martedì 8 luglio 2008

stronzio

Secondo me ci sono delle parole che non si dovrebbero dire. Parole "disumane", non adatte a noi mortali. Non le capiamo bene, o forse le usiamo per dire cose impossibili.Oggi mi sono messo a pensare alle parole che secondo me andrebbero eliminate dal vocabolario. Ogni persona con il senso della misura dovrebbe evitarle.
Tanto per cominciare, le prime due parole da eliminare sono "sempre" e "mai". Sono parole che si riferiscono a una certa estensione del tempo che non ci appartiene e a un certo tipo di previsioni che non siamo in grado di fare. Niente di quello che viviamo o pensiamo o proviamo dura per sempre. Al limite, se si è fortunati, dura giusto il tempo di una vita, ma di solito non succede comunque. E il "mai" non è mai un "mai" nel senso del "mai". Di solito "mai" sta per "non penso sia possibile", ma le cose poi succedono indipendentemente dal fatto che noi le pensiamo possibili.
Poi un'altra parola che eliminerei è "Dio". E' evidente che è una parola superflua. Anzi, credo si vivrebbe meglio senza. Quando si dice "Dio" ognuno ha in testa una roba tutta sua. Per fortuna non passiamo molto tempo a parlare fra noi di Dio, altrimenti scopriremmo che non ci intendiamo per niente l'uno con l'altro. Il problema non è tanto se Dio esista o non esista. La cosa non ci fa nessuna differenza, perchè secondo me non è che le persone propriamente "credano" che Dio esista, al limite ci sperano. In effetti non ho mai ben capito la domanda "credi in Dio?". Non ci si ragiona mai sopra abbastanza. Se uno mi chiede se credo in Dio, deve dare per scontata una certa nozione di Dio. Bisogna che sia io che lui sappiamo di cosa stiamo parlando quando diciamo "Dio". Ma se già lo sappiamo la domanda è superflua. Se so cosa vuol dire la parola "Dio", allora so anche se Dio esiste oppure no. Ma il problema è che non sappiamo cosa voglia dire la parola "Dio", anch se c'è chi fa finta di saperla lunga (non so chi abbia dato loro l'illuminazione). La risposta che mi viene più naturale dare alla domanda "credi in Dio?" non è nè sì nè no. E' "ci spero". Ma con le speranze non si fa niente di concreto. Quindi anche "Dio" andrebbe tolta.
Poi toglierei anche la parola "zuzzurellone", tanto è l'ultima dell'elenco e mi piacerebbe sapere se qualcuno negli ultimi 50 anni l'abbia mai usata. A parte, ovviamente, quelli che l'hanno usata per dire che è l'ultima parola del vocabolario. Ma questi possono accontentarsi della penultima, non cambia molto.
Toglierei anche la parola "merda", perchè è volgare e i bambini alle elementari, quando imparano a usare il vocabolario in classe, vanno subito a cercare quella e scoppiano a ridere come dei deficienti e la maestra li manda fuori dalla porta. Questo episodio della mia infanzia mi è proprio rimasto impresso. Comunque ho riso di più quando ho scoperto che esisteva lo stronzio. Sfido chiunque a dire che non si è fatto delle grasse risate davanti a uno "stronzio".
Poi eliminerei anche le parole "buongiorno", "bensvegliato"- "buonappetito" (che già non esistono, ma li metto per sicurezza) e buonasera", in modo che rimanga solo "buonanotte" e possa finalmente andarmene a dormire.

Anche stasera non ho potuto raccontare la storia triste del camaleonte blu. E'davvero un peccato. Ci tengo a raccontarla, credo sia commovente. Arriverà anche il suo momento, basta solo avere pazienza. Ne vale la pena.
Per esempio, tanto per cominciare una storia che comunque adesso non ho tempo di cominciare, sarebbe interessante chiedersi con cosa stia cercando di mimetizzarsi un camaleonte blu. A me viene in mente una sola risposta possibile, ma la cosa è piuttosto strana, no? Questo camaleonte non potrebbe accontentarsi di mimetizzarsi con il verde degli alberi? Sì, prima o poi questa storia la devo proprio raccontare...
Nel frattempo, in preparazione alla storia triste del camaleonte blu, ecco il minimo indispensabile da conoscere:
camaleonti (famiglia Chamaeleonidae) sono rettili squamati appartenenti al sottordine delle lucertole. Sono contraddistinti da numerosi elementi peculiari: la capacità di mutare colore, la lunga lingua retrattile e appiccicosa con cui catturano gli insetti, e i grandi occhi che possono ruotare l'uno indipendentemente dall'altro. Il nome camaleonte viene dal greco e significa "leone di terra" (da chamai e leon).(da wikipedia)

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