Il caso irrisolto di Dexter, l'uomo avvelenato con il vino, aveva letteralmente tolto il sonno al commisario McLogan, che in 30 anni di una carriera più onorevole che onorata non aveva mai, e dico mai, consentito a un solo delinquente di farla franca. Ma stavolta era diverso. Per quante strade avesse battuto il commissario, ognuna si era rivelata un vicolo cieco. L'assassino non si trovava,e ormai anche il commissario stava lasciandosi sedurre dalla comoda idea di un suicidio apparentemente immotivato, ma pur sempre sufficiente per archiviare il caso. Finché un giorno, proprio sotto Natale, le indagini subirono una sterzata decisiva grazie alla dichiarazione spontanea resa da un testimone, che si trovava con la vittima nell'istante stesso in cui questa morì. Il testimone in questione era il vecchio Frank, secondo il quale le ultime parole pronunciate Dexter erano state, per la precisione, "che mi venga un colpo se questo non è un vino coi fiocchi!". Un lampo attraversò subito la mente di McLogan, che alzò la cornetta e chiamò il suo collega Baldwin. "Baldwin, che vino era quello ingerito da Dexter prima di morire?". "Tavernello, signore", rispose subito Baldwin. "Abbiamo risolto il caso, Baldwin, chiama la centrale. