Di nuovo la pioggia, in questa sera d'estate. Di nuovo la pioggia a zittire i grilli, a picchiettare sul tetto, a scrosciare sull'erba. Di nuovo la pioggia a bagnare questo caldo e dissetare l'aria. Tuoni che coprono il rumore delle gocce, gocce che tornano a sussurrare appena il tuono tace.
La pioggia porta il buio un po' più presto, ma non importa, la sera resta nascosta dietro ai lampi. La pioggia si mangia le stelle e la luna con la sua bocca di nuvole, ma non c'è da aver paura, loro restano lì per un'altra notte, quando i grilli riprenderanno la loro solita vecchia canzone.
L'estate ha delle cose speciali che mi impediscono di odiarla fino in fondo. Sono le cose che compaiono quando il cielo si scurisce per il buio di una notte stellata o per le nuvole di pioggia e tuoni.
L'estate dovrebbe essere una sola lunga notte in attesa del sole d'autunno
lunedì 29 giugno 2009
sabato 27 giugno 2009
passi
Il futuro incombe minaccioso, sempre più vicino. Il presente arretra, si difende, ma alla lunga non resisterà. Arriverà il giorno che si scontreranno, e il futuro si mangerà il presente. Sarò inghiottito anch'io dal futuro, sarò qualcosa di diverso da quel che sono. Sarà il futuro senza più presente di chi perde il contatto con l'oggi e vive solo in funzione di un domani che è sempre un passo più in là. Ogni momento avrà senso solo per il successivo, ogni giorno sarà un modo di attendere, preparare, gestire il giorno, il mese, l'anno dopo. Come se ci fosse un punto di arrivo per cui valga la pena di spendere il proprio presente, di dimenticarsi che gli attimi contano anche di per se stessi, anche se non "servono" per qualcosa che verrà.
Il futuro incombe, devo stringere di più questo presente prima che me lo portino via. Ma quanto può durare il presente?
Il futuro incombe, devo stringere di più questo presente prima che me lo portino via. Ma quanto può durare il presente?
venerdì 26 giugno 2009
significati
Sono due giorni che l'estate sembra autunno, direi che così non va. Ieri notte c'erano dei lampi che sembrava giorno, delle strade che sembravano laghi. Minuti che sembravano ore, poi ore che sembravano secondi. Così non va, così non va. Tutto è ciò che è, ma niente è ciò che dovrebbe. O forse il contrario. Vediamo, niente è ciò che è e tutto è ciò che dovrebbe. Sì, meglio direi, anche se non vuol dire niente. Poco importa, tanto niente vuol dire niente. O tutto vuol dire tutto, che è lo stesso. Tanto non vuol dire niente.
Mi ha creato dei problemi ieri sera il cartello dell'autostrada che diceva di "occupare la corsia più libera a destra". Come "più libera?". Forse volevano dire "la corsia libera più a destra", che ha più senso ed è anche più sicuro. Però se lo volevano dire potevano anche dirlo.
A volte sarebbe proprio meglio che le cose non significassero niente, come tutto.
Mi ha creato dei problemi ieri sera il cartello dell'autostrada che diceva di "occupare la corsia più libera a destra". Come "più libera?". Forse volevano dire "la corsia libera più a destra", che ha più senso ed è anche più sicuro. Però se lo volevano dire potevano anche dirlo.
A volte sarebbe proprio meglio che le cose non significassero niente, come tutto.
mercoledì 24 giugno 2009
solchi
Forse le cose che non si possono dire si possono scrivere, così sono più vere, nonostante il silenzio o forse grazie al silenzio.Forse dirle non si può, perchè le situazioni non sono mai quelle giuste per dirle. Ma scriverle si può sempre, e leggerle e rileggerle pure. E se sono scritte sono più vere perchè valgono ogni volta che uno vuole leggerle e rileggerle. E la mano che scrive lo sa, questo è ciò che conta, lei lo sa, e proprio per questo lo scrive anche quando non può dirlo.
C'è solo una cosa più bella delle cose che tornano. E'quando le cose non sono mai andate via. E' quando le cose hanno la consistenza delle parole scritte, che restano impresse sul foglio anche quando non lo si rilegge. Che restano anche quando tutti i suoni fatti d'aria evaporano. Loro restano, io lo so. Stasera c'erano, io le ho viste, io le ho lette.
