lunedì 9 febbraio 2009

furto

Le parole non hanno più il loro significato. Ce lo hanno rubato. E allora le parole non esistono più. Tolto qualunque senso, restano solo dei suoni vuoti, dei rumori. Senza significato non rimane più niente. Non rimane neppure la cosa più importante di tutte, la possibilità di distinguere il torto dalla ragione, il giusto dallo sbagliato; perchè non si sa più di cosa si stia parlando quando si dice che una cosa è giusta e l'altra e sbagliata. Cosa sia una cosa e cosa sia l'altra. Rubarci le parole è la mossa più furba e pericolosa che possa fare chi sa di non poter avere ragione.
Basta guardare quello che hanno fatto alla libertà, maltrattata dall'ignoranza, dalla religione, da tutto quello che va contro e offende l'intelligenza delle persone. La libertà non esiste più, perchè la parola "libertà" ci è stata appena rubata. Se chi si oppone alla libertà di scegliere sulla propria vita e propria morte inizia impunemente ad autoproclamarsi portatore di libertà e, peggio ancora, trova gente che gli presta ascolto, allora sparisce la possibilità di capire da quale parte stia la libertà, da quale parte stia il giusto e da quale lo sbagliato. Sparisce la libertà stessa, perchè non c'è più la possibilità di intendersi l'un l'altro quando si usa questa parola.
C'è chi dice di voler difendere la libertà contro l'ingerenza dello Stato, e lo fa attraverso una legge dello Stato che vieta a tutti noi di scegliere liberamente se venire intubati e nutriti artificialmente. Se la libertà diventa questa cosa qui, allora la libertà non esiste più. Peggio, la libertà diventa la stessa cosa dell'imposizioni, un valore buono si confonde con un valore cattivo. Quello che era sbagliato cessa di esserlo, perchè il giusto e lo sbagliato spariscono insieme ai significati che queste parole avevano.
Norberto Bobbio diceva che il libro più prezioso di cui si dispone in tempi di crisi culturale è un buon dizionario. Forse è ora di ricominciare a sfogliarlo, per provare a insegnare a chi vende fumo e religione il significato delle parole che una volta si potevano liberamente usare.

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