"di giorno il sole esiliato gira intorno alla terra come una madre in lutto con una lanterna in mano"
...
"- La gente si preparava sempre al domani. A me sembrava assurdo. Il domani non si stava certo preparando per loro. Non sapeva neppure che esistessero
- Già
- Anche se uno sapesse cosa fare, non saprebbe cosa fare comunque. Non saprebbe se lo vuole fare o no. Cosa farebbe lei se fosse l'ulitmo rimasto? Cosa farebbe se la colpa fosse sua?
- Lei vorrebbe morire?
- No. Ma forse vorrei essere già morto. Quando uno è vivo la morte ce l'ha sempre di fronte.
[...]
- Ma se uno fosse l'ultimo uomo sulla faccia della terra, come farebbe a saperlo?, disse
- Beh, suppongo che non lo saprebbe. Lo sarebbe e basta.
- Non lo saprebbe nessuno.
- Non cambierebbe nulla. Quando si muore è come se morissero anche tutti gli altri.
- Immagino che Dio lo saprebbe, dico bene?
- Non c'è nessuno Dio.
- Ah, no?
- Non c'è nessun Dio e noi siamo i suoi profeti"
(Cormack McCarthy, La strada)
sabato 31 gennaio 2009
giovedì 29 gennaio 2009
nichilismo
L'indifferenza che la mia gatta ostenta davanti alle notizie del tg mi lascia basito. Stasera se ne è rimasta impassibile ad ascoltare i dati sulla disoccupazione, come se la cosa non la riguardasse. Poi mi ha guardato, ha strizzato un po' gli occhi in segno di disprezzo e si è stravaccata sul divano.
A volte penso che la mia gatta sia profondamente nichilista. Il suo distacco dalla vita è pressochè totale. Non riesce a trovare un senso in niente, se non nel dormire e nel correr dietro a qualche volatile. Non ha progetti per il futuro, se non quelli che riguardano la scelta della poltrona o del divano. Porta in giro la sua coda come un corpo estraneo, lascia ciuffi di pelo ovunque senza alcun rimorso. Si lava il muso con una zampa per rimarcare la sua totale indipendenza da tutto e da tutti.
E io ho idea che piano piano, senza accorgermene, stia prendendo le abitudini della mia gatta. D'altra parte lo dicono tutti che si finisce sempre con l'assomigliare ai propri padroni. E questo vale per i cani così come per gli uomini
A volte penso che la mia gatta sia profondamente nichilista. Il suo distacco dalla vita è pressochè totale. Non riesce a trovare un senso in niente, se non nel dormire e nel correr dietro a qualche volatile. Non ha progetti per il futuro, se non quelli che riguardano la scelta della poltrona o del divano. Porta in giro la sua coda come un corpo estraneo, lascia ciuffi di pelo ovunque senza alcun rimorso. Si lava il muso con una zampa per rimarcare la sua totale indipendenza da tutto e da tutti.
E io ho idea che piano piano, senza accorgermene, stia prendendo le abitudini della mia gatta. D'altra parte lo dicono tutti che si finisce sempre con l'assomigliare ai propri padroni. E questo vale per i cani così come per gli uomini
mercoledì 28 gennaio 2009
!
anzi no, mi è venuta in mente una cosa interessante. c'è il nuovo album di bruce. Stavolta ci ha preso. Oh sì, ci ha preso eccome. D'altra parte non si poteva pensare che ne sbagliasse due di fila. Voglio dire, Bruce ha scritto una cosa così:
perchè le cose che per noi sono più preziose scivolano via nel tempo
finchè alla musica diventiamo sordi, alla bellezza di dio ciechi?
perchè le cose che ci uniscono lentamente ci fanno separare
finchè sprofondiamo nella nostra stessa oscurità, stranieri ai nostri stessi cuori?
Eccolo, è di nuovo lui
perchè le cose che per noi sono più preziose scivolano via nel tempo
finchè alla musica diventiamo sordi, alla bellezza di dio ciechi?
perchè le cose che ci uniscono lentamente ci fanno separare
finchè sprofondiamo nella nostra stessa oscurità, stranieri ai nostri stessi cuori?
