Sono sopravvissuto a un mese di inghilterra senza ombrello. Non e' roba da tutti. Bisogna essere sufficientemente idioti per perseverare in questo modo, e io, modestamente, me la cavo abbastanza bene con l'idiozia. Ho preso l'acqua solo due volte comunque, la fortuna aiuta gli idioti. L'ultima volta che ho preso l'acqua dovrebbe essere stato, se non sbaglio,. vediamo...si' ieri sera. Acqua e freddo. Al buio. Quindi acqua freddo e pozzanghere. Siccome devo camminare almeno 20-30 minuti per arrivare a casa, alla fine avevo la giacca bagnata, la berretta bagnata, le scarpe bagnate, le calze bagnate, lo zaino bagnato, i capelli bagnati, il cervello bagnato. Stamattina per strada era tutto asciutto, ma per forza, l'acqua l'ho portata tutta a casa io ieri sera. La prima cosa che ho pensato quando sono arrivato a casa e' stata: adesso muoio. Pero' alla fine non sono morto, o almeno cosi' mi sembra. Vediamo. No, non sono morto. E sono abbastanza ottimista anche per oggi.
Si', direi che non c'e' modo migliore di iniziare la giornata che scoprire di non essere morti. Tutto il resto viene di conseguenza.
mercoledì 29 ottobre 2008
venerdì 24 ottobre 2008
lentezza
Questi giorni sono lenti, sembra non ci si muova di un passo. Anzi, sembra che io non mi muova di un passo. Non so se questo sia un bene o un male. La lentezza e' pesante da sopportare, ma forse la lentezza e' la cosa migliore che possa capitare quando si ha bisogno e voglia di tempo per fermarsi e pensare un po'. Soprattutto adesso che sono lontano dalla mia casa e dalla mia vita, qui dove si riesce a pensare meglio a tutto. Dentro alla lentezza i pensieri non si ammucchiano uno sull'altro fino a confondersi e a confonderti. Dentro alla lentezza i pensieri hanno il tempo di mettersi in ordine uno dietro all'altro, e ciascuno al proprio posto. Il prezzo da pagare e' che bisogna avere una pazienza che a volte diventa snervante, bisogna sapere aspettare che i pensieri, una volta trovato il loro posto, inizino a parlarti. Il guadagno non so quale sia, forse per intanto solo la speranza di riuscire a vederci un po' piu' chiaro alla fine di tutto, quando tutti i pensieri avranno un ordine e un contenuto piu' definito. Nel frattempo cerco di vivere una vita di ripiego qui, provando a far finta di non stare aspettando, provando a far finta che la mia vita qui non abbia una data di scadenza cosi vicina. Questo cielo cosi' monotono nel suo grigiore amplifica gli aspetti positivi e quelli negativi di questa specie di attesa non scelta, e' un grigio che e' al tempo stesso calma e malinconia, ordine e minaccia di pioggia. La lentezza di questi giorni riempe il cielo di grigio e nuvole.
mercoledì 22 ottobre 2008
traffico di idee
si era detto che sarebbe stato meglio non uscire per una birra il martedi' sera, mi pare. Mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro. Il problema e' che io non mi do mai retta. E' sempre difficile ubbidire al proprio "io" di qualche giorno prima. Ci si comanda di fare qualcosa e poi non la si fa, sempre la stessa storia. Io dico, va bene non ascoltare i suggerimenti degli altri, ma almeno i propri! O magari il motivo e' che io che mi do gli ordini e io che qualche giorno dopo non ubbidisco siamo due persone diverse, e quindi e' come se io dovessi ubbidire agli ordini di un altro, e quindi non ubbidisco? Certo, puo' essere. O forse e' proprio perche' io so che lui e io siamo la stessa persona che mi viene difficile ubbidire, perche' so che se l'ordine era il mio allora io adesso posso cambiare quell'ordine come mi pare, non c'e' un'autorita' esterna cui rendere conto, e invece se fosse stato un altro a darmelo io non potrei entrare nella sua testa e cambiarlo e quindi sarei piu' tenuto a obbedire? Certo, puo' essere.
