mercoledì 16 settembre 2009
recinti
Come si fa quando non ci sono più cose interessanti da dire? Nè pensieri, nè ricordi, nè fantasie? Come si fa? Si va a raccoglierle dove non le si è ancora cercate, ecco come si fa. Nella vita, o almeno in quella sua parte sterminata che sta fuori dal recinto del già vissuto e del già detto. Si allarga quel recinto, si conquista della nuova terra, che sia prateria o deserto o montagne o palude. Ci si va a piedi o in qualunque altro modo, l'importante è non tornare indietro finché non si capisce di essersi allargati abbastanza. Allora, solo allora, si può ricominciare a seminare di parole quello che si è conquistato. Le parole saranno le stesse, su questo non ci si può far nulla. Ma forse germoglieranno pensieri diversi e sensazioni nuove. Anche sulle paludi e sui deserti che la nuova terra sicuramente conterrà. Così come sulle paludi e sui deserti che già si conoscono, che già si vivono o si sono vissuti, sono cresciuti pensieri e sensazioni che ci hanno dato qualcosa, qualcosa come un senso, un perché, una sfida, magari del dolore o della sofferenza, ma pur sempre una parte essenziale del vivere. Ecco, allora ci saranno forse paludi e deserti, ma poco importa. L'importante è che siano sconosciuti, che abbiano qualcosa da darci e su cui si possa provare a far crescere qualcosa, Ci penseranno le parole, poi, ad addomesticare tutto..
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