C'è solo una cosa più bella delle cose che tornano. E'quando le cose non sono mai andate via. E' quando le cose hanno la consistenza delle parole scritte, che restano impresse sul foglio anche quando non lo si rilegge. Che restano anche quando tutti i suoni fatti d'aria evaporano. Loro restano, io lo so. Stasera c'erano, io le ho viste, io le ho lette.
lunedì 22 giugno 2009
cavalli selvaggi
Lui la raggiunse nell'erba insanguinata, s'inginocchiò appoggiandosi al fucile e le mise una mano sul collo. La bestia lo guardò senza paura, con gli occhi caldi e umidi, e morì. Lui si sedette e la guardò a lungo. Pensò al capitano chiedendosi se era vivo, pensò a Blevins, pensò ad Alejandra e ricordò la prima volta che l'aveva vista passare di sera sulla strada della ciénaga col cavallo bagnato appena uscito dal lago. E ricordò gli uccelli, il bestiame al pascolo e i cavalli selvaggi sulla mesa. Il cielo era scuro e tirava un vento freddo. Nella luce morente del giorno, un'ombra viola e fredda aveva trasformato gli occhi della cerbiatta in una delle tante cose fra le quali l'animale giaceva. Erba e sangue. Sangue e pietre. Pietre macchiate dalle prime gocce di pioggia. Ricordò Alejandra e la prima volta che aveva visto le sue spalle curve per la tristezza, una tristezza che aveva creduto di capire ma di cui non aveva capito nulla, e si sentì solo come non gli era più capitato da quand'era bambino, totalmente estraneo al mondo che pure continuava ad amare. Pensò che la bellezza del mondo nascondeva un segreto, che il cuore del mondo batteva a un prezzo terribile, che la sofferenza e la bellezza del mondo crescevano di pari passo, ma in direzioni opposte, e che forse quelle forbice vertiginosa esigeva il sangue di molta gente per la grazia di un semplice fiore.
(Cormack McCarthy, Cavalli selvaggi)
(Cormack McCarthy, Cavalli selvaggi)
sabato 20 giugno 2009
30-2
Se c'è una cosa che non sopporto, è compiere gli anni. Per giunta proprio il giorno del mio compleanno. Non mi ricordo nemmeno più quando sia stata la prima volta che li ho compiuti. Comunque sia, mi stavo chiedendo se uno festeggi il compleanno anche il giorno stesso in cui nasce. Voglio dire, si possono compiere 0 anni? Secondo me sì, anche se ormai per me questo ha smesso di essere un problema già da un pezzo. Insomma, se uno festeggia il giorno in cui è nato negli anni successivi, vuoi che non lo festeggi nell'anno stesso in cui nasce? L'unico inconveniente è che non si ha avuto tempo per preparare la festa e non si conosce ancora nessuno cui offire da bere. Comunque sia, dicevo, ormai gli 0 anni per me non sono più un problema. Oggi ne faccio 28, anche se dentro me ne sento ancora 27 e mezzo. 28 è già all'ombra dei 30, ma comunque c'è ancora tempo prima di diventare un 30 frustrato.
28 è un numero pari, ci si può arrivare facendo 7x4 o anche 56:2. Io però ci sono arrivato per un'altra strada, un po' più lunga ma più sicura. Ho fatto 1+1+1+1+1 ecc. fino a 28, perchè tanto non avevo fretta e comunque le divisioni non mi sono mai piaciute. Penso di procedere con lo stesso metodo anche per gli anni a venire, così son sicuro di non sbagliare strada. Dopotutto, compiere gli anni almeno una volta all'anno è il mezzo più affidabile per poter vivere a lungo.
28 è un numero pari, ci si può arrivare facendo 7x4 o anche 56:2. Io però ci sono arrivato per un'altra strada, un po' più lunga ma più sicura. Ho fatto 1+1+1+1+1 ecc. fino a 28, perchè tanto non avevo fretta e comunque le divisioni non mi sono mai piaciute. Penso di procedere con lo stesso metodo anche per gli anni a venire, così son sicuro di non sbagliare strada. Dopotutto, compiere gli anni almeno una volta all'anno è il mezzo più affidabile per poter vivere a lungo.
