mercoledì 16 dicembre 2009

anticamere

Ci sono cose che alla mia gatta non passano neppure per l'anticamera del cervello. Anche perché il cervello della mia gatta non è così grande da avere un'anticamera. Non che sia poco intelligente, anzi. E' che essendo gatta, si fa bastare quello che ha, e riesce a esprimere tutta la sua intelligenza felina con il minimo di massa cerebrale. E' una raffinatezza evolutiva il fatto che il suo cervello non si sia ingrandito al punto da consentirle di parlare e quindi comprendere un linguaggio umano. Così evita di ascoltare le scemenze che escono in continuazione dalla nostra bocca, soprattutto considerando che lei passa la maggior parte del suo tempo sonnecchiando davanti alla televisione accesa. Dev'essere questa capacità adattiva che ha consentito ai gatti di sopravvivere per millenni alla convivenza con gli uomini.
Purtroppo la stessa capacità non appartiene all'homo sapiens. Molti suoi esemplari soffrono la mancanza di un'anticamera del cervello, dove far riposare, sedimentare, maturare le idee prima che diventino veri e propri pensieri o addirittura, cosa dannosissima, parole. Ci sono dei movimenti dei nervi, del sangue, dello stomaco, e talvolta anche del deretano che diventano subito parole senza neanche un minimo di attesa, dei rutti di pensiero che fanno lo stesso rumore delle parole. Credo che ogni cervello dovrebbe essere dotato di un'anticamera dove far sostare per un po' i pensieri.
E se proprio non si riesce ad averla, almeno si impari dai gatti a sfruttare quel poco di intelligenza che ci è concessa. Forse finiremmo con il dire solo miao ogni volta che proviamo ad aprire bocca, ma questo non è necessariamente un male. Se si impara a vivere e soddisfare tutte le proprie esigenze vitali con l'ausilio di un solo miao, come fa la mia gatta, allora vuol dire che si è raggiunto il culmine della scala evolutiva. Lassù dove regna la mia gatta e tutta la sua specie.

Nessun commento: