Gli inglesi hanno questa parola bellissima, "undo". Il vocabolario dice che significa "disfare", ma il vocabolario certe cose non le capisce. E' vero, "undo" si usa esattamente nello stesso senso e nelle stesse circostanze in cui in italiano si usa "disfare". Ma mi piace pensare che quella negazione, "un-", abbia in "undo" lo stesso senso radicale di opposizione, di autentica contrarietà che ha all'interno di altre parole inglesi.
"Undo". Non "disfare". "Disfare" vuole dire che si è fatta una cosa e adesso si fanno altre cose contrarie per annullare la prima cosa. Ma un-do è diverso. Un-do è cancellare il fatto di aver fatto qualcosa, è non aver mai fatto quello che si è fatto. Vorrei a volte che si potesse davvero usare un-do in questo senso. Come in quella canzone di Bruce, dove lo sceriffo scova il fuorilegge pentito e gli dice "Pete, we cannot undo those things we've done". Forse qui lo sceriffo ha in mente proprio il senso che vorrei io. Pete, non è che noi non possiamo disfare le cose fatte, o addirittura rimediare alle cose fatte. Il punto è che noi non possiamo fare in modo di non averle fatte, anche se le potessimo cancellare, nascondere, rendere inoffensive. Capisci Pete? Noi non possiamo. Si può solo disfare, ma disfare è troppo semplice, banale, gratuito per poter essere un rimedio. Quello che ci vorrebbe è qualcosa come "undo", ma capisci, Pete, che non si può? Come incollare i cocci di un vaso che si è rotto, o richiudere un pacco regalo che si è aperto. Non c'è niente che possa rimediare, niente che possa rendere i cocci un vaso non rotto.
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