sabato 26 settembre 2009

"torno subito"

Valigia pronta, si parte. Stranissima sensazione, quasi come essere tornato a uno o due anni fa. Fine settembre, fine estate, e una valigia pronta. Esattamente negli stessi giorni. Ma stavolta torno subito, come i barbieri quando vanno a bere il caffè. Una sola settimana, non mesi. Firenze, non l'Inghilterra. Però lo stesso, che strano...strane sensazioni, strani ricordi. Tutto coincide, tranne il fatto che stavolta è una partenza finta. E allora perchè mi sembra non sia così? Non è che forse ho di nuovo voglia di partire davvero?
La mia gatta è sotto i miei piedi che miagola, mi illudo che mi stia chiedendo di non andar via, mi illudo di poterla tranquillizzare dicendole che non parto più come gli altri anni...ma suppongo che quando si accorgerà di avere il divano tutto per lei per una settimana non le importerà più molto di dove sono e di quando torno. Fosse per lei potrei andare in inghilterra e rimanerci...eh, la mia gatta, quanto le voglio bene..

venerdì 25 settembre 2009

p.s.

..soprattutto se si considera che in realtà la notte era quella fra il 24 e il 25...

sgominator

Ho appena letto che negli USA è stata sgominata una cellula che stava preparando un attentato terroristico. Sono rimasto profondamete colpito. Non credevo che una cosa così piccola potesse fare tanti danni. Se penso che ne abbiamo in tutto il corpo, mi chiedo come potrò stare tranquillo di qui in avanti.
Comunque non dev'essere un lavoro facile sgominare le cellule. Di sicuro si tratta di lavoratori atipici, con contratti a progetto. Che lavoro fai? - Impiegato di banca, e tu? - sgomino cellule - ah.
Non credo faccia per me, come mestiere, anche se potrebbe essere un hobby abbastanza ricreativo. Certo ci vorrà una qualifica, un minimo di professionalità. Non è che il primo beota che passa può andar lì e sgominare. Io, per esempio, non so neppure da che parte si cominci a sgominare. Forse, per un dilettante che volesse intraprendere la carriera dello sgominatore professionista, sarebbe auspicabile iniziare dal dizionario.
Notte tra il 23 e il 24 settembre, situazione sempre più preoccupante e ormai ufficialmente fuori controllo...

giovedì 24 settembre 2009

l'aforisma della buonanotte

Ci sono solo due cose al mondo migliori del dormire: risvegliarsi e... ok, c'è una sola cosa al mondo migliore del dormire.

pasqua

D'improvviso s'è fatta notte, come se non ci fosse più bisogno di mettere in mezzo una sera . Un confine coi bordi indefiniti, è vero, che non sai bene quando inizia e quando finisce, ma pur sempre uno spartiacque. Di là il giorno, di qui la notte. Ma ci vuole la sera! Il buio si mangia ogni giorno una fetta sempre più grande di luce, e la notte spinge prepotente contro la sera schiacciandola sul giorno, fino quasi a farla scomparire da tanto che è appiatita sul confine impercettibile fra il buio e la luce.
Cosa sto cercando di dire con tutto questo? Che non voglio che arrivi l'autunno? Che ho paura del buio? Può darsi, ma forse no. Forse non voglio dire niente. E' solo che c'è meno luce. Tutto qui. Un fatto, ma magari un fatto senza valore. Chissenefrega dell'autunno e poi dell'inverno e del buio e del freddo e dei maglioni di cotone e poi di lana e del giubbino e poi della giacca e i guanti e la sciarpa e il Natale. Ecco, sì, il natale soprattutto, chissenefrega del natale.
Forse dovrei preoccuparmi del fatto che l'unica conclusione che riesco a trarre nella nottata tra il 23 e il 24 settembre sia "chissenefrega del Natale". Non c'è davvero nient'altro con cui occupare la mente? Possibile? Vogliamo per esempio parlare della Pasqua? Quando cade la prossima Pasqua? In che modo questo pensiero, oggi, 24 settembre, influisce sulla mia vita? Dove sarò la prossima Pasqua? Niente, neppure la Pasqua mi dà più soddisfazioni. Gli altri anni a quest'ora ero sul punto di partire, avevo la testa metà qui, metà in Inghilterra, e l'ultima metà in un posto che non posso dire. E adesso? Cosa si fa qui d'autunno, che non mi ricordo più?