Certo e' che non posso rispondere "certo, puo' essere" a tutte e due. Primo perche' o e' certo o puo' essere, "certo puo' essere" non vuol dire niente. E poi perche' solo una delle due puo' essere certa. Pero' c'e' da dire anche che entrambe "possono essere". Quindi puo' essere che io possa rispondere "puo' essere" a entrambe, senza il "certo"? Certo, immagino che possa essere cosi'.
Certo e' che non posso rispondere "certo, puo' essere" a tutte e due. Primo perche' o e' certo o puo' essere, "certo puo' essere" non vuol dire niente. E poi perche' solo una delle due puo' essere certa. Pero' c'e' da dire anche che entrambe "possono essere". Quindi puo' essere che io possa rispondere "puo' essere" a entrambe, senza il "certo"? Certo, immagino che possa essere cosi'.
lunedì 20 ottobre 2008
struzzo
La cosa migliore da fare la domenica, a parte passeggiare per il cimitero, è girare per il mercato. Il mercato della domenica.
Il mercato della domenica non è come il mercato di tutti gli altri giorni. La domenica c’è il mercato dei prodotti locali. Ci sono i contadini che portano frutta e verdura dei loro campi, allevatori che portano carne dei loro allevamenti, e cose strane tipo saponette, prodotti in legno, vestiti fatti a mano, caramelle, fotografie, libri vecchi, dischi vecchi e nuovi, giochi, prodotti artigianali in ferro, fiori, quadri. Insomma, roba così. E c’è anche un pescivendolo. Lui porta il pesce. Ma non credo che lo peschi lui. Comunque di solito il pescivendolo non lo guardo.
Le mie bancarelle preferite sono quella dei dolci, quella della carne di struzzo, e quella piena di cose che sembrano (e probabilmente sono) recuperate da cantine o soffitte e poi risistemate, tipo orologi, caraffe, calendari, soprammobili, coperte di lana, ceste, e tutte quelle cose più o meno utili che si mettono in casa.
La prima cosa da fare appena si arriva al mercato della domenica è andare dritti dritti dalla carne di struzzo dove, oltre a una fanciulla bellissima che vende i panini con la carne di struzzo, ci sono i panini con la carne di struzzo che l’allevatore (credo il padre della fanciulla) porta dalla sua fattoria. Dove alleva struzzi, presumibilmente.
Poi, per digerire i 2 pounds e 50 di panino allo struzzo e vedere se c’è qualcosa di più bello della fanciulla, si gira un po’ per il mercato e si guardano, tra le altre, soprattutto le cose della bancarella che vende quelle cose che dicevo prima. Fa niente se le cose sono le stesse tutte le domeniche, è sempre bello tuffarsi un po’ nelle soffitte e nelle cantine. E comunque le cose non sono le stesse tutte le domeniche.
