martedì 30 dicembre 2008

lui

E' un peccato che Dio non esista. Un peccato mortale. Verrà processato e mandato all'inferno, per il fatto di non esistere. Condannato per falsa testimonianza. E per aver pronunciato invano il nome di se stesso. E per aver ucciso. Ma soprattutto per il semplice fatto di non esistere. Avrebbe anche potuto dircelo prima, sarebbe stato più onesto da parte sua. E avrebbe risparmiato un po' di vite e un po' di sofferenza.
Comunque, adesso che ho capito che Dio non esiste, resta il problema di capire cosa devo fare. Vado avanti come se Lui ci fosse? Ma perchè? Non ho vissuto come se Lui ci fosse quando avevo il dubbio, non vedo perchè dovrei farlo ora che so che Lui non c'è. Allora potrei continuare a fare come se Lui non ci fosse, così siamo pari. Io e Dio intendo, noi due siamo pari. Io continuo a fare come se Lui non ci fosse, Lui continua a fare come se io non ci fossi. E già che ci siamo, per essere davvero pari, iniziamo a chiamare Lui "lui", con la minuscola, come io sono "io". Se uso la minuscola io che ci sono, non vedo perchè non dovrebbe usarla lui che non c'è.
Se poi per caso salta fuori che mi sono sbagliato e invece Dio c'è, allora, per dirla con Woody Allen, spero proprio che quando mi troverò al suo cospetto Lui abbia una buona scusa. Per tutto quanto.

domenica 28 dicembre 2008

2009

Ciao 2008, grazie lo stesso. Non sei stato un granchè, ma hai fatto del tuo meglio. E anch'io ho fatto del mio meglio. Forse più con gli altri che con me stesso, ma forse non abbastanza in ogni caso. Non c'è da aspettarsi che qualcosa finisca o che qualcosa di nuovo cominci, solo perchè si cambia un calendario alla parete. C'è da aspettarsi, però, che continuerò a fare del mio meglio. Magari stavolta un po' più con me stesso. Se solo riuscissi a sentirmi un po' meglio nel nuovo anno sarei già contento. Meglio, sì. Non so cosa voglia dire in pratica, non so neppure se sia uguale a star bene. Ma so che star meglio è qualcosa di molto diverso da adesso. Magari riempire quello spazio dove adesso c'è ancora soltanto l'idea di aver perso qualcosa.

Il 2009 è l'ultimo anno di una decade che mi sembrava dovesse essere lunghissima, e invece è già quasi finita. Il 2009 è per me ancora il futuro lontano che si vede appena, e appena lo si può immaginare, dall'anno 2000. L'inizio del millennio, quello che sembrava ieri, sembrava adesso, e invece conti alla mano è rimasto così indietro. Lontano che quasi non ci si crede.

Dovrei provare a controllare di più questo tempo che passa, a farlo mio, a portarlo avanti insieme a me invece che lasciarlo passare così veloce.

venerdì 26 dicembre 2008

pace


Scivolo via su questa neve inaspettata. Leggero come chi si gode la pace della festa vera, che arriva il giorno dopo il Giorno Di Festa, quando il tempo libero è davvero libero. Con il Natale alle spalle inizio a sentire la vera atmosfera del Natale, a godermi la mia casa, i miei posti, questi boschi e questi prati imbiancati. Con il Natale alle spalle è alle spalle anche il Dovere del Natale, il Dovere dei Pranzi, il Dovere della Gioia e della Speranza. E senza volerlo, senza cercare niente, un pochino di gioia e di speranza arrivano da sole, inaspettate come la neve di santo stefano. Inaspettate come il sapore prelibato degli avanzi del pranzo di Natale che oggi sono più buoni di ieri. Soffice mattina d'inverno, soffice respiro all'aria aperta. Qualcosa dorme sotto la neve dei prati, sopra la neve degli alberi qualcosa vive, e mi basta guardare, solo guardare. Niente è più bello del guardare la neve brillare al sole, niente è più confortante del lasciare scivolare lo sguardo su queste distese di bianco dove i pensieri scorrono via lisci, senza nessun colore a disturbarli. Non è forse questo bianco la vera Pace? Non sentite come è silenzioso questo bianco? Persino il cielo tace.

martedì 23 dicembre 2008

auguli

E tutto un via vai, gente che corre a destra e a sinistra, un andirivieni di regali e regalini. Menomale che suppergiù siamo più o meno arrivati a Natale. Soldi spesi tanti. Regali intelligenti zero. Regali inutili tutti. Regali sinceri quattro. Comunque provateci voi a trovare un regalo di Natale che non sia fatto in Cina. Quasi impossibile, al limite si trova qualcosa dal Taiwan. Io però dovrei avercela fatta, è stato sufficiente stare alla larga dai regali tecnologici e dai soprammobili.Adesso che ci penso, mi sono dimenticato di comprarmi il regalo per me. Fa niente, non mi offendo. Davvero non preoccuparmi. Non ero tenuto a farmelo, non mi aspettavo niente. Figurami che neppure io mi sono comprato niente. Amico come prima.
Comunque vorrei ringraziare quello che a un certo punto ha pensato bene che i pacchetti regalo si potevano sostituire con i sacchettini regalo, così metti nella borsetta e non devi star lì a incartare. Lo dico solo perchè io non sono capace di incartare i regali, ovviamente. Di solito mi finisce lo scotch sul regalo anzichè sulla carta. Invece con il sacchetto metti dentro e al limite dai un punto con la pinzatrice. E poi quello che lo riceve può usare lo stesso sacchetto per un altro regalo, tanto chi se ne accorge? Per esempio quest'anno qualcuno mi ha regalato una scatola di cioccolatini. Dentro a un sacchetto di Natale con dei cani vestiti da Babbo Natale. Allora ho preso il sacchetto e ci ho messo dentro un mio regalo. Non ci crederete ma il sacchetto di Natale, che costerà due euro a dir tanto, era made in China. Avanti di questo passo il prossimo pranzo di Natale lo faremo con arancini di riso e involtini primavera conditi con cacca di piccione. E poi bisognelà iniziale falsi gli auguli in cinese e a eliminale la elle dal vocabolalio, Cioè, non la elle, intendo la elle. Non quella di livolno, quella di lamallo.
Però perlomeno "Buon Natale" rimarrà uguale. Quindi niente auguli, soltanto Buon Natale a tutti.

lunedì 22 dicembre 2008

santo stefano

Quest'anno preferirei davvero che Natale non arrivasse. Il Natale dovrebbe avere un valore simbolico per tutti quelli che hanno delle speranze per il futuro. Le sorprese da aprire, le giornate che iniziano ad allungarsi, Gesù che nasce, e via dicendo. Ma siccome il futuro è per definizione sempre un po' peggiore del presente, sarebbe di gran lunga meglio dimenticarsi del Natale e tirar dritto. C'è il rischio che qualcuno, preso dal clima Natalizio e da quel po' di spiritualità messa in saldo, possa per un istante pensare che il futuro sarà migliore, e non voglio immaginare quanto sarà brutto per lui risvegliarsi il 26 mattina. Del Natale allora direi che vale la pena godersi tutto quello che ragionevolmente ci si può aspettare di godere, e quindi rifugiarsi nel tanto denigrato aspetto materiale dei regali e dei pranzi. Una felicità più facile e più breve, ma senza troppe pretese e quindi più autentica. Tutto quello che non è panettone e regali è inutile e falso, parole senza significato. E io incomincerei anche a diffidare delle persone che ti fanno i regali. Sicuramente i sentimenti di chi ti fa i regali durano meno di quanto duri la sorpresa, tanto vale aggrapparsi a quel pacchetto che perlomeno è solido, concreto e non costa nulla.

