lunedì 28 luglio 2008

la storia triste del camaleonte blu- seconda parte

Riassunto della puntata precedente. Presentazione caratteristiche fisiche e psicologiche del camaleonte. Introduzione del camaleonte protagonista della storia. Il camaleonte si trova davanti a un mondo senza colori e va in crisi (ma non di identità, perchè l'identità non ce l'ha, come si è cercato di spiegare). Tentativi inutili di spiegare come è il mondo senza colori. Il narratore non capisce bene neppure lui. Il camaleonte non sa che colore mettersi, quindi chi essere. Il narratore deve andare a mangiare e poi non ha più voglia di continuare.

Seconda parte.
Il camaleonte, sapendo che c'è qualcuno là fuori che si è appassionato alla sua storia, decide che forse vale la pena darsi una mossa e pensare a fare qualcosa. Se non sarà il mondo a suggerirgli il colore, allora il camaleonte prenderà il coraggio a due mani e deciderà da solo. I camaleonti non hanno mani, è vero, ma il coraggio lo si può prendere anche con delle zampe, se sono zampe abbastanza grandi per tenere ben fermo tutto il coraggio che serve.
Passando in rassegna tutti i colori che ha visto nella sua vita, il camaleonte non riesce a trovare un buon motivo per preferirne qualcuno agli altri. Finora il solo motivo per cambiare colore è stato lo sforzo di mimetizzarsi e nascondorsi, ma adesso non c'è davvero modo di passare inosservato. In un mondo senza colore, anche il colore più sobrio e anonimo che c'è diventa un pugno in un occhio.
Il camaleonte alza gli occhi al cielo, quasi a cercare un suggerimento, un'ispirazione dall'alto, ma il cielo tace anche per i camaleonti. Tace sì, ma non è del tutto inutile, per essere un cielo. Il camaleonte infatti nota una cosa cui fino a quel momento, stranamente, non aveva fatto caso. Il mondo senza colori non è proprio senza colori. Il cielo,lassù, è blu! Finalmente un colore, in mezzo a tutto il vuoto attorno che ormai stava diventando anche un vuoto dentro al camaleonte. Perchè il cielo di un mondo senza colori rimane blu? Il camaleonte non aveva molta voglia di arrovelarsi il suo già piccolo cervello su queste domande, ma la cosa lo incuriosiva non poco.
Naturalmente, il camaleonte si sentì sollevato da molte responsabilità alla vista di quel cielo blu. Adesso non si trattava più di decidere da solo il colore, ma si poteva tranquillamente lasciarsi sfumare verso il blu da quel cielo che sembrava chiamarlo. Il camaleonte chiude gli occhi e aspetta che la natura faccia il suo corso e lo dipinga di blu. Aveva sempre funzionato così, sarebbe stato così anche stavolta.
E infatti dopo pochi minuti il camaleonte diventò completamente blu. Diventò il blu, come nella sua vita era stato tanti colori diversi. Il blu di fuori ma anche il blu di dentro, perchè un camaleonte non può essere nient'altro che il colore che diventa.
Il camaleonte alzò allora gli occhi verso il cielo, e gli scappò un sorriso. Anche se io non credo che il camaleonte avesse davvero capito quello che era successo, nè prchè in quel momento gli venisse da sorridere.
Se non fosse che proprio in questo momento finisce la seconda parte, scriverei tutto quanto, ma temo che si debba aspettare la terza puntata, perchè ho una birra nel frigo che mi sta chiamando e dice che ha freddo e che ha bisogno di scaldarsi un po' nel mio stomaco

n.b. votate anche voi il sondaggio qui a fianco sulla storia triste del camaleonte blu. Io l'ho già fatto. Potrete così partecipare all'estrazione di un dente a vostra scelta. Aut. min. ric.

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