sabato 28 febbraio 2009

tutto qui

Non capisco proprio chi dice che non si può aver tutto dalla vita. Io, per esempio, ho provato a cercare altrove, ma vi assicuro che è impossibile. Se si vuole tutto, è dentro alla vita che bisogna guardare. Perchè anche se per puro caso uno riuscisse a metter la testa fuori, forse troverebbe tutto, è vero, ma difficilmente se ne accorgerebbe. Io sconsiglio chiunque di mettere la testa fuori dalla vita, dove diventa difficile persino respirare, camminare, vivere o cose così. E, dopotutto, sarebbe uno sforzo vano, perchè sono sicuro che tutto quello che si può volere è già qua dentro, dove si respira, si cammina e si vive senza problemi. Il vero problema, semmai, è che il posto qui è troppo grande per riuscire a cercare proprio dappertutto, in ogni angolo, sotto ogni tappeto, in cima a ogni montagna, in fondo a ogni mare, dietro ogni stella, e via dicendo. E quello che uno cerca, quando uno cerca tutto, è sempre ben nascosto, anche se lo si trova ovunque. Perchè per ogni posto in cui lo si cerca e magari lo si trova, ci sono contemporaneamente un'infinità di posti in cui non lo si sta cercando, è c'è da scommetterci che quello che uno cerca, anche quando lo trova, rimane sempre comunque anche altrove.

mercoledì 25 febbraio 2009

conti

Dunque si torna al nucleare, a quanto pare. Appunto, a quanto pare. Perchè per fortuna poi la realtà è un'altra cosa. La miglior motivazione per il ritorno al nucleare è stata "ma tanto ce l'hanno già in Francia. Se succede un incidente lì è come se succedesse qui". Bella. Ottima ragione, direi.
Comunque, per fortuna, la realtà è un'altra cosa. Al nucleare non si torna. Non conviene a nessuno, a parte quei due o tre gruppi che hanno intenzione di investirci. Se le centrali saranno pronte per il 2020, l'energia nuclera sarà già preistoria. Ed è vero che noi siamo l'Italia, e quindi andiamo sempre nella direzione opposta agli altri (preferibilmente all'indietro quando gli altri vanno avanti), ma c'è motivo di sperare che nel 2020 tra eolico e solare e altre fonti alternative ci si sarà lasciati il nucleare alle spalle.
Quello che non capisco è perchè nel considerare i rischi, seppur limitati, del nucleare si consideri solo la probabilità che si verifichi un incidente, e non quanto le conseguenze dell'incidente potrebbero influire nell'accettabilità di un rischio. Voglio dire, l'assunzione di un rischio è "razionale" non solo riguardo a un calcolo di probabilità e ai benefici che se ne traggono, ma anche (anzi, soprattutto)riguardo a cosa si sta rischiando.
La probabilità di rimanerci secco alla roulette russa è bassa, ma io non rischierei mai. La probabilità di smenarci 5 euro comprando un biglietto della lotteria è altissima, ma io me li gioco lo stesso.
E il nucleare? Certo, la probabilità che non succeda niente è molto, molto alta (forse più che nella lotteria). Ma cosa si sta rischiando? Secondo me, non conviene giocare, poi però fate come volete eh.

lunedì 23 febbraio 2009

mezze stagioni

Oggi, 23 febbraio, alle 4 del pomeriggio, in camera mia, ho ucciso la prima zanzara del 2009.
Mi sembrava importante registrarlo.
23 febbraio.
Ci sarebbe da rifletterci sopra.
Lo farò con le coccinelle che da un paio di mesi mi hanno invaso la casa.

domenica 22 febbraio 2009

ascolto

Se solo il mondo sapesse ascoltare. Tacere. Ascoltare.
Se solo le persone sapessero ascoltare. Mettersi da parte, lasciar via se stessi,dare spazio a quello che c'è da sentire.
Se solo si potesse ascoltare in silenzio.
Il mondo non è muto, parla dappertutto, da sempre. Ma c'è sempre una voce troppo forte che non lascia sentire. Una voce troppo impegnata a dire "io", troppo attenta ad ascoltarsi per poter sentire quel discorso che non ha nè un "io" nè un "tu", ma che è solo il discorso di qualcosa che chiede di essere ascoltato. Niente di più. Forse però troppo, di questi tempi.
Se solo si potesse ascoltare, tacere. Sgonfiare la parola "io" finchè non rimane solo il suono del mondo.