giovedì 18 dicembre 2008

presenze

Ho idea che non sia molto salutare passare giornate intere chiuso nella mia stanza, con davanti solo il panorama di un muro e una scrivania. Senza vedere nessuno, senza parlare con nessuno. A imbottirmi di tè e tisane. Con una sbirciata su internet durante le pause come unico contatto con il mondo esterno. E la mia gatta che invece di farmi compagnia pensa a schiacciare il suo pisolino di dodici ore. No. credo che da un punto di vista psicologico tutto questo non sia molto sano. Voglio dire, uno rischia di impazzire, di perdere il lume della ragione. Tra un po' cosa mi succederà? Inizierò a sentire i muri e i mobili parlare. A vedere presenze che non ci sono. Come Tom Hanks in Castaway, quando inizia a parlare con il pallone Wilson.
Non sono ancora arrivato a quel punto, ovviamente, anche perchè secondo me finchè uno è in grado di domandarsi se stia impazzendo vuol dire che non sta ancora realmente impazzendo. E poi, dopotutto, anch'io ho chi mi tiene compagnia. Ieri, per esempio, ho alzato lo sguardo dalla scrivania e mi sono girato di scatto, e ho scoperto l'armadio che mi stava osservando da dietro. Appena ha visto che mi sono accorto di lui è tornato a essere un normale armadio, ma non creda che io a certe cose non faccia caso. E poi, la mia lampada, non vi dico quanto mi irrita il modo in cui allunga il collo e si sporge per vedere quello che sto scrivendo. Cosa vuole da me? Cos'ha da guardare? Certe cose mi fanno davvero innervosire. Anche questo nervoso non è molto salutare, sapete? Non mi aiuta di certo a sopportare questa solitudine. Se va avanti così tra un po' inizierò a impazzire davvero.

lunedì 15 dicembre 2008

pallone d'oro

Da oggi siamo ufficialmente entrati nel periodo dei bilanci di fine anno. Uno si deve chiedere "che anno è stato?" e poi darsi una risposta, come da Marzullo.
In effetti, è improbabile che le ultime due settimane possano cambiare qualcosa, tanto vale iniziare adesso a fare quattro conti. E' come per il pallone d'oro, che a novembre hanno già deciso chi lo vince, senza aspettare quello che succede a dicembre.
Dunque, bilanci di fine anno, parte prima.
La prossima volta che mi capita un 2008 come questo io non gioco più. Lo dico subito così dopo non ci sono discussioni. Ecco, come bilancio potrei fermarmi qui, ma preferisco dilungarmi un po' di più sui dettagli e analizzare i singoli aspetti che hanno reso questo 2008 tristemente indimenticabile. Fortunatamente, non sempre faccio quello che preferisco, quindi con il bilancio mi fermo qui.
Capitolo secondo, aspettative per il 2009. Andare in palestra. Fare un giro nel corridoio della palestra e poi scappare via al pù presto. Diventare famoso, in qualunque modo, tranne quelli che comportano la galera o la morte. Diventare un gatto. Coi baffi, la coda e tutto il resto. Ritornare al 2007, o comunque fare ritornare tutto esattamente come era nel 2007. Tutto. Ogni piccolo minuto di ogni giorno. Non voglio andare avanti, non voglio guardare avanti, non voglio pensare al futuro. Voglio tornare indietro, io voglio vivere nel passato. Nel mio passato. Non capisco che bisogno ci fosse di cambiare tutto quanto. E infatti io non ho cambiato niente, sono le cose che sono cambiate da sole davanti a me senza che io potessi farci niente.
Ma magari un giorno o l'altro il 2007 torna, magari travestito da qualcos'altro. Ma non importa che vestito si mette, appena lo vedrò mi accorgerò subito che è lui. Il 2007 aveva un profumo che non va più via.

