Attualmente la mia attività è piuttosto passiva. Mi trovo sempre più in difficoltà quando devo compilare i moduli che mi richiedono quale sia la mia attività. Se mi chiedessero qual è la mia passività, forse avrei meno problemi. Gli direi che studio, per esempio, che è vero come dato di fatto ma che non è più la mia attività. Gli direi che aspetto di avere una nuova attività, che è la cosa più passiva che uno possa fare, anzi non fare. Oppure gli direi che sto cercando una nuova attività, che in fin dei conti è già di per se stessa un'attività. Il lavoro di cercarsi un lavoro, che non è un'attività ben pagata, è vero, però è pur sempre un investimento per il futuro. Ma se invece mettessi "disoccupato"? Non sarebbe tutto più semplice? Certo ci vorrebbe un piccolo sforzo preliminare per guardare le cose dritte dritte in faccia, ma magari vale la pena provare. Vediamo...Sono disoccupato! Sì, d i s o c c u p a t o.
Ecco, l'ho detto..che sollievo! Quando si riesce a chiamare le cose con il loro nome, poi è più semplice guardarle, capirle, maneggiarle. Fino a un po' di tempo fa, ero solo pre-occupato, ma questo, appunto, era prima. Poi la situazione si è evoluta, proprio come pre-visto, e da pre-occupato sono diventato post-occupato, che sarebbe come dire dis-occupato. Magari tra un po' tornerò a essere solo occupato, come il bagno pubblico quando ti scappa la pipì. O come il telefono quando devi fare una chiamata urgente. O come uno che si alza la mattina con le idee chiare su quello che deve fare.
lunedì 30 novembre 2009
sabato 28 novembre 2009
giovedì 26 novembre 2009
respiro
E' come un respiro. Il giorno tira dentro di sè l'aria e la tiene nei suoi polmoni ingolfati fin quasi a soffocare, la sera inizia pian piano e buttarla fuori come la parte finale di un sospiro di sollievo. Dentro e fuori, al ritmo della luce e del buio. Dentro e fuori, ad accumulare quello che non si vede l'ora di rigettare indietro al mondo. Riempirsi fino al limite della sopportazione, come un'apnea non voluta e quasi interminabile, e poi dolcemente liberarsi dal peso dei giorni con un soffio che alleggerisce. Notte, respiro. Anche se è solo un fare spazio a un nuovo faticoso respiro che mi aspetta domani all'alba.
Ma adesso importa poco. Adesso notte, respiro, sì.
Ma adesso importa poco. Adesso notte, respiro, sì.
lunedì 23 novembre 2009
tutto bene?
Sì, grazie, tutto bene. Più o meno. Tutto più o meno bene. Cioè, più o meno tutto bene. Quasi tutto, diciamo. Insomma, così così. Forse alcune cose potrebbero andare meglio. A dirla tutta, anche altre potrebbero andar meglio. E se andassero meglio anche quelle rimanenti, allora potrei quasi dire che va tutto bene.
Comunque va bene, dai, non c'è da preoccuparsi. Cioè, non è che si può guardar tutto. Ognuno ha le sue, ma in linea di massima, se lascio stare le mie, non è che vada male. Poi sicuramente in tanti staranno anche peggio.Loro cosa dovrebbero dire, se io mi lamento? E comunque pian piano tutto si sistema. Quindi anche nel caso ci fosse qualcosa che non va benissimo, in linea di massima si può dire che va tutto bene.
Anche perché se uno ha la salute, poi il resto vien da sé. Uno che ha la salute dovrebbe sempre dire "sì, tutto bene", anche quando non glielo domandano. Io per esempio, che di salute ne ho fin troppa, non ho proprio diritto di lamentarmi. Oddio, volendo vedere ci sarebbe questo problemino al collo che ogni tanto scricchiola, e la testa che ogni tanto si mette a farmi male come oggi. E poi c'è la caviglia che mi sono stortato l'altro giorno e che ancora mi fa un po' male. Però per il resto va più o meno tutto bene. Cioè, tutto più o meno bene. Insomma, così così.
E così così non è che sia poi così male. E' vero, neppure così bene, ma cosa vuol dire? E' così: così. Cosa potrei voler di più di così?
Comunque va bene, dai, non c'è da preoccuparsi. Cioè, non è che si può guardar tutto. Ognuno ha le sue, ma in linea di massima, se lascio stare le mie, non è che vada male. Poi sicuramente in tanti staranno anche peggio.Loro cosa dovrebbero dire, se io mi lamento? E comunque pian piano tutto si sistema. Quindi anche nel caso ci fosse qualcosa che non va benissimo, in linea di massima si può dire che va tutto bene.
Anche perché se uno ha la salute, poi il resto vien da sé. Uno che ha la salute dovrebbe sempre dire "sì, tutto bene", anche quando non glielo domandano. Io per esempio, che di salute ne ho fin troppa, non ho proprio diritto di lamentarmi. Oddio, volendo vedere ci sarebbe questo problemino al collo che ogni tanto scricchiola, e la testa che ogni tanto si mette a farmi male come oggi. E poi c'è la caviglia che mi sono stortato l'altro giorno e che ancora mi fa un po' male. Però per il resto va più o meno tutto bene. Cioè, tutto più o meno bene. Insomma, così così.
E così così non è che sia poi così male. E' vero, neppure così bene, ma cosa vuol dire? E' così: così. Cosa potrei voler di più di così?
mercoledì 18 novembre 2009
sinonimi
Dovrei tranquillizzarmi, rilassarmi, e altri sinonimi. Dovrei smetterla di essere nervoso, agitato, preoccupato, teso, irascibile, depresso, abbattuto, impensierito. Qui i sinonimi mi vengono più facili, anche quelli che non esistono.
Non so cosa fare del mio futuro, non so cosa il mio futuro farà di me. Non c'è altro da fare se non preoccuparsi, il resto si vedrà. Dubito che me ne venga in tasca qualcosa, comunque, a meno che la preoccupazione non mi sproni nella ricerca di un lavoro, o roba simile, di una casa, o roba simile, di un futuro, o roba simile.
Ci sono essenzialmente due tipi di futuro, uno semplice e uno anteriore. Io preferisco quello più semplice, per motivi di semplicità, anche se quello anteriore offre più solide garanzie. Al momento comunque il problema non si pone, visto che di futuro non ne ho nemmeno l'ombra. O forse del futuro ho solo ombre, buie scure cupe tetre e altri sinonimi.
Forse dovrei accontentarmi di un futuro scadente, che è pur sempre meglio di uno scaduto, nell'attesa di trovarne uno di marca. Un 3x2 sul futuro, una raccolta punti per il futuro, una social card per il futuro. E non esistono discount del futuro?
Non so cosa fare del mio futuro, non so cosa il mio futuro farà di me. Non c'è altro da fare se non preoccuparsi, il resto si vedrà. Dubito che me ne venga in tasca qualcosa, comunque, a meno che la preoccupazione non mi sproni nella ricerca di un lavoro, o roba simile, di una casa, o roba simile, di un futuro, o roba simile.
Ci sono essenzialmente due tipi di futuro, uno semplice e uno anteriore. Io preferisco quello più semplice, per motivi di semplicità, anche se quello anteriore offre più solide garanzie. Al momento comunque il problema non si pone, visto che di futuro non ne ho nemmeno l'ombra. O forse del futuro ho solo ombre, buie scure cupe tetre e altri sinonimi.
Forse dovrei accontentarmi di un futuro scadente, che è pur sempre meglio di uno scaduto, nell'attesa di trovarne uno di marca. Un 3x2 sul futuro, una raccolta punti per il futuro, una social card per il futuro. E non esistono discount del futuro?
domenica 15 novembre 2009
la sagra delle battute evitabili // 1
Inauguro oggi la rubrica, che spero non abbia un seguito.
