lunedì 5 ottobre 2009

boboli

Rieccoci qui, la mia gatta e io. Come chi non sa bene che fare, e però la fa lo stesso. Firenze era Firenze, cioè Firenze. Con tutto quel che ne consegue, luna e Ponte Vecchio compresi. Firenze la sera è come passeggiare da soli in mezzo a tantissima gente, forse perchè Firenze è grande e c'è tanto spazio per tutti, o forse perchè Firenze è Firenze e uno non ha modo di accorgersi di quelli che gli stanno attorno. Lungo l'Arno, in pieno centro città, vicino a Ponte Vecchio, la sera senti i grilli che cantano. Non credo ci sia un'altra città dove questo succede, e se c'è, comunque non si chiama Firenze, quindi è inutile. Uno pensa di averle viste tutte, finchè non arriva a Firenze e si accorge che in realtà non aveva visto un bel niente.

Comunque, romanticherie a parte, da un punto di vista strettamente cultural-gastronomico i principali prodotti tipici fiorentini sono Dante Alighieri e la fiorentina, intesa sia come bistecca che come squadra di calcio, ma più come bistecca. Dante Alighieri, guarda le coincidenze, abitava nella "casa di Dante", e se non fosse stato per lui noi italiani potremmo anche chiuder bottega. Anche se c'è da dire che viene più facile scrivere una cosa "Divina", quando si nasce a Firenze.

La luna a Firenze segue una strada tutta sua, si mette prima sopra Palazzo Vecchio, poi passa sopra gli uffizi e va a depositarsi sull'arno sopra Ponte Vecchio, dove le lune diventano due, una sopra il ponte e una sul pelo dell'acqua, sotto il ponte capovolto e i palazzi capovolti dentro l'arno. Così a Firenze uno di sera non capisce più quale sia il sopra e il sotto, il dentro e il fuori, e si perde dentro alle cose. E quando uno si perde a Firenze, l'unica cosa che può sperare è di non ritrovarsi mai più.

E però alla fine, come in tutte le cose, arriva sempre il momento in cui uno torna a Milano e tutto si rompe, ogni cosa si rimette al proprio posto,precisa, allineata, uguale, brutta.

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