sabato 21 febbraio 2009

ego

Torno a casa dopo quattro giorni e la mia gatta che fa? Mi vede, sbadiglia, si avvicina alla finestra e miagola che vuole uscire a prendere aria. Così, completamente indifferente. Che io ci sia o non ci sia non le cambia la vita. C'era da aspettarselo. A volte penso che tutta la fatica che serve per conquistarsi un minimo di affetto da parte di un gatto sia una fatica vana. Non c'è mai un risultato, soltanto a volte la debole illusione che ci sia qualcosa di più profondo dietro il suo strofinarsi e rannicchiarsi e farsi grattare la pancia. Ma no, è solo egoismo. Puro egoismo felino. La mia gatta mi usa, questa è la verità. E mi usa perchè non c'è nessun altro disposto a tenerla in braccio sul divano mentre lei fa le fusa e dorme e si gongola nelle carezze. L'affetto non c'entra nulla. Le basta quello che riceve, non le serve darlo. Ma non ha assolutamente bisogno neppure di quello che riceve. E' contenta di prenderselo e di utilizzarlo per il suo sollazzo, ma se non c'è va bene lo stesso. Si dorme uguale, si mangia uguale, si gironzola di notte uguale.
Dio, quanto adoro i gatti...

lunedì 16 febbraio 2009

a/r

Me ne vado. Appena prima di tornare, me ne vado. Cioè, più che altro mi mandano via. Ma solo da qui a là, andata e ritorno. Perchè mi fanno anche tornare, dopo avermi mandato via. Quattro giorni, prima vado poi torno, chè fare il contrario sarebbe difficile, oltre che insensato. Più che difficile, direi anzi impossibile. Insensato e impossibile. Per questo ho deciso di non farlo, e di affidarmi ancora una volta al metodo tradizionale. Appunto, quello che prima si va e poi si torna. Sarà banale, ma è ancora il sistema più efficace e diffuso.
Vado a parlare a della gente, e a sentire della gente che mi parla. Ascolterò di certo cose più interessanti di quelle di cui parlerò. Ascolterò gente che parla meglio di come io parlerò. Magari io ascolterò meglio loro di come loro ascolteranno me. Beh, una cosa la posso dire di certo: chissenefrega. Chissenefrega di come mi ascoltano e di come parlano e di quanto meglio parlino. Questo però evito di dirlo, se mi ricordo. E se mi scappa di dirlo lo stesso, beh, chissenefrega. Anche questo però è meglio se evito di dirlo. E se mi scappa lo stesso, beh, chissenefrega di nuovo. Ho comunque già messo nella valigia i sacchetti per infilarci dentro la testa, così là al buio posso dire chissenefrega quante volte voglio senza essere visto.

sabato 14 febbraio 2009

non sa/non risponde

Se becco quello che ha inventato S.Valentino...anzi, se becco S.Valentino in persona...!
Il significato della festa degli innamorati non mi è per niente chiaro. Si intende la festa delle persone che sono innamorate, o delle persone che sono innamorate le une delle altre?
Perchè se è solo la festa "degli innamorati", allora è la festa di tutti, o quasi tutti. Chi non è innamorato? Come si fa a non esserlo? A cosa pensa tutto il giorno uno che non è innamorato? Intendo a cosa pensa di importante, a cosa pensa fra le cose che vale la pena pensare...non lo so, non vedo come sia possibile.
Non serve stare insieme a qualcuno per poter dire di essere innamorati, proprio come non sempre si sta insieme a qualcuno perchè se ne è innamorati. E allora secondo me S.Valentino è la festa degli accoppiati ma anche degli scoppiati, dei soli e degli accompagnati,meglio se soli o se bene accompagnati. Ma dei male accompagnati no, san Valentino non è la loro festa. Male accompagnati sono i non innamorati che si accompagnano gli uni agli altri, per motivi diversi dall'amore, evidentemente. Perchè dopotutto essere innamorati è solo uno dei possibili motivi dell'accompagnarsi gli uni agli altri in quel modo in cui si accompagnano uno e una, insomma due, insomma quelli che si dicono "sì" e "sempre" e "mai" e "noi". Ho provato a pensare a un elenco, e non avete idea quanto sia lungo. Soldi, stabilità, sicurezza, amore, convenienza, paura del futuro, non sa/non risponde. E credo che l'ultimo sia il motivo più diffuso. O forse no, chi lo sa. Non lo so, non rispondo. Non voglio rispondere. Ma difficilmente si otterrebbero risposte sincere, se si chiedesse a qualcuno il perchè- Sì, il perchè di quella cosa lì insomma. Il perchè ci sia bisogno di stare insieme alle altre persone. E il perchè esserne innamorati non sia sufficiente. E sufficiente a cosa poi?