Eccolo, è di nuovo lui
(s)comunicato
siccome che non ciò hinternet a casa, non posso aggiornare il blog per qualche giorno ancora. E' inutile che i miei fan mi mandino lettere di protesta, non serve a gnente. Per un po' si accontentino dei banali blog che ci sono nel web. D'altra parte non avevo niente di interessante da dire in questi giorni, perchè non è un periodo molto interessante e forse neppure una vita molto interessante. La mia gatta sta bene comunque, il resto conta poco.
lunedì 19 gennaio 2009
balla
Benigni dice che bisogna voler bene alla vita, perchè è l'unica cosa che Dio ci ha dato. Perchè non è che ci ha dato la vita più qualcos'altro, di modo che se non piace una cosa si può prendere quell'altra. No. C'è la vita e basta. E allora bisogna volerle bene. Infatti, dice Benigni, state certi che morire è l'ultima cosa che lui farà.
Ora, che si debba volere bene alla vita può anche darsi. Che è l'unica cosa che abbiamo è senz'altro vero. Che ce l'ha data Dio è molto, molto probabilmente falso. Bisognerebbe smetterla di tirare in ballo Dio ogni volta che si dice qualcosa, e di usare il vocaboloario dei miracoli ogni volta che si racconta qualcosa. L'altro giorno ho visto un programma in televisioni dove si parlava dei vari maghi e cartomanti che vendono previsioni e amuleti in televisione. Dalla parte di quelli "razionali" che contestavano queste cose c'era un prete. Un prete, santo dio, un prete! Il papa ha appena proposto di fare santo un certo tizio perchè, dice il papaRatzi, è stato accertato che il tizio ha fatto un miracolo quando era in vita. Quindi io adesso vorrei capire: maghi e cartomanti no, ma uno che mi viene a parlare di guarigioni miracolose sì. Io dico, ci vuole un po' rigore. Su che basi dovrei credere ai miracoli dei santi e non alle profezie degli astrologi, visto che entrambe sono cose paranormali e senza un fondamento nella realtà e nella ragione? I preti non devono stare dalla parte di quelli razionali, ma dalla parte di quelli che le sparano grosse. No, perchè il giochetto di fare stare il prete dalla parte di là è molto subdolo e fa parte della mentalità italo-vaticana che ci sta facendo tornare al medioevo. Siccome noi siamo il Paese dove ancora oggi in molti credono che ogni anno il sangue di San Gennaro diventi per miracolo liquido e in cui si mette il cadavere di Padre Pio in mostra per i pellegrini, è ora che qualcuno faccia qualcosa per tirarci fuori da questa ottusità dilagante.
Solo questo vorrei, che un po' tutti la si smettesse di tirare in ballo Dio per ogni cosa. Altrimenti non ce la caviamo più, stiamo qui ad aspettare che Dio venga giù a risolvere i problemi invece di iniziare a risolverli noi e, altra cosa tipicamente cattolica, pensiamo che siamo autorizzati a fare qualunque cosa perchè tanto poi si va a Messa e quindi Dio ci perdona tutto.
Dio non balla,anche se forse è! una balla. Non c'è niente da fare, quindi per favore non tiriamolo in ballo più.
Ora, che si debba volere bene alla vita può anche darsi. Che è l'unica cosa che abbiamo è senz'altro vero. Che ce l'ha data Dio è molto, molto probabilmente falso. Bisognerebbe smetterla di tirare in ballo Dio ogni volta che si dice qualcosa, e di usare il vocaboloario dei miracoli ogni volta che si racconta qualcosa. L'altro giorno ho visto un programma in televisioni dove si parlava dei vari maghi e cartomanti che vendono previsioni e amuleti in televisione. Dalla parte di quelli "razionali" che contestavano queste cose c'era un prete. Un prete, santo dio, un prete! Il papa ha appena proposto di fare santo un certo tizio perchè, dice il papaRatzi, è stato accertato che il tizio ha fatto un miracolo quando era in vita. Quindi io adesso vorrei capire: maghi e cartomanti no, ma uno che mi viene a parlare di guarigioni miracolose sì. Io dico, ci vuole un po' rigore. Su che basi dovrei credere ai miracoli dei santi e non alle profezie degli astrologi, visto che entrambe sono cose paranormali e senza un fondamento nella realtà e nella ragione? I preti non devono stare dalla parte di quelli razionali, ma dalla parte di quelli che le sparano grosse. No, perchè il giochetto di fare stare il prete dalla parte di là è molto subdolo e fa parte della mentalità italo-vaticana che ci sta facendo tornare al medioevo. Siccome noi siamo il Paese dove ancora oggi in molti credono che ogni anno il sangue di San Gennaro diventi per miracolo liquido e in cui si mette il cadavere di Padre Pio in mostra per i pellegrini, è ora che qualcuno faccia qualcosa per tirarci fuori da questa ottusità dilagante.