mercoledì 23 settembre 2009

buon compleanno Bruce

Oggi il vecchio zio Bruce ne fa 60, solo che non posso mica andar là a fargli gli auguri di persona. Anche perchè non so neanche dove sia, esattamente, "là". Però valgono lo stesso gli auguri, no? Anche senza presenza, anche senza regali..anche perchè di solito è Bruce a fare i regali a noi...
quindi, insomma, buon compleanno Bruce

domenica 20 settembre 2009

domenica

Mi ero imposto di dare un senso alle mie domeniche, ma forse abbandonerò il progetto. Le domeniche sono fatte per non aver senso, quindi tanto vale adeguarsi. Qualunque cosa uno faccia , è come se non l'avesse fatta, a meno che uno non nasca o non muoia di domenica. Solo che se questa è l'unica via, beh, allora mi tengo volentieri le mie domeniche senza senso. Io credo di essere nato un sabato sera, se mia mamma la racconta giusta. Quindi la prima cosa che ho fatto nella mia vita è stata passare una domenica senza senso.Dev'essere quello che ha instillato in me questa insofferenza domenicale.
Adesso però sono le otto di sera, forse c'è ancora tempo per dare senso alla domenica. Vado a vedere.

venerdì 18 settembre 2009

paese

A volte resto sorpreso delle vette che può raggiungere l'ignoranza della gente. Non intendo l'ignoranza nel senso del non conoscere, intendo l'ignoranza del non sapere come si affrontano i problemi, le divergenze di idee, o molto più semplicemente le domande. L'ignoranza di chi non conosce la differenza tra una domanda, che presuppone semplicemente una risposta, e un attacco o un'offesa, che presuppongono una reazione e uno scontro. L'ignoranza che quindi, ovviamente, non può che fare tutt'uno con l'arroganza, che è la risposta di chi non ha risposte. E il vero problema è quando la maggior parte delle persone accetta l'arroganza come se fosse la risposta, anzichè il modo di evitare la domanda. Sotto questo aspetto, è proprio vero che tutto il mondo è paese, e che anche il mio piccolo paese è uguale a questa italietta di furbi ignoranti

giovedì 17 settembre 2009

ogni volta

Si mandano i soldati in guerra, e poi ci si stupisce e si piange quando qualcuno di loro muore. Ogni volta la stessa storia. Ma "non ci fermeranno", ecco cosa ripetono da lassù quelli che hanno il potere di decidere se fare o non fare le guerre. Va bene, non ci fermeranno. Come volete. Ma sappiamo già da ora, così come lo sapevamo prima, che la guerra ha il suo prezzo e che prima o poi ci saranno altri morti, come oggi e come negli anni precedenti. La guerra ha il suo prezzo anche quando la si chiama in un altro modo. La guerra ha il suo prezzo anche quando al prezzo si dà il nome di "eroi" o "patrioti". Cazzate, solo cazzate. I soldati non sono eroi, neppure se muoiono. Chissà se stavolta qualcuno inizierà a rendersi conto di quanto sia pericoloso giocare con le parole, inventare nomi e formule per mascherare la realtà delle cose. Vorrei non ci fosse bisogno dei morti in guerra per capirlo. A quando i prossimi?

mercoledì 16 settembre 2009

recinti

Come si fa quando non ci sono più cose interessanti da dire? Nè pensieri, nè ricordi, nè fantasie? Come si fa? Si va a raccoglierle dove non le si è ancora cercate, ecco come si fa. Nella vita, o almeno in quella sua parte sterminata che sta fuori dal recinto del già vissuto e del già detto. Si allarga quel recinto, si conquista della nuova terra, che sia prateria o deserto o montagne o palude. Ci si va a piedi o in qualunque altro modo, l'importante è non tornare indietro finché non si capisce di essersi allargati abbastanza. Allora, solo allora, si può ricominciare a seminare di parole quello che si è conquistato. Le parole saranno le stesse, su questo non ci si può far nulla. Ma forse germoglieranno pensieri diversi e sensazioni nuove. Anche sulle paludi e sui deserti che la nuova terra sicuramente conterrà. Così come sulle paludi e sui deserti che già si conoscono, che già si vivono o si sono vissuti, sono cresciuti pensieri e sensazioni che ci hanno dato qualcosa, qualcosa come un senso, un perché, una sfida, magari del dolore o della sofferenza, ma pur sempre una parte essenziale del vivere. Ecco, allora ci saranno forse paludi e deserti, ma poco importa. L'importante è che siano sconosciuti, che abbiano qualcosa da darci e su cui si possa provare a far crescere qualcosa, Ci penseranno le parole, poi, ad addomesticare tutto..