Poi, prima di tornarsene a casa o andare a fare una passeggiata (ma se il tempo è come ieri meglio tornare a casa) si passa dalla bancarella dei dolci dove ci sono i dolci fatti in casa più buoni del mondo. Ora, l’idea di dolci fatti in casa è un po’ vaga, e visto che questi hanno pure il sito internet non mi viene tanto da pensare alla nonnina che si mette in cucina a preparare la torta da portare al mercato. Ma sono dolci tutti naturali, niente roba chimica o industriale, magari fatti in una casa un po’ grande che non sembra una casa, non lo so, però sono artigianali. L’anno scorso compravo sempre i biscottoni allo zenzero per farci la merenda in settimana, e sono davvero biscottoni allo zenzero che sanno di zenzero e pizzicano anche un po’ la lingua, talmente sono di zenzero. Adesso invece mi sono dato alla torta al succo di mele. Buonissima, con l’uvetta e il succo di mele. Morbida morbida. Un pound per due fette, ma se non fai l’ingordo ti bastano per tre giorni (solo che una parte delle tre va già via di domenica). È importante non confondere la torta al succo di mele con la torta di mele. Nella torta al succo di mele non ci sono le mele, c’è il succo, e questo è il motivo principale per cui si chiama “torta al succo di mele” e non “torta di mele”. Nella torta di mele di solito si sentono quasi solo le mele, ma qui il succo di mele si fonde con l’impasto e il sapore è diverso dal semplice sapore di una torta e diverso dal semplice sapore delle mele. È come addentare una mela e scoprire che è fatta di torta, o addentare una torta appena raccolta da un albero di mele. E un po’ di uvetta che fa andare d’accordo l’acidulo della mela e il dolce della torta. Siamo onesti, come si fa a farsela durare tre giorni? non ci crede nessuno, nemmeno io.
Così passa via un’altra domenica, la terza. E fra una settimana ne arriva un’altra, la quarta. E il mercato della domenica che mi aspetta di nuovo. E la fanciulla bellissima che vende la carne di struzzo. E magari prima di andare via riuscirò anche a dirle qualcosa di più che “one ostrich burger, please”. Magari, per esempio, le chiederò se ha moneta da cambiare, o se si può mettere un po’ di salsa nel panino, o se vuole sposarmi, cose così..
Il mercato della domenica non è come il mercato di tutti gli altri giorni. La domenica c’è il mercato dei prodotti locali. Ci sono i contadini che portano frutta e verdura dei loro campi, allevatori che portano carne dei loro allevamenti, e cose strane tipo saponette, prodotti in legno, vestiti fatti a mano, caramelle, fotografie, libri vecchi, dischi vecchi e nuovi, giochi, prodotti artigianali in ferro, fiori, quadri. Insomma, roba così. E c’è anche un pescivendolo. Lui porta il pesce. Ma non credo che lo peschi lui. Comunque di solito il pescivendolo non lo guardo.
Le mie bancarelle preferite sono quella dei dolci, quella della carne di struzzo, e quella piena di cose che sembrano (e probabilmente sono) recuperate da cantine o soffitte e poi risistemate, tipo orologi, caraffe, calendari, soprammobili, coperte di lana, ceste, e tutte quelle cose più o meno utili che si mettono in casa.
La prima cosa da fare appena si arriva al mercato della domenica è andare dritti dritti dalla carne di struzzo dove, oltre a una fanciulla bellissima che vende i panini con la carne di struzzo, ci sono i panini con la carne di struzzo che l’allevatore (credo il padre della fanciulla) porta dalla sua fattoria. Dove alleva struzzi, presumibilmente.
Poi, per digerire i 2 pounds e 50 di panino allo struzzo e vedere se c’è qualcosa di più bello della fanciulla, si gira un po’ per il mercato e si guardano, tra le altre, soprattutto le cose della bancarella che vende quelle cose che dicevo prima. Fa niente se le cose sono le stesse tutte le domeniche, è sempre bello tuffarsi un po’ nelle soffitte e nelle cantine. E comunque le cose non sono le stesse tutte le domeniche.