Insomma, volevo andare al mare. Solo che non mi andava di spendere troppo. Allora ho DETTO: "vado al mare", e poi non l'ho FATTO. Non l'ho fatto perchè mi ci sono messo in MEZZO, e così mi sono ritrovato al mare gratis.
Insomma, volevo andare al mare. Solo che non mi andava di spendere troppo. Allora ho DETTO: "vado al mare", e poi non l'ho FATTO. Non l'ho fatto perchè mi ci sono messo in MEZZO, e così mi sono ritrovato al mare gratis.
sabato 14 novembre 2009
parossistico
Ci sono dei problemi che io non ho: per esempio non fumo, non soffro di vertigini, non ho niente che possa essere chiamato "morbo", non ignoro il significato del termine "manducare" (problema risolto ieri pomeriggio), non credo in Dio. Eccetera (all'infinito).
Altri problemi invece li ho eccome: non conosco il significato della parola "parossistico" (problema che non avevo finchè un giorno me ne sono dimenticato), odio le persone, ho il mal d'auto e di mare, mi si incarna sempre un'unghia del piede sinistro, non credo in Dio. Eccetera (non all'infinito).
Altri problemi ancora li ho a volte no e a volte sì, a seconda di quando decidono di andare e venire: un lavoro corredato di stipendio, una persona che amo, una persona che mi ama. A volte i problemi vengono quando queste cose se ne vanno, altre volte arrivano le cose e se ne vanno i problemi. Si incontrano a metà strada, si guardano con sospetto e proseguono nelle opposte direzioni, verso di me gli uni (o le une), lontano da me le altre (o gli altri).
Altre volte, però, arrivano insieme e insieme se ne vanno, affollandosi tutti quanti e tutte quante nello spazio angusto della mia vita oppure lasciandomi solo come un cane: senza amore, senza lavoro e pure senza problemi. Solo, con delle soluzioni di cui non so che fare. E allora, piuttosto che niente, mi cerco dell'amore per avere almeno la compagnia di qualche problema.
Altri problemi invece li ho eccome: non conosco il significato della parola "parossistico" (problema che non avevo finchè un giorno me ne sono dimenticato), odio le persone, ho il mal d'auto e di mare, mi si incarna sempre un'unghia del piede sinistro, non credo in Dio. Eccetera (non all'infinito).
Altri problemi ancora li ho a volte no e a volte sì, a seconda di quando decidono di andare e venire: un lavoro corredato di stipendio, una persona che amo, una persona che mi ama. A volte i problemi vengono quando queste cose se ne vanno, altre volte arrivano le cose e se ne vanno i problemi. Si incontrano a metà strada, si guardano con sospetto e proseguono nelle opposte direzioni, verso di me gli uni (o le une), lontano da me le altre (o gli altri).
Altre volte, però, arrivano insieme e insieme se ne vanno, affollandosi tutti quanti e tutte quante nello spazio angusto della mia vita oppure lasciandomi solo come un cane: senza amore, senza lavoro e pure senza problemi. Solo, con delle soluzioni di cui non so che fare. E allora, piuttosto che niente, mi cerco dell'amore per avere almeno la compagnia di qualche problema.
mercoledì 11 novembre 2009
segreti dispersi
Mi spiace di non riuscire ad accompagnare questa notte fino al mattino, ma il sonno anche questa volta vince lui. Come sempre. Forse dovrei cercare un rimedio, ma l'unico che mi viene in mente è dormire, il che non risolve il problema. E così lascio andare le notti da sole, per ritrovarle morte nel gelo del mattino, fuori dalle coperte tiepide. Vorrei riuscire a stare un po' da solo con loro, per stare un po' da solo con me, ma pare che la nostra vita sia fatta per il giorno, e la notte bisogna accontentarsi di succhiarla alle estremità, nelle sue prime ore o, più raramente, nel suo svanire. E così ci si perde quasi tutti i suoi segreti, ci si perde quasi tutto, e non si riesce mai davvero a perdersi tutti dentro di lei. Perchè non riesci a tenermi svegli dentro di te, sveglio dentro me stesso, notte che corri via?
lunedì 9 novembre 2009
ombre domenicali
L'ombra delle cose a volte è più grande delle cose stesse. Si allunga per metri e metri anche quando è solo l'ombra di cose minuscole. E più la luce è intensa, più l'ombra aumenta di dimensioni e il suo buio si annerisce. Potrebbe essere un bene così come un male, dipende. L'importante è non lasciarsi spaventare dalle ombre, perchè dicono meno di quanto uno possa pensare, e la realtà di solito ha dimensioni del tutto diverse. Anche questo potrebbe essere un bene così come un male, ma di sicuro non è nell'ombra che il bene e il male vanno cercati.
Dovrei ricordarmelo, la prossima volta che mi capita di imbattermi in un'ombra.
Oggi è stata una domenica come tante, anche se non come tante delle mie domeniche. E' stata una domenica come tante domeniche di qualcun altro. Quindi una bella domenica, anche se è stata mia. Con quella normalità che tutte le domeniche dovrebbero avere, anche quando cadono in un altro giorno della settimana. Per dire, se martedì mi capita una domenica, vorrei che fosse normale come un martedì, di quelli che di solito sono così meravigliosamente poco domenicali.
La domenica è il giorno migliore per aspettare l'ora di andare a letto, anche se l'ora arriva sempre che è ormai già lunedì. Per farla arrivare prima, uno cerca di stare a letto tutta la mattina, così quando si alza metà del lavoro è già fatto. All'altra metà ci pensa la serie A e una pizza, più qualche sorriso sparso qua e là che un poco contagia persino me.
Vado a dormire, nella speranza che sia abbastanza tardi per avere sonno. Buonanotte domenica, a domenica.
Dovrei ricordarmelo, la prossima volta che mi capita di imbattermi in un'ombra.
Oggi è stata una domenica come tante, anche se non come tante delle mie domeniche. E' stata una domenica come tante domeniche di qualcun altro. Quindi una bella domenica, anche se è stata mia. Con quella normalità che tutte le domeniche dovrebbero avere, anche quando cadono in un altro giorno della settimana. Per dire, se martedì mi capita una domenica, vorrei che fosse normale come un martedì, di quelli che di solito sono così meravigliosamente poco domenicali.
La domenica è il giorno migliore per aspettare l'ora di andare a letto, anche se l'ora arriva sempre che è ormai già lunedì. Per farla arrivare prima, uno cerca di stare a letto tutta la mattina, così quando si alza metà del lavoro è già fatto. All'altra metà ci pensa la serie A e una pizza, più qualche sorriso sparso qua e là che un poco contagia persino me.
Vado a dormire, nella speranza che sia abbastanza tardi per avere sonno. Buonanotte domenica, a domenica.
venerdì 6 novembre 2009
piogge
Ancora è notte, come l'ultima volta. Rimasugli di pensieri pronti per essere assorbiti e triturati dal sonno. Un pensiero su tutti, l'unico che oggi mi ha regalato un sorriso, l'unico di oggi che rimarrà anche domani.
Troppe cose vorrei dire, scrivere, urlare. Resteranno qui con me, in attesa di poterle bisbigliare al momento giusto.
Se c'è qualcosa come la felicità, non può pioverci addosso adesso? picchiettare sul tetto come la pioggia di novembre, e poi inondarci tutti?
Qualcosa come la felicità arriverà presto, forse non per me, è vero, ma arriverà là dove l'amarezza e le troppe angosce hanno fino a ieri scavato un solco profondo che adesso vuole solo essere riempito di sorrisi. E sarà una felicità così grande, che non potrà non essere anche un po' mia.
L'aspetto.
Troppe cose vorrei dire, scrivere, urlare. Resteranno qui con me, in attesa di poterle bisbigliare al momento giusto.
Se c'è qualcosa come la felicità, non può pioverci addosso adesso? picchiettare sul tetto come la pioggia di novembre, e poi inondarci tutti?
Qualcosa come la felicità arriverà presto, forse non per me, è vero, ma arriverà là dove l'amarezza e le troppe angosce hanno fino a ieri scavato un solco profondo che adesso vuole solo essere riempito di sorrisi. E sarà una felicità così grande, che non potrà non essere anche un po' mia.
L'aspetto.
mercoledì 4 novembre 2009
sforzi sovraumani
Mi sforzo di essere sincero, ma lo sforzo è sovrumano. E allora io, che sono solo umano, mi limito alle bugie o alle mezze verità. Che sono comunque bugie, perchè quando si dice una mezza verità si sta anche implicitamente facendo credere che quella sia tutta la verità, e siccome "tutta" e "mezza" non sono quasi mai la stessa cosa, le mezze verità sono quasi sempre uguali alle bugie intere.
Alcuni credono che la sincerità sia possibile anche per i comuni mortali, e non solo per i gatti. Io non sono d'accordo. I gatti riescono a essere sinceri perchè non hanno nè l'interesse nè la capacità di mentire, visto che generalmente a loro non importa niente di quello che le persone attorno credono. Ma siccome a noi comuni mortali importa eccome, l'impresa della sincerità è al di fuori della nostra portata. A meno, ovviamente, di non perdere qualunque interesse in quello che gli altri credono. Il che è una possibilità piuttosto remota, visto che la maggior parte dei vantaggi e degli svantaggi in cui ci capita di incorrere provengono da quello che gli altri credono di noi e del mondo in genere.
Quindi se uno nella vita di mestiere vuole fare l'essere umano, deve rassegnarsi all'insincerità. Altrimenti si scelga qualcos'altro.
Alcuni credono che la sincerità sia possibile anche per i comuni mortali, e non solo per i gatti. Io non sono d'accordo. I gatti riescono a essere sinceri perchè non hanno nè l'interesse nè la capacità di mentire, visto che generalmente a loro non importa niente di quello che le persone attorno credono. Ma siccome a noi comuni mortali importa eccome, l'impresa della sincerità è al di fuori della nostra portata. A meno, ovviamente, di non perdere qualunque interesse in quello che gli altri credono. Il che è una possibilità piuttosto remota, visto che la maggior parte dei vantaggi e degli svantaggi in cui ci capita di incorrere provengono da quello che gli altri credono di noi e del mondo in genere.
Quindi se uno nella vita di mestiere vuole fare l'essere umano, deve rassegnarsi all'insincerità. Altrimenti si scelga qualcos'altro.
lunedì 2 novembre 2009
domenica 1 novembre 2009
novembre
Novembre arriva piano, un giorno grigio già a lungo preparato e intuito dietro al sole tiepido e opaco di ottobre. Ma novembre lascia intravedere più di quanto questo cielo anonimo dica. I colori infiammati degli alberi vincono ancora sul grigio che li incornicia, sul freddo che inizia a pungere, sulla pioggia che prima ancora di iniziare a cadere già si respira nell'aria, e che arriverà puntuale come puntuale è sempre novembre. Non poteva iniziare altrimenti, con questi giorni che si vorrebbero tristi e invece aprono una stagione molto più viva, vivibile, vissuta dell'arida estate. La tristezza gettata addosso a questi primi due giorni è solo una coperta in cui lasciarsi cullare, abbandonandosi a pensieri e sensazioni che mentre incupiscono, mi regalano un'inspiegabile e serena tranquillità, come quando si è sollevati dall'obbligo di essere felici. Un momento necessario, come quando ci si ferma a rifiatare prima di ripartire, comunque tenuti a galla dalla consapevolezza che anche novembre, in mezzo alle piogge torrenziali che si preannunciano, ha i suoi giorni di sole. Solo non adesso, adesso che questo cielo ci chiede solo un po di silenzio, e io non chiedo altro che di poterglielo dare.
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