lunedì 28 dicembre 2009
sonno
E' il modo in cui uno dorme che determina come uno vive. E viceversa. O viceversa. Io dormo a volte troppo, a volte troppo poco. E allo stesso modo vivo. E racconto il modo cui vivo troppo o troppo poco, come se conoscessi qual è il criterio che decide quando si può usare la parola "troppo". Adesso vorrei dormire, ma se lo volessi veramente non sarei qui a scriverlo. Nonostante il sonno. Una cosa che ho scoperto è che non sempre il sonno è una buona ragione per mettersi a dormire. O forse lo è sempre, solo che non sempre si fanno quelle cose che si hanno buone ragioni per fare. Anzi, di solito sono le cattive ragioni che determinano il modo in cui uno vive. E di conseguenza, il modo in cui uno dorme. Però lo stesso, adesso vorrei dormire. Perchè ho sonno, ma non solo. Vorrei dormire perchè in questo periodo preferisco quello che c'è oltre il muro del sonno. Perché nel sonno siamo tutti uguali, e le cose vanno per tutti nello stesso modo, cioè da nessuna parte, ma nemmeno ferme. Perchè nel sonno semplicemente le cose non ci sono, e non abbiamo il problema di dimenticarcene, o di non pensarci. Nel sonno non si può nè pensare nè non pensare, anche se forse diventiamo noi i pensieri di qualcun altro. Non so da dove mi sia uscita questa idea adesso. Non la penso veramente. Nessuno pensa a noi mentre dormiamo, nessuno prende in prestito la nostra vita fino al risveglio. La abbandoniamo lì sull'orlo del cuscino, come se non fosse roba nostra, come un pigiama stropicciato, o una lacrima da fare evaporare. E però la vita durante il sonno non evapora davvero, ci ripiove sempre addosso appena il sonno se ne va. Non mi importa, ora ho sonno, a domani mattina ci penserò poi.
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