mercoledì 11 febbraio 2009

semplice semplice

Il commento del paparatzi alla morte di Eluana Englaro è stato: "la vita non è un bene disponibile". Si può appena tollerare uno che dice una cosa così, ma che ci sia gente disposta a dargli ragione è molto, molto preoccpuante. Perchè la vita non dovrebbe essere un bene disponibile? Perchè me l'ha data Dio? Bene, allora chi crede in Dio, anzi, in quel Dio, considererà la propria vita come non disponibile, e si comporterà di conseguenza. Chi non crede in Dio, o in quel Dio, farà altre scelte, e disporrà della propria vita come meglio crede. Sono troppo ottuso io, o questa è una cosa semplice, chiara e banalmente vera? Il discorso morale finisce qui, non c'è nient'altro da aggiungere. Da qui in poi inizia il discorso politico e legislativo. Ora, bisogna decidersi una volta per tutte, e per questo il caso Englaro è così importante e simbolico. O viviamo in uno stato religioso, cattolico, in una teocrazia, e allora va bene, la vita non è disponibile per legge e per decreto divino, quindi non è disponibile per nessuno. Oppure viviamo in uno stato laico, uno stato di diritto, dove ognuno è libero di scegliersi i propri valori e la propria religione, di dare un proprio senso alla propria vita, con l'unico limite di non calpestare la liberà e i diritti altrui.
Il nostro governo ha scelto la prima strada, ed è una strada sbagliata. Ha obbedito alla Chiesa, anche se non lo ammetteranno mai (infatti è quasi ridicolo lo sforzo con cui i cattolici provano a inventarsi argomenti laici e razionali per dare un'apparenza di serietà alle loro posizioni).
Adesso, a me questo discorso sembra fin troppo elementare e scontato. Persino un bambino di cinque anni lo capirebbe. Non capisco su che basi si dia retta a chi dice il contrario. Anzi, quello che non capisco è: ma per gli italiani che votano questa gente è tanto difficile rendersi conto della mentalità medievale e arrogante che sta dietro a certe leggi?