sabato 13 dicembre 2008

letterina

Caro Babbo Natale,
come te la passi? che aria tira lassù? ti scrivo per le mie solite richieste di Natale, spero non sia troppo tardi. Non provare a tirarmi fuori la storia se sono stato buono o no, che tanto i regali li hai sempre portati a tutti senza distinzioni. Ti ricordi quel tizio che una ventina d'anni fa era venuto a casa mia e solo per farmi un dispetto mi aveva bucato il pallone? Ecco, quello era stato abbastanza cattivo, no? Voglio dire, se non è cattivo uno che arriva a casa tua e ti buca il pallone, dimmi tu chi è cattivo. Io avrei giurato che a quel tizio a Natale non avresti portato niente, e almeno questa idea mi consolava del fatto di non poter più giocare a pallone. Ma vado a casa sua a Natale e cosa scopro? Pieno di regali fino al collo, forse addirittura più di me. E' stato da quel giorno, sai, che ho capito che la giustizia non è di questo mondo. Quindi se sono stato bravo o no non ti deve interessare, pensa a fare il tuo mestiere e inizia a impacchettarmi i seguenti regali.
Voglio una corda per fare bunjee-jumping. Io non faccio bunjee-jumping, figurati che non so nemmeno se bunjee-jumping si scriva "bunjee-jumping". Per questo non mi sognerei mai di comprare una corda per fare bunjee-jumping. Ma quindi non avrò mai una corda per fare bunjee-jumping in tutta la mia vita, a meno che qualcuno non me la regali. Quindi voglio che tu mi porti una corda per bunjee-jumping.
Poi voglio un pezzo d'Australia. Possibilmente la parte coi canguri. Lo so che pesa, e che forse dal camino non ci passa. Ma al limite fai un viaggio in più, cosa vuoi che ti cambi? L'Australia la voglio così ci posso andare in vacanza quando mi pare senza aspettare sei ore all'aeroporto.
Poi già che ci sei portami una cassa di birra, preferibilmente scura. Preferibilmente inglese. Non mi venire a dire che non porti alcolici, che con la pancia che ti ritrovi a chi vuoi darla a bere? Poi vedi, ti faccio anche le battute divertenti, qualche birra me la devi.
Poi direi basta. Cioè, non ho bisogno di nient'altro. Una casa ce l'ho, una gatta pure, ho tutto lo stretto indispensabile. Quindi per gli altri regali fai un po' tu, a me va sempre bene. Basta che non ti presenti a mani vuote.
Ciao Babbo Natale, stammi bene e vedi di non dimenticarti il bunjee jumping
con affetto
alberto

venerdì 12 dicembre 2008

spazio

Ho una serie di problemi. I miei problemi sono talmente tanti che non inizio neppure a fare un elenco, perchè rischierei di non fermarmi più. Per brevità, dico solo il primo e l'ultimo dei miei problemi. Il primo dei miei problemi in questo momento è il sonno che mi sta salendo dalle caviglie alle ginocchia e nel giro di pochi minuti mi sommergerà fino al collo, così che sarò tutto addormentato a parte la testa. L'ultimo dei miei problemi è la mia gatta che ingrassa a vista d'occhio e se va avanti così non trova più marito.
Qualcuno dice che dormirci sopra aiuta a risolvere i problemi. Ma secondo me non è vero, altrimenti la mia gatta non avrebbe mai problemi, visto che tutto quello che lei fa, oltre a essere una gatta, è dormire.
A me succede proprio il contrario. Se ho un problema e ci dormo sopra, quando mi sveglio il problema è diventato ancora più grosso. Per questo cerco sempre di non dormire troppo. Per esempio, quando mi scappa la pipì e mi addormento senza farla, appena mi sveglio mi scappa ancora di più. E lo stesso mi succede con la tristezza o il mal di gola. Il risveglio è sempre il momento più brutto, per uno che ha dei problemi.
Le soluzioni possibili sono due. O si risolvono i problemi prima di addormentarsi, o si evita di andare a dormire. Io di solito non faccio nè l'uno nè l'altro. Infatti ho comprato una mensola apposta per tenere tutti i miei problemi quando diventano troppo grossi per restare tutti nella mia testa o nel mio stomaco, Ma un giorno di questi vado in discarica e ci butto dentro la mensola con tutto quello che c'è sopra. Faccio un po' di spazio per i nuovi problemi che verranno. Se qualcuno non sa dove mettere i propri problemi, mi chiami pure che io ho un sacco di spazio

