mercoledì 25 febbraio 2009

conti

Dunque si torna al nucleare, a quanto pare. Appunto, a quanto pare. Perchè per fortuna poi la realtà è un'altra cosa. La miglior motivazione per il ritorno al nucleare è stata "ma tanto ce l'hanno già in Francia. Se succede un incidente lì è come se succedesse qui". Bella. Ottima ragione, direi.
Comunque, per fortuna, la realtà è un'altra cosa. Al nucleare non si torna. Non conviene a nessuno, a parte quei due o tre gruppi che hanno intenzione di investirci. Se le centrali saranno pronte per il 2020, l'energia nuclera sarà già preistoria. Ed è vero che noi siamo l'Italia, e quindi andiamo sempre nella direzione opposta agli altri (preferibilmente all'indietro quando gli altri vanno avanti), ma c'è motivo di sperare che nel 2020 tra eolico e solare e altre fonti alternative ci si sarà lasciati il nucleare alle spalle.
Quello che non capisco è perchè nel considerare i rischi, seppur limitati, del nucleare si consideri solo la probabilità che si verifichi un incidente, e non quanto le conseguenze dell'incidente potrebbero influire nell'accettabilità di un rischio. Voglio dire, l'assunzione di un rischio è "razionale" non solo riguardo a un calcolo di probabilità e ai benefici che se ne traggono, ma anche (anzi, soprattutto)riguardo a cosa si sta rischiando.
La probabilità di rimanerci secco alla roulette russa è bassa, ma io non rischierei mai. La probabilità di smenarci 5 euro comprando un biglietto della lotteria è altissima, ma io me li gioco lo stesso.
E il nucleare? Certo, la probabilità che non succeda niente è molto, molto alta (forse più che nella lotteria). Ma cosa si sta rischiando? Secondo me, non conviene giocare, poi però fate come volete eh.

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