Poi, prima di tornarsene a casa o andare a fare una passeggiata (ma se il tempo è come ieri meglio tornare a casa) si passa dalla bancarella dei dolci dove ci sono i dolci fatti in casa più buoni del mondo. Ora, l’idea di dolci fatti in casa è un po’ vaga, e visto che questi hanno pure il sito internet non mi viene tanto da pensare alla nonnina che si mette in cucina a preparare la torta da portare al mercato. Ma sono dolci tutti naturali, niente roba chimica o industriale, magari fatti in una casa un po’ grande che non sembra una casa, non lo so, però sono artigianali. L’anno scorso compravo sempre i biscottoni allo zenzero per farci la merenda in settimana, e sono davvero biscottoni allo zenzero che sanno di zenzero e pizzicano anche un po’ la lingua, talmente sono di zenzero. Adesso invece mi sono dato alla torta al succo di mele. Buonissima, con l’uvetta e il succo di mele. Morbida morbida. Un pound per due fette, ma se non fai l’ingordo ti bastano per tre giorni (solo che una parte delle tre va già via di domenica). È importante non confondere la torta al succo di mele con la torta di mele. Nella torta al succo di mele non ci sono le mele, c’è il succo, e questo è il motivo principale per cui si chiama “torta al succo di mele” e non “torta di mele”. Nella torta di mele di solito si sentono quasi solo le mele, ma qui il succo di mele si fonde con l’impasto e il sapore è diverso dal semplice sapore di una torta e diverso dal semplice sapore delle mele. È come addentare una mela e scoprire che è fatta di torta, o addentare una torta appena raccolta da un albero di mele. E un po’ di uvetta che fa andare d’accordo l’acidulo della mela e il dolce della torta. Siamo onesti, come si fa a farsela durare tre giorni? non ci crede nessuno, nemmeno io.
Così passa via un’altra domenica, la terza. E fra una settimana ne arriva un’altra, la quarta. E il mercato della domenica che mi aspetta di nuovo. E la fanciulla bellissima che vende la carne di struzzo. E magari prima di andare via riuscirò anche a dirle qualcosa di più che “one ostrich burger, please”. Magari, per esempio, le chiederò se ha moneta da cambiare, o se si può mettere un po’ di salsa nel panino, o se vuole sposarmi, cose così..
venerdì 17 ottobre 2008
natura
certo che uno resta un po' basito quando legge una cosa così http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/esteri/causa-dio/causa-dio/causa-dio.html.
io sono pronto a testimoniare comunque, e anche a portare delle prove inconfutabili.
Poi in America c'è pure la pena di morte, non si sa mai che sia la volta buona.
Qui in Inghilterra Dio non si fa vedere molto in giro, nessuno ne parla, nessuno va mai in chiesa, anche se c'è una chiesa in ogni angolo. Si sta meglio, tutto sommato, sissignore. Anzi, sì Signore.
Mi piace il senso di umanità che trasmettono i cimiteri inglesi. Ogni tanto mi piace passeggiare in mezzo alle lapidi, dico davvero. I cimiteri non sono dei posti isolati, chiusi da mura di cememto e cancelli elettrici come da noi. Di solito qui c'è la chiesetta circondata da un parco e da un prato verde, e in questo prato ci sono le lapidi conficcate nel terreno, senza tomba o ceri o ghiaia. Solo l'erba e questo sasso per terra con il nome, le date e a volte qualche frase. SOno dei posti che trasmettono pace, non angoscia. Sono posti che ti riconciliano con l'idea della morte, perchè camminando tra le lapidi senti di stare camminando semplicemente in mezzo alla natura. E' una sensazione strana, difficile da descrivere. L'altra sera in televisione ho visto un programma in cui avevano organizzato uno stand gastronomico in un cimitero, in mezzo al verde, e sembrava la cosa più normale del mondo.
Non ho mai approvato il mondo in cui da noi si vende l'idea della morte, per questo cerco sempre di stare lontano da chiese e cimiteri. Ma qui a volte, la domenica mattina, dico davvero, mi capita di andare a fare due passi nel prato con le lapidi per ritrovare un po' di serenità
io sono pronto a testimoniare comunque, e anche a portare delle prove inconfutabili.
Poi in America c'è pure la pena di morte, non si sa mai che sia la volta buona.
Qui in Inghilterra Dio non si fa vedere molto in giro, nessuno ne parla, nessuno va mai in chiesa, anche se c'è una chiesa in ogni angolo. Si sta meglio, tutto sommato, sissignore. Anzi, sì Signore.