lunedì 9 febbraio 2009

furto

Le parole non hanno più il loro significato. Ce lo hanno rubato. E allora le parole non esistono più. Tolto qualunque senso, restano solo dei suoni vuoti, dei rumori. Senza significato non rimane più niente. Non rimane neppure la cosa più importante di tutte, la possibilità di distinguere il torto dalla ragione, il giusto dallo sbagliato; perchè non si sa più di cosa si stia parlando quando si dice che una cosa è giusta e l'altra e sbagliata. Cosa sia una cosa e cosa sia l'altra. Rubarci le parole è la mossa più furba e pericolosa che possa fare chi sa di non poter avere ragione.
Basta guardare quello che hanno fatto alla libertà, maltrattata dall'ignoranza, dalla religione, da tutto quello che va contro e offende l'intelligenza delle persone. La libertà non esiste più, perchè la parola "libertà" ci è stata appena rubata. Se chi si oppone alla libertà di scegliere sulla propria vita e propria morte inizia impunemente ad autoproclamarsi portatore di libertà e, peggio ancora, trova gente che gli presta ascolto, allora sparisce la possibilità di capire da quale parte stia la libertà, da quale parte stia il giusto e da quale lo sbagliato. Sparisce la libertà stessa, perchè non c'è più la possibilità di intendersi l'un l'altro quando si usa questa parola.
C'è chi dice di voler difendere la libertà contro l'ingerenza dello Stato, e lo fa attraverso una legge dello Stato che vieta a tutti noi di scegliere liberamente se venire intubati e nutriti artificialmente. Se la libertà diventa questa cosa qui, allora la libertà non esiste più. Peggio, la libertà diventa la stessa cosa dell'imposizioni, un valore buono si confonde con un valore cattivo. Quello che era sbagliato cessa di esserlo, perchè il giusto e lo sbagliato spariscono insieme ai significati che queste parole avevano.
Norberto Bobbio diceva che il libro più prezioso di cui si dispone in tempi di crisi culturale è un buon dizionario. Forse è ora di ricominciare a sfogliarlo, per provare a insegnare a chi vende fumo e religione il significato delle parole che una volta si potevano liberamente usare.

sabato 7 febbraio 2009

rassegnato

Sono sempre più schifato da questo Paese. Non riesco neppure più a essere arrabbiato, solo rassegnato, Rassegnato all'arroganza e soprattutto all'ignoranza di chi ci governa, di chi crede di poter decidere anche sulla vita e sulla morte di persone che non conosce, forse per il suo delirio di onnipotenza di sostituirsi al padreterno. Si è sempre occupato di televisioni e del modo di restare fuori di galera, adesso fa discorsi sull'eutanasia e sulla bioetica senza mai aver saputo cosa fosse. Un omuncolo come quello non sarebbe al governo in nessun altro Paese. Si è sempre riso sopra la sua superficialità e le sue barzellette, adesso la sua superficialità la iniziamo a pagare molto cara. Oggi è una donna in un letto d'ospedale, ma tra un po' potrebbe toccare a ognuno di noi. Non capisco davvero. Non capisco cosa ci sia nella testa di chi lo vota, non capisco a quante cose si possa ancora passare sopra prima di rendersi conto con chi si sta avendo a che fare. Non sono più arrabbiato, solo rassegnato a vivere in un paese come questo, dove chi ci governa pretende di prendere il posto del papà di una donna che non conosce, disprezza il suo dolore, mette la propria persona davanti a tutto, persino alla vita e alla morte di tutti noi. Perchè questa cosa riguarda tutti noi, che stiamo mettendo la nostra vita e la nostra morte nelle mani di un fanatico.
Rassegnato, sono davvero rassegnato.

giovedì 5 febbraio 2009

capienza

Stavo facendo un rapido conto delle cose che non ho capito. In generale, intendo. Dalla matematica alla vita di tutti i giorni ai misteri dell'universo al funzionamento dei computer. Suppongo che fare il conto delle cose che non si capiscono sia molto più semplice che fare il conto delle cose che non si conoscono. Le cose che non capisco so che ci sono e quante sono, solo che non le capisco. Le cose che non conosco non so quante siano, altrimenti le conoscerei. A dire la verità, non credo che l'espressione "cose che non conosco" abbia senso. Cos'è una cosa che non conosco? Direi che ho trovato un'altra cosa che non capisco. O forse che non conosco. Insomma, non conosco o non capisco le cose che non conosco?
Ma poi mi chiedevo: per ogni cosa che esiste, esiste anche qualcuno che la conosce? Evidentemente no. Ci sono cose che esistono e nessuno ne sa niente. E ovviamente ci sono anche cose che esistono e che nessuno capisce. Poi però ci sono anche le cose che non esistono e qualcuno conosce. O, meglio , crede di conoscere. Per esempio dio, che è la cosa meno comprensibile e più conosciuta da tutti, pur non esistendo. Ma se uno conosce, o dice di conoscere, una cosa che non esiste, come fa a consocerla? Forse la conosce solo perchè crede di averla capita. In altri termini, io ho capito il concetto di dio, quindi lo conosco. Cioè, la mia conoscenza di dio mi deriva dalla comprensione del concetto, non dalla sua esistenza.
E' molto più semplice, credo, per quelli come me, che non avendo nè capito nè conosciuto dio, non devono neppure perdere tempo a chiedersi se esista. Al limite si farà vivo lui, il mio numero è sull'elenco