martedì 9 dicembre 2008

blu

Vorrei dire qualcosa di non molto impegnativo. Così, tanto per finire in modo sereno la giornata. Una frase stupida, magari senza senso, per alleggerire un po' i pensieri e dormire più rilassato. Mi piace il gelato blu e il ghiacciolo blu, per esempio. Ecco, sì, abbastanza superficiale, così meravigliosamente superficiale. Il gelato blu e il ghiacciolo blu, buoni buoni. Anche se non credo che siano allo stesso gusto. Il ghiacciolo blu è all'anice, il gelato blu non si capisce bene. Non credo sia davvero fatto con i puffi, altrimenti a quest'ora non ce ne sarebbero già più in giro. Di puffi, intendo. Insomma, non so perchè il gelato blu sia blu,ma visto che non si capisce neppure di che gusto sia, un colore vale l'altro. Per dire, potevano anche farlo viola, che nessuno avrebbe avuto da obiettare. Sono invece un po' più perplesso sul ghiacciolo. Perchè il ghicciolo all'anice è blu? La cosa non è tanto normale, visto che l'anice è marrone. Certo, non mi aspetto che nei ghiaccioli sia davvero la frutta a dare il colore, anche perchè altrimenti non si spiegherebbe perchè alcuni ghiaccioli al limone siano bianchi e altri gialli. Però si potrebbe almeno dare il colore in modo sensato, e l'anice blu mi sembra davvero senza senso.
Il discorso si sta facendo troppo complicato e impegnativo, forse farei bene a darci un taglio prima che il mio proposito di rimanere sul superficiale vada a farsi benedire. D'altra parte i ghiaccioli sono un ambito di riflessione troppo impegnativo, avrei dovuto saperlo fin da subito. Avrei fatto meglio a concentrarmi sui mottarelli o sui cornetti, anche se a dire la verità i cornetti hanno subito una certa evoluzione che ha reso il panorama piuttosto eterogeneo, dall'amarena al cappuccino. Comunque sono arrivato alla conclusione che le barzellette sul biscotto del gelato al biscotto (che, per la cronaca, esiste da molto prima del commerciale "cucciolone")siano volutamente poco divertenti, così che uno è più invogliato a mangiarsi il gelato.
Ho inventato anch'io una barzelletta da mettere sul gelato al biscotto, appena trovo un biscotto ce la scrivo sopra e la invio a quelli del gelato al biscotto. La barzelletta fa così: ci sono un italiano, un inglese e un tedesco che si stufano di recitare come attori nelle barzellette dell'asilo e vanno in vacanza ai caraibi. L'inglese fa all'italiano: perchè non dici la tua solita battuta scema? E l'italiano: perchè sono in vancanza. E il tedesco allora dice: ma vuoi dire che quando sei fuori dalle barzellette sei una persona seria? E l'italiano risponde: no, ma non è detto che io debba per forza fare ridere. E allora l'inglese ricomincia: quanto pensate che debba andare avanti questa barzelletta? E l'italiano: non lo so, ho idea che quello che la sta scrivendo non riesca a pensare a una conclusione che faccia ridere. E il tedesco chiede: ma chi è che la sta scrivendo? E l'inglese: dev'essere quello là che parlava dei ghiaccioli, mi fa un po' pena. E l'italiano: ma perchè non se ne va a dormire e non ci lascia in pace?
Va bene, va bene, me ne vado a dormire, lo capisco da solo quando non sono gradito nelle barzellette

domenica 7 dicembre 2008

pigiama

Mi chiedo a cosa serva stare via due mesi se poi quando uno torna trova tutto uguale a prima. Solo i calendari sono avanzati di qualche pagina, e la mia gatta è ingrassata in modo malsano. Ma tutto il resto è rimasto fermo dov'era. La mia casa, le persone attorno, il colore di questo soffitto, il buio della mia stanza. E poi lei, la mia vita che mi aspettava sdraiata sul mio letto, proprio dove l'avevo lasciata quella mattina in cui ci eravamo salutati, io con le valigia in mano, lei con il suo sguardo minaccioso. Forse si è addolcita un po' in questi mesi, un po' di tempo lontana da me potrebbe averle fatto bene. Ma è ancora troppo presto per saperlo. Non lo so se devo essere contento, mi prendo ancora qualche giorno per decidere. Essere contenti è una scelta difficile, bisogna valutare bene. Per intanto cerco di guardarmi attorno e di vedere se si può stare un po' meglio. Ma non ho ancora ripreso confidenza con la mia vita, tendo ancora a lasciarla lì sul letto quando mi alzo la mattina, insieme al pigiama e qualche brutto sogno della notte prima. Ho fatto quasi solo brutti sogni da quando sono tornato, ma non so come interpretare questa cosa. Forse è il modo in cui la mia vita prova a farmi pagare il fatto di averla dimenticata per tutto questo tempo, o il fatto di non volerla ancora portare con me dentro alle mie giornate.
Ma allora mi viene da chiedermi: si può convivere con una vita estranea a se stessi?