Mi piace il senso di umanità che trasmettono i cimiteri inglesi. Ogni tanto mi piace passeggiare in mezzo alle lapidi, dico davvero. I cimiteri non sono dei posti isolati, chiusi da mura di cememto e cancelli elettrici come da noi. Di solito qui c'è la chiesetta circondata da un parco e da un prato verde, e in questo prato ci sono le lapidi conficcate nel terreno, senza tomba o ceri o ghiaia. Solo l'erba e questo sasso per terra con il nome, le date e a volte qualche frase. SOno dei posti che trasmettono pace, non angoscia. Sono posti che ti riconciliano con l'idea della morte, perchè camminando tra le lapidi senti di stare camminando semplicemente in mezzo alla natura. E' una sensazione strana, difficile da descrivere. L'altra sera in televisione ho visto un programma in cui avevano organizzato uno stand gastronomico in un cimitero, in mezzo al verde, e sembrava la cosa più normale del mondo.
Non ho mai approvato il mondo in cui da noi si vende l'idea della morte, per questo cerco sempre di stare lontano da chiese e cimiteri. Ma qui a volte, la domenica mattina, dico davvero, mi capita di andare a fare due passi nel prato con le lapidi per ritrovare un po' di serenità
mercoledì 15 ottobre 2008
desuetudine
l'ideale sarebbe non uscire a bere una birra di martedì sera, primo perchè dovrei sapere che qui non si può mai uscire a bere "una" birra, e secondo perchè qui la birra "leggera" non sanno cosa sia. Il mercoledì mattina, certo, è troppo tardi per pentirsi, giacchè ormai la birra è in circolo e il tuo cervello non funziona a dovere. Siccome il cervello non funziona a dovere,uno si ritrova a usare termini desueti come "giacchè" e "desueti", dal che si capisce che il cervello non funziona a dovere. Sì, questo mi pare di averlo già detto da qualche parte qui sopra.
A parte il cervello, però, devo dire che dopo un periodo iniziale piuttosto critico,adesso è da un po' di tempo che mi sento di buon umore. Saranno già 5 o 6 ore ormai, e ci sono buone probabilità che la cosa perduri nel pomeriggio. "Perduri" è ancora un effetto della birra, naturalmente. Ho notato che il sopraggiungere del buon umore è coinciso con la fine del bel tempo e l'arrivo del grigio e piovoso e freddo tempo inglese. Sono metereopatico al contrario, credo. O forse sono metereopatico all'inglese. O forse non sono metereopatico per niente, e questa storia del tempo è tutta una cavolata. Agli inglesi, per esempio, che ci sia il sole o piova non fa nè caldo nè freddo, anche se il sole fa un po' più caldo e la pioggia un po' più freddo.
La morale, alla fine è sempre la stessa. Adesso vado a bermi un tè e tutto quanto si sistema. Senza fretta, all'inglese, giusto una tazza.
A parte il cervello, però, devo dire che dopo un periodo iniziale piuttosto critico,adesso è da un po' di tempo che mi sento di buon umore. Saranno già 5 o 6 ore ormai, e ci sono buone probabilità che la cosa perduri nel pomeriggio. "Perduri" è ancora un effetto della birra, naturalmente. Ho notato che il sopraggiungere del buon umore è coinciso con la fine del bel tempo e l'arrivo del grigio e piovoso e freddo tempo inglese. Sono metereopatico al contrario, credo. O forse sono metereopatico all'inglese. O forse non sono metereopatico per niente, e questa storia del tempo è tutta una cavolata. Agli inglesi, per esempio, che ci sia il sole o piova non fa nè caldo nè freddo, anche se il sole fa un po' più caldo e la pioggia un po' più freddo.
La morale, alla fine è sempre la stessa. Adesso vado a bermi un tè e tutto quanto si sistema. Senza fretta, all'inglese, giusto una tazza.
lunedì 13 ottobre 2008
3
Altra settimana che inizia, eccoci qui. Dovrebbe essere la terza, anche se mi pare di essere arrivato ieri.
