lunedì 22 dicembre 2008
santo stefano
Quest'anno preferirei davvero che Natale non arrivasse. Il Natale dovrebbe avere un valore simbolico per tutti quelli che hanno delle speranze per il futuro. Le sorprese da aprire, le giornate che iniziano ad allungarsi, Gesù che nasce, e via dicendo. Ma siccome il futuro è per definizione sempre un po' peggiore del presente, sarebbe di gran lunga meglio dimenticarsi del Natale e tirar dritto. C'è il rischio che qualcuno, preso dal clima Natalizio e da quel po' di spiritualità messa in saldo, possa per un istante pensare che il futuro sarà migliore, e non voglio immaginare quanto sarà brutto per lui risvegliarsi il 26 mattina. Del Natale allora direi che vale la pena godersi tutto quello che ragionevolmente ci si può aspettare di godere, e quindi rifugiarsi nel tanto denigrato aspetto materiale dei regali e dei pranzi. Una felicità più facile e più breve, ma senza troppe pretese e quindi più autentica. Tutto quello che non è panettone e regali è inutile e falso, parole senza significato. E io incomincerei anche a diffidare delle persone che ti fanno i regali. Sicuramente i sentimenti di chi ti fa i regali durano meno di quanto duri la sorpresa, tanto vale aggrapparsi a quel pacchetto che perlomeno è solido, concreto e non costa nulla.
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