aspetti dei vestiti, più che altro. Le valigie sono golose di vestiti (ma forse è solo perchè ci sono abituate). A volte si riempiono così tanto di vestiti che poi non riescono più a richiudere la bocca.
La lascerò lì ancora un po' comunque. Devo ancora preparare tutto quanto, ma c'è ancora un po' di tempo, e adesso non ho voglia di cominciare. In fondo preparare una valigia per un periodo di tre mesi è come prepararla per due settimane.
La valiga è una, però poi c'è sempre il famoso "bagaglio a mano". A me questo concetto di "bagaglio a mano" è sempre risultato un po' oscuro. Deve essere poco più di una borsa o di uno zaino, in teoria. E soprattutto deve essere "uno". Però regolarmente in aeroporto trovi quelli che come bagaglio a mano hanno praticamente un'altra valigia. A volte quella più un'altra borsa. Si vede che hanno più mani.
Nel bagaglio a mano è meglio metterci le cose indispensabili che assolutamente non vuoi che vengano perse in aeroporto: medicine, un ricambio almeno, statuetta gabbiano, portatile, ricordi.
Devo anche comprare un piccolo vocabolario inglese-italiano, così se trovo dei quadrifogli li posso mettere dentro a farli seccare.
Adesso però non ci voglio pensare, non ho nemmeno tempo. Devo andare a far finta di non essere uno che tra qualche giorno parte. Che noia però, sempre questa casa...
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