giovedì 5 febbraio 2009

capienza

Stavo facendo un rapido conto delle cose che non ho capito. In generale, intendo. Dalla matematica alla vita di tutti i giorni ai misteri dell'universo al funzionamento dei computer. Suppongo che fare il conto delle cose che non si capiscono sia molto più semplice che fare il conto delle cose che non si conoscono. Le cose che non capisco so che ci sono e quante sono, solo che non le capisco. Le cose che non conosco non so quante siano, altrimenti le conoscerei. A dire la verità, non credo che l'espressione "cose che non conosco" abbia senso. Cos'è una cosa che non conosco? Direi che ho trovato un'altra cosa che non capisco. O forse che non conosco. Insomma, non conosco o non capisco le cose che non conosco?
Ma poi mi chiedevo: per ogni cosa che esiste, esiste anche qualcuno che la conosce? Evidentemente no. Ci sono cose che esistono e nessuno ne sa niente. E ovviamente ci sono anche cose che esistono e che nessuno capisce. Poi però ci sono anche le cose che non esistono e qualcuno conosce. O, meglio , crede di conoscere. Per esempio dio, che è la cosa meno comprensibile e più conosciuta da tutti, pur non esistendo. Ma se uno conosce, o dice di conoscere, una cosa che non esiste, come fa a consocerla? Forse la conosce solo perchè crede di averla capita. In altri termini, io ho capito il concetto di dio, quindi lo conosco. Cioè, la mia conoscenza di dio mi deriva dalla comprensione del concetto, non dalla sua esistenza.
E' molto più semplice, credo, per quelli come me, che non avendo nè capito nè conosciuto dio, non devono neppure perdere tempo a chiedersi se esista. Al limite si farà vivo lui, il mio numero è sull'elenco

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