Solo questo vorrei, che un po' tutti la si smettesse di tirare in ballo Dio per ogni cosa. Altrimenti non ce la caviamo più, stiamo qui ad aspettare che Dio venga giù a risolvere i problemi invece di iniziare a risolverli noi e, altra cosa tipicamente cattolica, pensiamo che siamo autorizzati a fare qualunque cosa perchè tanto poi si va a Messa e quindi Dio ci perdona tutto.
Dio non balla,anche se forse è! una balla. Non c'è niente da fare, quindi per favore non tiriamolo in ballo più.
sabato 17 gennaio 2009
successo
Mi ricordo ancora molto bene di quella volta che non successe nulla. Io me ne stavo lì per i fatti miei, intento a fare non mi ricordo più cosa. All'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, eccolo lì. Proprio alle mie spalle. Feci appena in tempo a voltarmi e mi resi subito conto che non stava succedendo nulla. E, quel che è peggio, continuò a non succedere nulla per parecchi, interminabili minuti. Tutti quelli che c'erano se ne accorsero, ne sono sicuro, ma era come se la cosa non li riguardasse, completamente indifferenti, come se stessero normalmente succedendo cose. Io, però, ne rimasi parecchio colpito, e iniziai a farmi prendere dal panico. Perchè non è un buon segno quando non succede nulla, sapete. Si resta spaesati, si aspetta che qualcosa succeda, forse si ha paura che qualcosa succeda. Sta di fatto che non auguro a nessuno di trovarsi in un posto dove non succede nulla.
Appena realizzato quello che stava succedendo, cioè nulla, ho subito chiamato i vigili del fuoco. Al centralino mi hanno chiesto cosa fosse successo. Assolutamente nulla, ho risposto. Hanno mandato subito una squadra di soccorso, e sono arrivate anche due pattuglie della polizia. Dov'è il posto?, mi chiedono appena mi vedono. Laggiù in fondo, indico, proprio in mezzo a quelle due cose che stanno succedendo. Appena individuato il punto preciso, poliziotti e vigili del fuoco si sono precipitati, e in men che non si dica hanno provveduto a far succedere qualcosa. Non ci è voluto molto, per fortuna, ma che spavento...se non fosse stato per l'efficenza delle forze dell'ordine avrebbe potuto continuare a non succedere nulla per anni.
Comunque, anche fino a qualche secondo fa avevo l'impressione che non stesse succedendo nulla, ma stavolta non mi sono fatto prendere dal panico, e ho pensato subito a fare succedere qualcosa.Sapete cosa succede adesso? Me ne vado a dormire, ecco cosa succede
Appena realizzato quello che stava succedendo, cioè nulla, ho subito chiamato i vigili del fuoco. Al centralino mi hanno chiesto cosa fosse successo. Assolutamente nulla, ho risposto. Hanno mandato subito una squadra di soccorso, e sono arrivate anche due pattuglie della polizia. Dov'è il posto?, mi chiedono appena mi vedono. Laggiù in fondo, indico, proprio in mezzo a quelle due cose che stanno succedendo. Appena individuato il punto preciso, poliziotti e vigili del fuoco si sono precipitati, e in men che non si dica hanno provveduto a far succedere qualcosa. Non ci è voluto molto, per fortuna, ma che spavento...se non fosse stato per l'efficenza delle forze dell'ordine avrebbe potuto continuare a non succedere nulla per anni.