giovedì 18 giugno 2009
zzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Cara zanzara che mi ronzi attorno all'orecchio per ore di notte, non vedi che tutto ciò è controproducente per entrambi? Credo che tu e io potremmo arrivare a un accordo. Io voglio dormire, tu vuoi una goccia del mio sangue. Mi sembra che ognuno dei due possa fare qualcosa per l'altro. Allora io ti propongo questo: invece di ronzarmi attorno all'orecchio (ma proprio lì poi???) perchè non mi pungi subito, ti riempi la pancia e poi te ne vai così che io possa tenermi la mia piccola puntura e dormire in pace? Che bisogno c'è di tirarla tanto per le lunghe, se tutto quello che vuoi è pungermi? Allora facciamo così, io ti lascio il mio braccio bene in vista, così quando tu arrivi mi pungi subito lì, e io ti prometto che non ti schiaccio. Dopodichè, prendi il mio sangue e il tuo ronzio e, se non ti spiace, ti levi dalle scatole e mi lasci dormire.
Un cordiale saluto
Un cordiale saluto
mercoledì 17 giugno 2009
addomesticare
Sono giù di morale, il che mi rende triste, quindi mi fa scendere il morale ancora di più. Se uno ha un motivo per essere giù di morale, immediatamente i motivi diventano due: quello di prima più il fatto stesso di essere giù di morale. E allora i motivi diventano tre, poi quattro, poi infiniti. Il discorso è un po' scemo e un po' no.
Comunque è vero. Ecco perchè basta abbattersi un istante per iniziare a sprofondare sempre più in giù, come in un percorso obbligato. E quando capita di risalire, non si capisce bene come ci si sia riusciti, e allora si dice che è stato il tempo. Il tempo che cura tutto. Come se il tempo fosse una cosa diversa e slegata dal nostro viverlo, dal nostro costruirlo. Come se il tempo non fossimo noi stessi che lo facciamo passare.
E allora il tempo non serve a niente, ci vuole qualcos'altro. Ci vuole qualcosa che impedisca di trasformare la nostra tristezza in un motivo di altra tristezza. Fare la pace con la nostra tristezza, addomesticarla. Saperla aspettare, accogliere, abbandonare. Essere la propria tristezza.
Comunque è vero. Ecco perchè basta abbattersi un istante per iniziare a sprofondare sempre più in giù, come in un percorso obbligato. E quando capita di risalire, non si capisce bene come ci si sia riusciti, e allora si dice che è stato il tempo. Il tempo che cura tutto. Come se il tempo fosse una cosa diversa e slegata dal nostro viverlo, dal nostro costruirlo. Come se il tempo non fossimo noi stessi che lo facciamo passare.
E allora il tempo non serve a niente, ci vuole qualcos'altro. Ci vuole qualcosa che impedisca di trasformare la nostra tristezza in un motivo di altra tristezza. Fare la pace con la nostra tristezza, addomesticarla. Saperla aspettare, accogliere, abbandonare. Essere la propria tristezza.
lunedì 15 giugno 2009
buono e cattivo
In questi ultimi giorni mi sono ritrovato spesso a chiedermi se la democrazia in fin dei conti significhi cercare di avere idee che ricalchino il più possibile quello che la maggioranza delle persone pensa oppure cercare di proporre buone idee per poi convincere la maggioranza delle persone a farle proprie. La risposta che mi sono dato è che la democrazia di fatto oggi è la prima cosa, anche se dovrebbe essere la seconda. Insomma, anche qui le cose non sono quello che dovrebbero. Se la maggioranza delle persone ha in testa idee cattive, allora questa democrazia deteriorata è una cosa pericolosa, tanto varrebbe trovare qualche altro sistema.
Il vero problema, credo, sta nel fatto che non c'è qualche ragione di fondo con cui si può convincere la gente che certe idee sono buone. La cosa può sembrare un po' sempliciotta, ma a un certo punto bisogna rassegnarsi al fatto che certe idee sono buone perchè sono buone, senza spiegazioni ulteriori. Non è che una cosa diventi buona o cattiva a seconda che la pensi una maggioranza o una minoranza. Una cosa è buona perchè è buona, è vera perchè è vera, è sbagliata perchè è sbagliata.
Qualcuno saprebbe dirmi se c'è un modo ragionevole di scavare un po' più a fondo?
Il vero problema, credo, sta nel fatto che non c'è qualche ragione di fondo con cui si può convincere la gente che certe idee sono buone. La cosa può sembrare un po' sempliciotta, ma a un certo punto bisogna rassegnarsi al fatto che certe idee sono buone perchè sono buone, senza spiegazioni ulteriori. Non è che una cosa diventi buona o cattiva a seconda che la pensi una maggioranza o una minoranza. Una cosa è buona perchè è buona, è vera perchè è vera, è sbagliata perchè è sbagliata.