Altro weekend alle spalle. Il secondo. Lento e malinconico come tanti weekend qui. Domenica calda e piena di sole, quasi estate e quasi no. Sdraiato nel parco tutto il pomeriggio, il blu del cielo e il verde del prato, poco altro. Non so dire se questo abbia reso più serena o più malinconica la mia domenica. Però sono contento che oggi sia lunedì, che io abbia cose da fare, persone da vedere, posti dove andare. Come se avessi una vera vita qui, e nient'altro e nessun altro a cui pensare.
Come se.
Altro weekend alle spalle. Il secondo. Lento e malinconico come tanti weekend qui. Domenica calda e piena di sole, quasi estate e quasi no. Sdraiato nel parco tutto il pomeriggio, il blu del cielo e il verde del prato, poco altro. Non so dire se questo abbia reso più serena o più malinconica la mia domenica. Però sono contento che oggi sia lunedì, che io abbia cose da fare, persone da vedere, posti dove andare. Come se avessi una vera vita qui, e nient'altro e nessun altro a cui pensare.
Come se.
giovedì 9 ottobre 2008
italì
va bene, questi due giorni in italia mi bastano e avanzano. Non c'era bisogno che mi forzassero la portiera della macchina nel posteggio della stazione, mi ero già accorto di essere in Italia.
Meno male che riparto subito, in Inghilterrà nessuno forzerà mai la portiera della macchina, almeno finchè non avrò una macchina là.
Comunque grazie Italia, è bello vedere che non sei cambiata per niente.
Ogni tanto vorrei che su questo blog si potesse bestemmiare un po' in santa pace (ma ho idea che verrei subito censurato)...vorrà dire che il mio discorsetto personale con dio me lo faccio in privato...
Meno male che riparto subito, in Inghilterrà nessuno forzerà mai la portiera della macchina, almeno finchè non avrò una macchina là.
Comunque grazie Italia, è bello vedere che non sei cambiata per niente.
Ogni tanto vorrei che su questo blog si potesse bestemmiare un po' in santa pace (ma ho idea che verrei subito censurato)...vorrà dire che il mio discorsetto personale con dio me lo faccio in privato...
(s)fortuna sfacciata
L'altra sera stavo guardando sulla tv inglese un programma che parlava del Titanic e del Britannic. Il Britannic è meno famoso del Titanic, non so perchè. Ad ogni modo, il Britannic era la nave "gemella" del Titanic, o, meglio, era la nave prodotta sul modello del Titanic, con quei miglioramenti tecnici che avrebbero dovuto impedirle di farle fare la fine del Titanic. Il Britannic era però usato come nave ospedaliera in tempo di guerra, quindi Leonardo Di Caprio non ci sarebbe potuto salire.
Siccome però era la nave gemella,il Britannic ha deciso di essere gemella fino in fondo, e, come il Titanic, è colata a picco, anche se in circostanze un po' diverse.
Ora, una superstite dell'affondamento del Britannic era una tale tizia, di cui non mi ricordo il nome, che nella sua vita prima di salire a bordo del Britannic, tra le altre cose, era stata anche a bordo del Titanic quando il Titanic è affondato.
Lo giuro, lo ha detto la TV inglese.
Io non so dire se si tratti di una persona eccezionalmente sfortunata o fortunata. Certo che un po' di sfiga devi avercela nel sangue per capitare a bordo di due navi così. E certo devi avere un culo di proporzioni inimmaginabile per sopravvivere tutte e due le volte.
La morale di questa storia è molto semplice, ed è la stessa che ho messo in pratica io oggi prima di salire sull'aereo che mi ha riportato a casa. Prima di mettervi in viaggio, qualunque mezzo voi prendiate, assicuratevi che questa persona non sia tra i passeggeri.