Comunque, anche fino a qualche secondo fa avevo l'impressione che non stesse succedendo nulla, ma stavolta non mi sono fatto prendere dal panico, e ho pensato subito a fare succedere qualcosa.Sapete cosa succede adesso? Me ne vado a dormire, ecco cosa succede
mercoledì 14 gennaio 2009
inciampi
Come quando sembra che il tempo passi, e che qualcosa debba succedere a un certo punto. Sì, ma quando? E a chi? A me, proprio a me?Con tutta la gente che c'è, proprio qui, proprio a me...improbabile, molto improbabile. E però sembra proprio che il tempo passi, e nessuno se ne preoccupa, nessuno fa nulla. E pensare che basterebbe così poco, un fatto qualunque, magari anche solo un sorriso o una mezza parola. Qualcosa che succeda, insomma. Quando qualcosa succede il tempo inciampa, traballa, rallenta, forse addirrittura si ferma. E' il solo modo per cancellare quella vaga impressione del tempo che sembra che passi. Ma un inciampo del tempo non è roba da tutti i giorni, e anzi più a lungo lo si è fatto passare, più straordinario dev'essere l'avvenimento che fa inciampare il tempo. Adesso che siamo a sedici minuti dopo la mezzanotte di questo quindici gennaio duemilanove, cosa mai potrebbe succedere? E domani mattina, quando le ore inizieranno a mangiarsi anche la nuova giornata, cosa ci si potrebbe inventare per fermare quell'indigestione senza fine? Perchè il tempo ha sempre così tanta fame di cose, e non lascia niente dietro di sè, niente per noi che siamo sempre lì a controllarlo e ci preoccupiamo sempre per lui? Il tempo non ha rispetto, questa è la verità. E' egoista, è ingordo, pensa solo a sè. Il solo posto dove ci si possa mettere in salvo da lui è su questo cuscino che anche stasera mi aspetta, dove con gli occhi chiusi si può fingere di tenere in pugno il tempo per l'eternità di una breve notte.
martedì 13 gennaio 2009
schemi
I bambini che disegnano il cielo fanno una striscia blu in cima al foglio. E i primi disegni dei bambini sono una striscia verde in basso come prato, una striscia blu in alto come cielo e una casetta con solo la facciata davanti. Eppure, se solo guardassero più attentamente il mondo vero, i bambini si accorgerebbero che il cielo è dappertutto, non solo in alto, e che c'è un punto dove il cielo e il prato si toccano, e che le cose non hanno solo un lato davanti, ma vanno in profondità. Profondità, ecco, è questo che manca ai bambini. Vedono il mondo a due dimensioni, il sopra e il sotto, il davanti e il dietro. Finchè, a un certo punto, i bambini crescono e iniziano a colorare tutto il foglio d'azzurro, giù giù fino a toccare il prato, e a fare le case in diagonale, per far vedere cosa c'è dietro la facciata. E' a questo punto, secondo me, che le cose iniziano a complicarsi. E' quando capisci che i tuoi semplici schemi non bastano più a catturare quello che vedi, che le cose hanno qualche dimensione e che tu devi adattare il tuo modo di vedere, se vuoi provare a capire la realtà . Finchè pensi che il cielo sia lassù, il prato quaggiù e la casa tutta lì davanti, sei padrone del mondo. Certo, è soltanto il "tuo" mondo, ma cosa importa? Almeno lì sai di averlo tutto in pugno, sai che tutto va come dici tu perchè nessuno ti chiede di guardare un po' più attentamente fin dove arriva il cielo. Ma quando poi scopri che il tuo mondo non funziona più, che quello che vivi e che vedi non risponde più ai tuoi schemi, allora è il momento che uno inizia a diventare grande.