Qualcuno saprebbe dirmi se c'è un modo ragionevole di scavare un po' più a fondo?
sabato 13 giugno 2009
quasi estate
Non è possibile che in un sabato di ormai estate, con il cielo blu e il sole giallo il caldo caldo uno se ne stia in una mansarda a scrivere su un blog. Uno dovrebbe avere di meglio da fare e, se non ce l'ha, dovrebbe accontentarsi di non far nulla, che è pur sempre meglio che niente.
Andrei al lago, se solo avessi voglia. Ma al lago sembra di stare al mare. Nel senso della folla di gente. Andrei a fare un giro in bicicletta, se solo avessi voglia. Ma in bicicletta si cuoce dal caldo, e io mi preferisco crudo. Andrei a sdraiarmi con un libro sotto un albero, se solo avessi un libro e un albero. Ma il libro ce l'ho, l'albero pure. Quindi mi tocca andare, visto che ho voglia.
Comunque, mai una volta che mi venisse voglia di fare qualcosa di nuovo...
Andrei al lago, se solo avessi voglia. Ma al lago sembra di stare al mare. Nel senso della folla di gente. Andrei a fare un giro in bicicletta, se solo avessi voglia. Ma in bicicletta si cuoce dal caldo, e io mi preferisco crudo. Andrei a sdraiarmi con un libro sotto un albero, se solo avessi un libro e un albero. Ma il libro ce l'ho, l'albero pure. Quindi mi tocca andare, visto che ho voglia.
Comunque, mai una volta che mi venisse voglia di fare qualcosa di nuovo...
mercoledì 10 giugno 2009
bolle
Faccio delle bolle di sapone per vedere se il tempo passa più in fretta. Faccio delle bolle di sapone per vedere se i pensieri passano via. Sapete cosa vi dico? A volte le bolle di sapone non funzionano come dovrebbero. Non fanno il loro mestiere. Scivolano via sul tempo come il sapone sulle cose bagnate, e tutto resta uguale, come se non ci fossero mai state le bolle di sapone.
Ho perso le elezioni. Cioè noi abbiamo perso le elezioni. Tanto a poco, ma tanto o poco non importa, importa che abbiamo perso.
Comunque non è vero, tanto o poco importa eccome. Abbiamo perso di tanto.
Porca vacca.
La gente non ha capito bene come doveva votare, succede a tutti di sbagliare. Non li ho ancora perdonati però. Dopotutto, non si sono ancora resi conto dello sbaglio che hanno fatto. Ma sono pronto ad accettare le loro scuse, non appena arriveranno.
Pensavo che avrei sopportato meglio il fatto di perdere. Non è mica una novità, per me. Se dovessi contare tutte le volte che in vita mia ho perso, perderei un sacco di tempo e non vincerei nulla. Quindi meglio che non conto. Il punto è... vedete...in buona sostanza..no, non lo so quale sia il punto. Ah sì, eccolo. Ho perso, ecco il punto. Ho perso un'altra volta. La gente non ha avuto abbastanza fiducia in me, si vede. Come li capisco. Anche a me succede sempre. Sì, mi sa che quello che ha sbagliato a votare sono io. Sapevo che non avrei dovuto darmi la preferenza. Se avessi votato gli altri adesso avrei vinto anch'io. Avrei vinto perdendo. Proprio roba da me.
Comunque io adesso continuo con le mie bolle di sapone. Chi mi vuole disturbare la faccia pure, io non ascolto
Ho perso le elezioni. Cioè noi abbiamo perso le elezioni. Tanto a poco, ma tanto o poco non importa, importa che abbiamo perso.
Comunque non è vero, tanto o poco importa eccome. Abbiamo perso di tanto.
Porca vacca.
La gente non ha capito bene come doveva votare, succede a tutti di sbagliare. Non li ho ancora perdonati però. Dopotutto, non si sono ancora resi conto dello sbaglio che hanno fatto. Ma sono pronto ad accettare le loro scuse, non appena arriveranno.