Siccome però era la nave gemella,il Britannic ha deciso di essere gemella fino in fondo, e, come il Titanic, è colata a picco, anche se in circostanze un po' diverse.
Ora, una superstite dell'affondamento del Britannic era una tale tizia, di cui non mi ricordo il nome, che nella sua vita prima di salire a bordo del Britannic, tra le altre cose, era stata anche a bordo del Titanic quando il Titanic è affondato.
Lo giuro, lo ha detto la TV inglese.
Io non so dire se si tratti di una persona eccezionalmente sfortunata o fortunata. Certo che un po' di sfiga devi avercela nel sangue per capitare a bordo di due navi così. E certo devi avere un culo di proporzioni inimmaginabile per sopravvivere tutte e due le volte.
La morale di questa storia è molto semplice, ed è la stessa che ho messo in pratica io oggi prima di salire sull'aereo che mi ha riportato a casa. Prima di mettervi in viaggio, qualunque mezzo voi prendiate, assicuratevi che questa persona non sia tra i passeggeri.
martedì 7 ottobre 2008
domenica 5 ottobre 2008
domenica pomeriggio e un cane
E piove. Anche di domenica pomeriggio, come se fosse un giorno qualunque. Sto cercando di migliorare il mio rapporto con Chester, ma io e lui abbiamo ancora qualche problema di convivenza. Io sono anche disposto a grattargli l'orecchia e il musetto quando lui me lo chiede, non ho pregiudizi sulla razza canina, ci mancherebbe. E' che le sue richieste di coccole arrivano sempre nei momenti inopportuni, per esempio quando sono a tavola, o quando sono tranquillo sul divano. Ora, non starò qui a discutere della ovvia superiorità dei gatti sui cani. Però l'ottusità di questo cane a volte va oltre quello che è lecito aspettarsi da uno della sua razza. Lui appoggia il suo muso sul mio ginocchio, e va bene. Allora io inizio a grattargli la testolina e le orecchie. A questo punto, se si trattasse di un animale un po' più intelligente, tipo un gatto, Chester sceglierebbe fra due opzioni. O stai qui fermo e ti lasci grattare, come fa per esempio la mia gatta quando mi salta sulle ginocchia e inizia a fare le fusa. Oppure, se proprio hai voglia di dimenarti, prendi e te ne vai. Non puoi avere tutte e due le cose. Invece Chester è talmente contento che qualcuno gli gratti la testa che inizia a saltellare di qua e di là, così che io non riesco più a grattarlo come lui vorrebbe. Risultato: Chester si incazza, mette il suo muso umido sotto la mia mano e quasi me la morsica per costringermi a rimetterla sulla tua testa. Ma come faccio se lui non se ne sta fermo un minuto?
Ma forse è solo che io sono abituato troppo bene con la mia gatta.
Ho appena fatto un giro al mercato, la domenica di solito è il giorno più bello per girare fra le bancarelle qui. Solo che oggi è proprio una giornata grigia, fredda e piovosa (come ieri e come probabilmente domani, d'altra parte). Provate a immaginare una tipica giornata inglese. Ecco, così. Quindi non c'era molta gentge in giro, e neppure molte bancarelle al mercato. Ho comunque comprato un po' di tè e di biscotti, tanto per dare un senso alla mia passeggiata.
Il weekend qui fila via tranquillo, niente di speciale, anche se venerdì sera sono riuscito a (quasi)ubriacarmi al pub con un po' di persone che ho ritrovato qui. La birra è aumentata non poco, bruttissima sorpresa. Ho idea che un po' tutto qui sia aumentato, tra l'altro, ma 3 sterline e 20 per una pinta sono un po' troppe anche per uno abituato ai prezzi italiani. Sei mesi fa la pinta non superava le 2.80. E' la crisi, dicono. Va bene, è la crisi. Ad ogni modo non mi è sembrato che gli inglesi abbiano iniziato a risparmiare sulla birra, anzi. Dopotutto sono sempre inglesi.