Ad ogni modo, se io dovessi disegnare il prato con il cielo e la casetta adesso, non credo che colorerei tutto d'azzurro, giù giù fino in fondo. No. Certo, non farei neppure il cielo dei bimbi, quella sottile striscia blu lassù in alto. Il punto è che neppure i nuovi schemi dei grandi, quelli della profondità che è fatta così e cosà, del cielo che in realtà arriva fin qui e il prato che in realtà arriva fin là, neppure questi schemi funzionano più. Forse avrei bisogno di trovare degli schemi nuovi, qualcosa che faccia vedere la profondità, sì, ma non troppo, e colori tutto quanto il cielo, sì, ma non proprio fino in fondo. In effetti, mi sono accorto che non è neppure vero che il cielo arrivi fino a quaggiù. Non riesco bene a capire dove sia esattamente il posto dell'azzurro. Se guardo in su, non saprei proprio dire dov'è il punto in cui l'azzurro del cielo inizia, e cosa ci sia prima. Forse che i bambini non hanno poi torto? Qualcuno ha mai visto l'azzuro arrivare fin quaggiù sui prati? Qualcuno vede il cielo guardando dritto di fronte a sè? Beh, io proprio no. Allora forse dovrei inventarmi qualche schema nuovo per provare a capire le cose. Ma nel frattempo, senza uno schema, come faccio a orientarmi?
Ad ogni modo, se io dovessi disegnare il prato con il cielo e la casetta adesso, non credo che colorerei tutto d'azzurro, giù giù fino in fondo. No. Certo, non farei neppure il cielo dei bimbi, quella sottile striscia blu lassù in alto. Il punto è che neppure i nuovi schemi dei grandi, quelli della profondità che è fatta così e cosà, del cielo che in realtà arriva fin qui e il prato che in realtà arriva fin là, neppure questi schemi funzionano più. Forse avrei bisogno di trovare degli schemi nuovi, qualcosa che faccia vedere la profondità, sì, ma non troppo, e colori tutto quanto il cielo, sì, ma non proprio fino in fondo. In effetti, mi sono accorto che non è neppure vero che il cielo arrivi fino a quaggiù. Non riesco bene a capire dove sia esattamente il posto dell'azzurro. Se guardo in su, non saprei proprio dire dov'è il punto in cui l'azzurro del cielo inizia, e cosa ci sia prima. Forse che i bambini non hanno poi torto? Qualcuno ha mai visto l'azzuro arrivare fin quaggiù sui prati? Qualcuno vede il cielo guardando dritto di fronte a sè? Beh, io proprio no. Allora forse dovrei inventarmi qualche schema nuovo per provare a capire le cose. Ma nel frattempo, senza uno schema, come faccio a orientarmi?
domenica 11 gennaio 2009
c'era una volta
C'era una svolta, verso destra, dove c'era una volta a crociera, proprio sopra la zona della candele. Un volta c'era la cera sotto la volta, ma una volta tolte le candele, la cera non c'era più. La cera era nera, anche se una volta c'era anche della cera non nera sotto la volta dopo la svolta. Una volta, dove c'era la svolta verso destra, c'era una svolta anche verso sinistra, dove c'era una volta un cero nero nero. Io c'ero quella volta che il cero nero, strano ma vero, diventò bianco. La cera del cero nero era vera, ma il nero no, non era vero, era solo sporco. C'ero già stato una volta sotto la volta vicino alla cera nera, ma non avevo mai visto il cero nero prima di quella volta quando presi la svolta a sinistra. Ma dato c'ero, una volta lì, pulii il cero nero più di una volta, finchè non tornò bianco.
Dopo quella volta che il cero nero dopo la svolta a sinistra tornò bianco, vissero tutti felici e contenti, con tanti contanti e qualche stento, riuscendo a stento a contenere il disconteno per i tanti cantanti tanto scontenti per gli stenti.
Dopo quella volta che il cero nero dopo la svolta a sinistra tornò bianco, vissero tutti felici e contenti, con tanti contanti e qualche stento, riuscendo a stento a contenere il disconteno per i tanti cantanti tanto scontenti per gli stenti.
giovedì 8 gennaio 2009
tutti
Non c'è niente di più triste che vedere piovere sopra la neve. Un po' di grigio gettato sopra il bianco, un po' di inquietudine sopra la serenità. Fra qualche giorno si dovrebbe tornare a vedere un po' di colore, per intanto tutto resta coperto e si fa fatica a capire la vera faccia delle cose. Che potrebbe anche essere diversa da come uno se la ricordava, prima che questa neve coprisse tutto e ci condannasse a questa pausa dal mondo.
Le persone felici fanno certe cose, io ne faccio altre. Le persone felici dimenticano tutto, io ricordo troppo. Anche quello che c'era prima della neve. Se potessi dimenticarmi di com'era il paesaggio,sarebbe bella l'attesa di scoprire cosa c'è là sotto, man mano che la neve si scioglie. Ma ho ben presente ogni minimo particolare, e so che questa neve può aver cambiato tutto.
Un giorno vorrei anch'io provarea dimenticarmi di tutto. E anche di tutti. Come fanno le persone felici.
Le persone felici fanno certe cose, io ne faccio altre. Le persone felici dimenticano tutto, io ricordo troppo. Anche quello che c'era prima della neve. Se potessi dimenticarmi di com'era il paesaggio,sarebbe bella l'attesa di scoprire cosa c'è là sotto, man mano che la neve si scioglie. Ma ho ben presente ogni minimo particolare, e so che questa neve può aver cambiato tutto.
Un giorno vorrei anch'io provarea dimenticarmi di tutto. E anche di tutti. Come fanno le persone felici.
martedì 6 gennaio 2009
tè freddo e acqua calda
Nel libro sulla storia del tè ho letto come è stato scoperto il tè freddo. Anzi, come è stato "inventato" il tè freddo.
Qualche millennio avanti cristo i cinesi hanno scoperto che mettendo le foglie di tè nell'acqua bollente si otteneva un infuso mica male (o "mik ama le", come si dice in cinese). Per migliaia di anni si è bevuto tè caldo, finchè nel 1904 un commerciante inglese si è accorto che in estate il tè caldo non è che vendesse molto. Allora, l'inglese ha avuto un'intuizione a dir poco geniale. Dice il libro che "non riuscendo a vendere tè caldo a causa del clima torrido, provò a versare una tazza di tè bollente in un bicchiere con dei cubetti di giaccio: in men che non si dica il tè freddo diventò popolare in tutti gli Stati Uniti".
Ci deve essere qualche insegnamento dietro a questa storia. Voglio dire, lui "provò" a mettere il tè nel ghiaccio, e saltò fuori il tè freddo. E per questa cosa il tale Richard Blechynden viene ricordato nei libri a cento anni di distanza. Mi chiedo, cosa mai si aspettava che succedesse il vecchio Richard quando "provò" a mettere il tè dentro al ghiaccio? Come è possibile che ci siano voluti migliaia di anni a scoprire, anzi, a inventare il tè freddo? Volete farmi credere che in migliaia di anni a nessuno era mai capitato di lasciare raffreddare una tazza di tè prima di berla? No, perchè se è così semplice ho anch'io da parte un paio di scoperte, anzi, di invenzioni rivoluzionarie che mi diano ricchezza e celebrità. Ora, non provate a fregarmi l'idea, ma io avrei pensato di inventare il tè tiepido. Potrei provare a far scaldare leggermente il tè freddo, o a raffreddare poco poco il tè caldo, e vedere cosa succede. Avrei pensato anche all'acqua calda, che dovrebbe potersi ottenere facendo passare l'acqua vicino a una fonte di calore, ma mi dicono che qualcuno ci sia già arrivato. E' incredibile cosa non riesca a fare la scienza oggi..Raffreddare il tè, chi avrebbe pensato che saremmo giunti così lontano?
Qualche millennio avanti cristo i cinesi hanno scoperto che mettendo le foglie di tè nell'acqua bollente si otteneva un infuso mica male (o "mik ama le", come si dice in cinese). Per migliaia di anni si è bevuto tè caldo, finchè nel 1904 un commerciante inglese si è accorto che in estate il tè caldo non è che vendesse molto. Allora, l'inglese ha avuto un'intuizione a dir poco geniale. Dice il libro che "non riuscendo a vendere tè caldo a causa del clima torrido, provò a versare una tazza di tè bollente in un bicchiere con dei cubetti di giaccio: in men che non si dica il tè freddo diventò popolare in tutti gli Stati Uniti".