Pensavo che avrei sopportato meglio il fatto di perdere. Non è mica una novità, per me. Se dovessi contare tutte le volte che in vita mia ho perso, perderei un sacco di tempo e non vincerei nulla. Quindi meglio che non conto. Il punto è... vedete...in buona sostanza..no, non lo so quale sia il punto. Ah sì, eccolo. Ho perso, ecco il punto. Ho perso un'altra volta. La gente non ha avuto abbastanza fiducia in me, si vede. Come li capisco. Anche a me succede sempre. Sì, mi sa che quello che ha sbagliato a votare sono io. Sapevo che non avrei dovuto darmi la preferenza. Se avessi votato gli altri adesso avrei vinto anch'io. Avrei vinto perdendo. Proprio roba da me.
Comunque io adesso continuo con le mie bolle di sapone. Chi mi vuole disturbare la faccia pure, io non ascolto
sabato 6 giugno 2009
venerdì 5 giugno 2009
cibo
Ho notato che la maggior parte dei gatti, a differenza della mia gatta, non parlano soltanto di cibo. Proprio stamattina mi è capitato di dover grattare la testa a una gatta che ho incontrato per caso, e questa si è messa a miagolarmi qualcosa che a dire il vero non ho ben capito, ma che di sicuro non aveva a che fare con il cibo. Anche perchè lei sapeva che io non avevo niente da mangiare. Semplicemente, sembrava contenta che qualcuno le stesse grattando la testa, e ha ritenuto opportunto miagolarmi due parole.
La mia gatta non lo farebbe mai. Lei inizia a rispettare le persone solo nel momento in cui può aspettarsi da loro qualcosa da mangiare. Da questo punto di vista io non mi posso lamentare, perchè qualche bocconcino per lei lo recupero sempre. Ma ogni tanto mi piacerebbe che fosse un po' più disinteressata. Insomma, non è che io sia una macchinetta che distribuisce croccantini. Ho idea che la mia gatta non mi consideri neppure una persona. Io comunque spero solo di non ritrovarmi mai a corto di croccantini.
La mia gatta non lo farebbe mai. Lei inizia a rispettare le persone solo nel momento in cui può aspettarsi da loro qualcosa da mangiare. Da questo punto di vista io non mi posso lamentare, perchè qualche bocconcino per lei lo recupero sempre. Ma ogni tanto mi piacerebbe che fosse un po' più disinteressata. Insomma, non è che io sia una macchinetta che distribuisce croccantini. Ho idea che la mia gatta non mi consideri neppure una persona. Io comunque spero solo di non ritrovarmi mai a corto di croccantini.
giovedì 4 giugno 2009
ping pong
Comunque sia, vada come vada, arriva sempre il momento in cui uno dice: anche questa è andata. Vada come vada, ci è andata.
Per mandarcela, però, bisogna spingercela. Io l'ho spinta. E lei è andata. Come la pallina da tennis, che vada come vada io di là l'ho mandata, adesso se vuoi me la rimandi, se no te la tieni. Tanto io ce ne ho un'altra.
La pallina da tennis comunque mi piace perchè è una di quelle cose che di solito ti tornano indietro. Anche quando tu vuoi per forza mandarla di là, se hai a che fare con una pallina da tennis è perchè hai anche a che fare con uno che te la vuole mandare indietro.
Ci sono tante cose che sono come le palline da tennis. E quasi nessuna di quelle è rotonda. Poi ci sono anche tante altre cose che uno vorrebbe fossero come le palline da tennis, ma invece loro non ti tornare mai indietro.
Comunque sia, vada come vada, io stasera questa pallina l'ho ributtata di là. E forse quando mi tornerà indietro io non starò già più giocando.
Per mandarcela, però, bisogna spingercela. Io l'ho spinta. E lei è andata. Come la pallina da tennis, che vada come vada io di là l'ho mandata, adesso se vuoi me la rimandi, se no te la tieni. Tanto io ce ne ho un'altra.
La pallina da tennis comunque mi piace perchè è una di quelle cose che di solito ti tornano indietro. Anche quando tu vuoi per forza mandarla di là, se hai a che fare con una pallina da tennis è perchè hai anche a che fare con uno che te la vuole mandare indietro.
Ci sono tante cose che sono come le palline da tennis. E quasi nessuna di quelle è rotonda. Poi ci sono anche tante altre cose che uno vorrebbe fossero come le palline da tennis, ma invece loro non ti tornare mai indietro.
Comunque sia, vada come vada, io stasera questa pallina l'ho ributtata di là. E forse quando mi tornerà indietro io non starò già più giocando.
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