Adesso sono qui con Chester che è stravaccato sul tappeto a dormire, magari tra poco lo seguo anch'io nel mondo dei sogni. Speriamo solo che non voglia farsi grattare anche là...come mi manca la mia gatta..
Ma forse è solo che io sono abituato troppo bene con la mia gatta.
Ho appena fatto un giro al mercato, la domenica di solito è il giorno più bello per girare fra le bancarelle qui. Solo che oggi è proprio una giornata grigia, fredda e piovosa (come ieri e come probabilmente domani, d'altra parte). Provate a immaginare una tipica giornata inglese. Ecco, così. Quindi non c'era molta gentge in giro, e neppure molte bancarelle al mercato. Ho comunque comprato un po' di tè e di biscotti, tanto per dare un senso alla mia passeggiata.
Il weekend qui fila via tranquillo, niente di speciale, anche se venerdì sera sono riuscito a (quasi)ubriacarmi al pub con un po' di persone che ho ritrovato qui. La birra è aumentata non poco, bruttissima sorpresa. Ho idea che un po' tutto qui sia aumentato, tra l'altro, ma 3 sterline e 20 per una pinta sono un po' troppe anche per uno abituato ai prezzi italiani. Sei mesi fa la pinta non superava le 2.80. E' la crisi, dicono. Va bene, è la crisi. Ad ogni modo non mi è sembrato che gli inglesi abbiano iniziato a risparmiare sulla birra, anzi. Dopotutto sono sempre inglesi.
Adesso sono qui con Chester che è stravaccato sul tappeto a dormire, magari tra poco lo seguo anch'io nel mondo dei sogni. Speriamo solo che non voglia farsi grattare anche là...come mi manca la mia gatta..
giovedì 2 ottobre 2008
memoria
La mia preferita in assoluto, in questa nuova famiglia, è la mamma della padrona di casa. E' una vecchietta che sorride sempre e non parla mai. Non deve esserci molto con la testa. Non so se sia Alzheimer o solo un po' di sano rincoglionimento senile. So che mi sono dovuto presentare tre volte nella stessa sera quando sono arrivato, e che spesso mi saluta come se mi vedesse per la prima volta. Non ha memoria, o forse non si ricorda più dove l'ha messa, non so. Ma credo che sia per questo che ride sempre. Dev'essere stupendo non avere memoria, se hai attorno qualcuno disposto a sopportarlo e a sopperire alle tue lacune. E' la memoria che ci fa diventare tristi, sono i ricordi belli di quello che non c'è più e i ricordi brutti di quello che ci ha fatto star male. Non ci sarebbe tristezza senza il passato.Essere senza memoria ti fa stare nel presente e godere in ogni istante le sensazioni del presente. Come se ogni volta si vedesse tutto per la prima volta, si conoscesse una persona per la prima volta. Il passato che ti ha fatto star male se ne è andato, il passato che ti ha fatto star bene conta solo se è ancora presente, altrimenti sparisce anche lui.
Così per ogni cosa che succede attorno a te, per ogni cosa che ti dicono, per ogni persona che vedi non puoi far altro che meravigliarti come se stessi scoprendo un mondo nuovo. E' l'incapacità di ricordare, sono convinto, che rende questa vecchietta sempre così sorridente.
E allora penso a come sarebbe bello se potessi reincontrare ancora certe persone per la prima volta, e rivivere di nuovo i momento in cui si "scoprono" certe persone...
Così per ogni cosa che succede attorno a te, per ogni cosa che ti dicono, per ogni persona che vedi non puoi far altro che meravigliarti come se stessi scoprendo un mondo nuovo. E' l'incapacità di ricordare, sono convinto, che rende questa vecchietta sempre così sorridente.
E allora penso a come sarebbe bello se potessi reincontrare ancora certe persone per la prima volta, e rivivere di nuovo i momento in cui si "scoprono" certe persone...
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