lunedì 15 dicembre 2008

pallone d'oro

Da oggi siamo ufficialmente entrati nel periodo dei bilanci di fine anno. Uno si deve chiedere "che anno è stato?" e poi darsi una risposta, come da Marzullo.
In effetti, è improbabile che le ultime due settimane possano cambiare qualcosa, tanto vale iniziare adesso a fare quattro conti. E' come per il pallone d'oro, che a novembre hanno già deciso chi lo vince, senza aspettare quello che succede a dicembre.
Dunque, bilanci di fine anno, parte prima.
La prossima volta che mi capita un 2008 come questo io non gioco più. Lo dico subito così dopo non ci sono discussioni. Ecco, come bilancio potrei fermarmi qui, ma preferisco dilungarmi un po' di più sui dettagli e analizzare i singoli aspetti che hanno reso questo 2008 tristemente indimenticabile. Fortunatamente, non sempre faccio quello che preferisco, quindi con il bilancio mi fermo qui.
Capitolo secondo, aspettative per il 2009. Andare in palestra. Fare un giro nel corridoio della palestra e poi scappare via al pù presto. Diventare famoso, in qualunque modo, tranne quelli che comportano la galera o la morte. Diventare un gatto. Coi baffi, la coda e tutto il resto. Ritornare al 2007, o comunque fare ritornare tutto esattamente come era nel 2007. Tutto. Ogni piccolo minuto di ogni giorno. Non voglio andare avanti, non voglio guardare avanti, non voglio pensare al futuro. Voglio tornare indietro, io voglio vivere nel passato. Nel mio passato. Non capisco che bisogno ci fosse di cambiare tutto quanto. E infatti io non ho cambiato niente, sono le cose che sono cambiate da sole davanti a me senza che io potessi farci niente.
Ma magari un giorno o l'altro il 2007 torna, magari travestito da qualcos'altro. Ma non importa che vestito si mette, appena lo vedrò mi accorgerò subito che è lui. Il 2007 aveva un profumo che non va più via.

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