Luttazzi vs berlusconi

..quella parola là la sottoscrivo...quella che inizia con v..

restyling e conti

Ho cambiato un po' i colori del blog, ho tolto quella vecchia tappezzeria. Mi sono dato all'azzurro. Non so perchè. La foto della mia gatta sta meglio con l'azzurro, su questo non c'è dubbio. Il resto conta poco.
A pensarci bene, la mia vita è piena di cose che contano poco. E a pensarci ancora meglio, non basta ammucchiare un'infinità di cose che contano poco per tirar fuori qualcosa che conta tanto. Non è mica come ammucchiare milioni di insignificanti monetine da un euro. Piuttosto, è come mettere insieme milioni di pezzi di puzzles diversi. Un'ammucchiata senza senso e senza valore.
Questo piovoso anticipo d'autunno dovrebbe mettermi tristezza, depressione, noia, tutte quelle cose normali che riempiono una vita normale. Invece mi sento più sereno del solito, forse perchè il mio stato d'animo si sente più in sintonia con il grigio che c'è di fuori. Lo so, è una contraddizione. O forse è solo un rassicurante compiacersi della propria malinconia. Compiacersi, sì. Cioè riversare nel puro compiacimento i pensieri e le emozioni di solito assorbiti dalla sola malinconia. In fondo mi importa poco quale sia la spiegazione, e mi importa poco se la spiegazione non c'è. In fondo. Anzi, neppure troppo in fondo,a dire il vero. Direi piuttosto che tutto questo è estremamente superficiale, splendidamente superficiale. Tutto questo grigio compiacimento di malinconia e pioggia e autunno mi fa stare meglio, ecco la cosa che conta. Che conta più di tutte le piccole cose insignificanti messe insieme.

lunedì 14 settembre 2009

sposs

Sono leggermante spossato. Con due s, mi raccomando. Anzi tre. Sono spossato dal weekend e dal cibo e anche dal lunedì. Mi servirebbe subito un altro weekend, però di quelli dove ci si riposa. Che ovviamente non esistono, perchè poi uno al weekend cerca sempre di fare delle cose per non annoiarsi, e allora il riposo non arriva mai. Forse perchè non è meritato. Voglio dire, se io me lo meritassi, mi riposerei, perchè se me lo meritassi vorrebbe dire che ho lavorato talmente tanto che non avrei voglia e forze nel weekend di fare nient'altro se non riposarmi.
Ma poi, uno deve per forza stancarsi prima di riposarsi? Non ci si può semplicemente riposare a prescindere? O, almeno, uno potrebbe prima riposarsi e dopo, con calma, quando ha tempo, spossarsi. Con due s, mi raccomando. Anzi tre.
Comunque, a parte il riposo, il metodo migliore per combattere la spossatezza è il divorzzio, o almeno la separazzione. Pessima battuta, d'accordo, avete ragione, pessima battuta. Proprio oggi che ricomincia la squola, certe cose non andrebbero scritte neppure per scherzo. Che poi ci ritroviamo con in bambini che già a 5 o 6 anni non sanno scrivere in italiano, e quelli 2 o 3 anni che non sanno neanche dire una frase di senso compiuto. E si pretende di insegnare loro le lingue straniere, figuariamoci. E poi invece vai in Inghilterra o in Germania e trovi bambini di 7 o 8 anni che sanno già parlare l'inglese o il tedesco alla perfezione. Dove finiremo di questo passo, dove?
Sono spossato, dio come sono spossato...

venerdì 11 settembre 2009

11/9

In questi otto anni siamo diventati così assuefatti all'immagine delle torri in fiamme che oggi abbiamo sostituito quell'immagine alle sensazioni e ai pensieri che hanno accompagnato quel momento. Le torri che bruciano e poi crollano sono diventate così normali, così tipiche dell'immaginario di questi anni, che hanno finito con il perdere la loro comunicatività e significatività. Io per esempio non riesco più a rendermi conto della gravità e dell'entità di quanto accaduto, se guardo quelle immagini. Hanno perso il loro risvolto di cronaca per diventare "simbolo" di un'epoca o di certi valori, ma così hanno perso tutta la loro immediatezza.
La cosa migliore che si potrebbe provare a fare in questo anniversario è ripulire quelle immagini da tutte le parole e gli usi che ne sono stati fatti, recuperare il loro significato originario, guardare le torri cadere senza musiche, senza commenti, senza replay. Non è forse sufficiente quello che raccontano da sole?