mercoledì 3 dicembre 2008

torno subito

Ultimo giorno inglese. Puntuale e' arrivata anche stavolta l'ora di partire. Mi aspetta l'ultima giornata, l'ultimo pranzo, l'ultima cena, l'ultima bevuta al pub. Mi mancheranno un bel po' di cose, lo so gia'. Altre non mi mancheranno per niente. Alcune mi mancheranno, si', ma me ne accorgero' solo fra qualche giorno. Magari sono quelle piccole cosa cui adesso non faccio nemmeno caso.
Tra le cose che non mi mancheranno c'e' quella roba che gli inglesi, con molta audacia, chiamano "food" e i programmi televisivi inglesi.
Mi manchera' la birra inglese, e le serate al pub a bere birra inglese. Come faro' senza? come riempiro' le mie serate? ha ancora senso una vita vissuta senza la birra inglese al proprio fianco?
Chester. No, Chester non mi manchera'. Diciamo la verita', lui e io non abbiamo mai trovato un'intesa. Tra di noi non poteva funzionare, avremmo dovuto capirlo entrambi fin da subito. Lui ha la sua vita qua, fatta di passeggiate serali, di pisciatine in giardino, di coccole e croccantini. E io, io ho la mia gatta che mi aspetta a casa Anche se lui non ha mai sospettato niente, avrei dovuto essere chiaro fin da subito su questo punto. Chester non e' mai riuscito a prendere davvero il posto della mia gatta; d'altra parte era impensabile che un comunissimo e volgarissimo cane potesse rimpiazziarla. E d'altra parte lei non me lo avrebbe mai perdonato. Forse avrebbe tollerato una storia con un altro gatto, ma un cane no, sarebbe stata un'offesa troppo grande per lei.
Adesso e' ora che io torni alla mia vita e lui alla sua. E' una storia iniziata e finita male. Capita. Non ne faro' parola con la mia mia gatta, e tra di noi continuera' come se niente fosse successo

lunedì 1 dicembre 2008

torno

Dunque parrebbe che si debba iniziare un'altra settimana. Va bene, ci sto, iniziamola. Questa settimana e' strana perche' la inizio qui e la finisco da un'altra parte. Il che succede tutte le settimane, visto che di solito la domenica sera non sono mai nello stesso posto del lunedi' mattina. Pero' questa settimana la inizio qui e la finisco la'. Qui e' qui, in Inghilterra. La' e la', in Italia. Cioe', a casa piu' che in Italia.
Devo preparare la valigia, ma aspetto l'ultimo momento cosi' se cambio idea non faccio il lavoro per niente. No, comunque non cambio idea, e' solo che mi serve una scusa per non iniziare. Fare la valigia e' la cosa piu' pesante del mondo, dopo l'Australia. (Non fate domande, e' cosi' e basta).
Siccome sa che parto, l'Inghilterra ha deciso di fare uscire il sole. Magari e' per convincermi a restare (ma avrebbe fatto meglio a offrirmi una birra). O magari e' perche' e' contenta che me ne vado. La cosa non mi darebbe tanto fastidio, purche' in Italia ci sia qualcuno contento che io torno. Dicono che in Italia stia addirittura nevicando. Forse perche' anche lei non e' contenta che torno.
Comunque ho deciso, non mi importa chi piange e chi ride. Se proprio devo fare un dispetto a qualcuno lo faccio all'Italia, e me ne torno a casa.