
La cosa che piu' adoro dei gatti e' il loro menefreghismo assoluto. La loro supponenza e disprezzo davanti a tutto e a tutti. Puo' succedere il finimondo attorno a loro, la cosa li lascia del tutto indifferenti, purche' si possa schiacciare un pisolino.
Ieri vado ad ascoltare questa conferenza. Ci sono diverse persone gia' sedute, e tutto e' quasi pronto per iniziare. Allora entra lui. Il gatto. Nero, occhi verdi. Se la prende comoda, guarda con supponenza tutti quanti e poi prende posto su una sedia verso le ultime file. C'erano dei posti liberi piu' avanti, ma lui sceglie di stare in disparte. Ci vuole qualche minuto prima che trovi la posizione giusta. Intanto la conferenza e' iniziata, ma lui sulla sua sedia sembra preoccupato piu' di trovare il posto per appoggiare la testa che dei paradossi dell'autoconoscenza. Non prende appunti, mi chiedo cosa sia venuto a fare. Finalmente trova la posizione. Volta le spalle al relatore e a tutto il resto del mondo, infila la testa fra le zampre e inizia a fare quello per cui era venuto. Dorme. Ci tiene a mostrare il suo disprezzo per tutta quella gente venuta li' ad ascoltare uno che parla, e anche per quello che parla. Ogni tanto fa riemergere gli occhietti verdi dal nero delle zampe, e guarda intorno con l'aria di uno a meta' fra l'annoiato e lo scocciato. E' evidente che il tema dell'autoascrizione di credenze di second'ordine non lo tocca minimamente. Piuttosto, sembra che sia lui ad avere qualcosa di piu' importante da dire, ma quel tizio dietro la cattedra continua coi suoi discorsi e non lascia spazio al gatto di dire la sua. Ma al gatto non serve parlare, gli basta abbassare un pochino le palpebre e tenere gli occhi appena appena aperti, e tutti capiscono quello che gli passa per la mente. Il gatto sta pensando: "dovete proprio venire a fare questa discussione qui dove io ho deciso di dormire?". Non puoi provare a spiegare al gatto che e'stato lui a venire a dormire dove gia' era in programma una conferenza, il gatto non ha la concezione che ogni tanto sia lui a doversi adeguare al resto del mondo. Nessuno sembra disposto a prestare attenzione al gatto, cosi' lui si rigira e si rimette a dormire, probabilmente offeso. Quando il tizio finisce di parlare, c'e' un applauso da parte del pubblico. E qui il gatto perde del tutto la pazienza. Si alza in piedi sulla sedia, lancia un'occhiataccia a tutti quanti e toccato nell'orgoglio siincammina verso l'uscita.
I gatti si credono i padroni del mondo. Per questo i gatti SONO i padroni del mondo. Quando inizi una discussione con un gatto, sai che alla fine sara' lui ad avere ragione. Succede sempre cosi' anche fra me e la mia gatta. E devi essere sempre pronto a dargli da mangiare quando ha fame, a fargli spazio per dormire quando ha sonno, a grattargli il musino quando vuole essere coccolato. Se non sei all'altezza di quello che lui ti chiede, il gatto ti licenzia e va a cercarsi qualcun altro che gli riempie meglio a ciotola, o che gli gratta il musino senza dargli fastidio.
Si', adoro i gatti. Soprattutto quando li vedi tornare a casa il mattino e aspettare di entrare dalla porta per iniziare il loro sonno di 12 ore, dopo aver passato la notte chissa' dove. Non devono lavorare, nessuno gli chiede niente, ma loro pretendono che la ciotola sia piena per lo spuntino di mezzogiorno. Lo capisci che lo pretendono, non c'e' nient'altro che quegli occhietti sprezzanti possono voler dire.
I cani, non so perche', mi danno l'idea di essere un po' piu' ottusi...
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