mercoledì 9 settembre 2009

pagine e vento

Un libro aperto dove c'è vento, e un lettore distratto che ogni tanto legge e ogni tanto si guarda attorno. E mentre si guarda attorno il vento gira le pagine, le fa scorrere all'indietro. E allora il lettore torna a leggere, ma su una pagina diversa da quella cui era arrivato, e per un po' va avanti senza accorgersi di aver fatto un balzo all'indietro. E così viene trasportato verso cose già lette, già conosciute, già vissute. Un po' per colpa del vento e un po' della sua distrazione che non gli fa capire subito di essere sulla pagina sbagliata, una pagina che aveva già voltato e su cui non c'è motivo di tornare. Ma poi continuando a leggere il lettore magari un motivo lo trova. Si accorge dell'errore, ma non importa, continua a leggere la pagina che il vento ha scelto per lui. Forse perchè scopre che quella pagina gli piace più dell'ultima a cui si era fermato, prima che il vento si alzasse a scompigliare tutto. E poi quando è di nuovo ora di voltare quella pagina vecchia, il lettore distratto, chissà perchè, alza di nuovo la testa e lascia perdere il libro. E allora il vento torna, fa scorrere altre pagine, e dopo un po' il lettore torna sul suo libro ma di nuovo le pagine sono andate indietro, in un punto imprecisato ma che pian piano diventa chiaro, un punto che forse, ma sì, vale la pena rileggere. E via così, forse all'infinito, senza mai sapere se il vento e la tua distrazione ti permetteranno di voltare una pagina una volta per tutte, e non tornarci sopra più.

domenica 6 settembre 2009

insincero

Vorrei capire quale potrebbe essere il costo della sincerità, e quale il guadagno. E se in fin dei conti il valore della sincerità sia una questione di costi e guadagni. Se siano le conseguenze a giustificare la sincerità, o se la sincerità basti a se stessa.
E si può essere "troppo" sinceri? Ha senso quest'espressione? Di certo si può esserlo troppo poco, ma questo "troppo" che senso ha? troppo per cosa? per pensare di non pagarne prima o poi le conseguenze? o "troppo poco" per pensare di potersi sentire lo stesso a posto con la coscienza?
Non so come funzioni in generale, ma mi basterebbe sapere cosa dovrei fare io. Devo essere sincero fino in fondo? Forse non prima di essere pronto a pagarne il prezzo, perchè il conto mi verrà presentato, non c'è dubbio. E sarà un prezzo più salato di quanto non lo sia stato quello che ho dovuto pagare finora per non essere stato davvero sincero. Ma forse quello che dovevo perdere l'ho già perso, il prezzo l'ho già pagato, e se riuscissi a essere sincero almeno con me stesso vedrei bene che è così.
Forse.
Questo "forse" è troppo grande per prendere una decisione adesso, è qui il vero problema.

giovedì 3 settembre 2009

autunno

E così l'autunno è arrivato, a quanto pare. Senza un minimo di preavviso, in anticipo di settimane, come se uno potesse presentarsi a casa tua o piazzarsi nel tuo giardino e tu te lo devi tenere. E' stato ieri verso le tre del pomeriggio, in un attimo di distrazione dell'estate. Un minuto prima era estate, e un minuto dopo l'autunno si era già preso tutto. All'inizio è stata una pioggia di sole foglie gialle che il vento ha scrollato via dagli alberi, poi la pioggià è diventata d'acqua e di cielo grigio, con appena qualche lampo e qualche tuono estivo, ma fondamentalmente una pioggia autunnale.
Io non ero pronto, non erano questi i patti. C'è un calendario, esigo che lo si rispetti. Magari domani l'estate torna, non si può mai dire. Anzi, è probabile che l'estate faccia in tempo a tornare, almeno per salutare prima del letargo. Però ormai quelle foglie sono cadute, ecco il punto, non posso far finta di non averle viste. Persino la mia gatta è indecisa se iniziare già adesso la sua stagione del divano. Sospetto che quelle foglie le abbia viste anche lei. Che facciamo, ci mettiamo il cuore in pace?

mercoledì 2 settembre 2009