martedì 3 febbraio 2009

medioevo italia

Dunque è apparsa una madonna, in Piemonte. La madonna di Medjugorie. E' andata in trasferta. In realtà non è che sia proprio apparsa, come il titolo che ho letto sembrava lasciare intendere. E' solo una veggente che è andata in trasferta in Piemonte, e a quanto pare la madonna appare solo a lei. Pare che appare, insomma, anche se non pare che appaia a tutti, a quanto pare. I pellegrini si sono radunati tutti in chiesa, e all'apparire della veggente a quanto pare è apparsa puntuale anche la madonna. Nostra signora dell'abracadabra.Pareva quasi che non c'era, ma a quanto pare c'era. O così pare.
Quasi nello stesso istante, vicino a Lecco, un gruppo di invasati cattolici si è radunato fuori da un ospedale e ha cercato di impedire a un'ambulanza di trasferire Eluana Englaro in una clinica, dove se dio vuole finalmente verrà lasciata morire in santa pace. Eluana Englaro, se qualcuno ancora non lo sapesse, è un corpo morto cui da diciassette anni vengono fatte ingerire con la forza delle specie di alimenti per far sì che la sua respirazione continui, come quella dei vegetali. La cosa peggiore che possa capitare a una persona, insomma. Sembrava impossibile, e invece eccolo qui, un destino peggiore della morte stessa, perchè è come essere morti, solo senza quel rispetto e quel silenzio che ai morti è concesso.
Poche ore dopo, un bel po' di politici di destra e sinistra e sopra e sotto hanno chiesto che il governo facesse qualcosa per salvaguardare la sacralità della vita umana che, come dimostrano i recenti esperimenti scientifici, non appartiene a noi uomini, ma solo a Dio, ed è Dio che deve decidere. Anzi, non proprio Dio in persona, a dir la verità, perchè non tutti sentono la Sua voce. Lui parla in privato solo ai veggenti, al papa, ai vescovi, quasi come la madonna. Poi gli illuminati ci riferiscono e noi dobbiamo obbedire, perchè recenti esperimenti scientifici hanno dimostrato che Dio esiste e i vescovi lo vedono.
Quindi non è che uno abbia voce in capitolo quando deve decidere per sè. Bisogna prima consultarsi con i veggenti. Sentire cosa riferiscono ai veggenti da lassù, poi eseguire. Fare le leggi, minacciare gli ospedali, far soffrire le persone. Insomma, qualunque cosa, basta che si lasci decidere a Dio. E' scientificamente provato che credere in Dio ci farà andare tutti in Paradiso, anche quelli che non ci vogliono andare.
Il medioevo continua...

lunedì 2 febbraio 2009

meteo

Le previsioni del tempo prevedono il tempo, ma di solito hanno la vista un po' appannata. A volte sono abbagliati dal troppo sole, e non vedono che il tempo sarà bello. A volte hanno problemi a scrutare il tempo attraverso la pioggia, e non riescono a vedere che pioverà. Ma c'è una circostanza in cui le previsioni non sbagliano mai. Quando le previsioni sono brutte. Se senti le previsioni che dicono che ci sarà il sole, allora non c'è modo di sapere che tempo farà (almeno per le previsioni italiane). Stesso discorso quando le previsioni prevedono pioggia o deboli precipitazioni. Ma quando dicono che nevica non c'è proprio storia, la neve arriva puntuale. Azzeccano pure i centimetri che cadranno e l'ora in cui smetterà. Dev'essere più semplice prevedere la neve, suppongo. Allora gradirei che adesso quelli delle previsioni prevedessero che questa è stata l'ultima nevicata di questo inverno schifoso, che segue direttamente un autunno schifoso e un'estate schifosa e probabilmente precederà una primavera altrettanto schifosa come schifose saranno tutte le stagioni a venire.
Parlo del tempo, ovviamente. O no?