Ci deve essere qualche insegnamento dietro a questa storia. Voglio dire, lui "provò" a mettere il tè nel ghiaccio, e saltò fuori il tè freddo. E per questa cosa il tale Richard Blechynden viene ricordato nei libri a cento anni di distanza. Mi chiedo, cosa mai si aspettava che succedesse il vecchio Richard quando "provò" a mettere il tè dentro al ghiaccio? Come è possibile che ci siano voluti migliaia di anni a scoprire, anzi, a inventare il tè freddo? Volete farmi credere che in migliaia di anni a nessuno era mai capitato di lasciare raffreddare una tazza di tè prima di berla? No, perchè se è così semplice ho anch'io da parte un paio di scoperte, anzi, di invenzioni rivoluzionarie che mi diano ricchezza e celebrità. Ora, non provate a fregarmi l'idea, ma io avrei pensato di inventare il tè tiepido. Potrei provare a far scaldare leggermente il tè freddo, o a raffreddare poco poco il tè caldo, e vedere cosa succede. Avrei pensato anche all'acqua calda, che dovrebbe potersi ottenere facendo passare l'acqua vicino a una fonte di calore, ma mi dicono che qualcuno ci sia già arrivato. E' incredibile cosa non riesca a fare la scienza oggi..Raffreddare il tè, chi avrebbe pensato che saremmo giunti così lontano?
domenica 4 gennaio 2009
buche
Pensavo. Il modo in cui le cose vanno. Ondeggiando di qua e di là, di sù e di giù. E il modo in cui le cose si fermano in certe buche o lungo certe salite. E il modo in cui le cose poi, senza capire bene come, ripartono. E poi il modo in cui le cose a un certo punto accelerano e tu devi provare a star loro dietro, anche se sei un po' a corto di fiato e preferiresti andare del tuo passo. Ma come si fa ad andare del proprio passo e allo stesso tempo a star dietro alle cose che vanno? Quindi pensavo, il modo in cui le cose vanno. Senza nessun senso, assolutamente impossibili da prevedere. Insomma, non proprio imposssibili forse, qualche congettura la si può fare. Solo che uno non può farci troppo conto, non è che uno sa come le cose vadano. Uno lo immagina, lo presume, potrebbe forse scommetterci, ma saperlo proprio non si può. Quindi, dopotutto, il modo in cui le cose vanno è piuttosto curioso. Da morire dal ridere. O da morire di pianto. O da morire e basta. Se uno non riesce a morire dal ridere può essere che muoia e basta, a guardare il modo in cui le cose vanno.
Anzi, a guardare il modo in cui le persone le fanno andare. Da morirci dal ridere
Anzi, a guardare il modo in cui le persone le fanno andare. Da morirci dal ridere
giovedì 1 gennaio 2009
normale
Questo 2009 mi sembra già così uguale al 2008. Mi alzo senza aver visto la prima mattina dell'anno, mi metto sul divano con la mia tazza di tè. La mia gatta mi si sdraia sulla pancia e pretende le sue prime coccole del 2009. La accontento, perchè non ho scelta. Lei piano piano chiude gli occhi, li riapre indispettita solo quando smetto di accarezzarla per prendere il tè. La neve di ieri notte è già quasi tutta sciolta, ma non per via del sole. Il primo cielo dell'anno è grigio come lo è stato spesso nel 2008. Almeno per come ho potuto vederlo io dall'Inghilterra. C'è una normalità che un po' mi spaventa dietro questo primo giorno dell'anno. Sembra un giorno qualunque, è un giorno qualunque, solo con la debole illusione che ci sia da festeggire qualcosa. Si mangia un po' di più, si beve un po' di più, ma niente basta a evitare che a un certo punto, quando lo stomaco è pieno e scende quel po' di sonnolenza che riempie tutti i giorni di festa, a un certo punto ci si chieda "e adesso?". Quando ci si fa questa domanda è segno che la festa sta per finire, almeno per quelli per cui era iniziata. La normalità incombe, tutto rientra nei binari consueti. Andrò a fare due passi in mezzo a quel poco di neve rimasta, per vedere se almeno là fuori l'anno nuovo è iniziato
Iscriviti a:
Post (Atom)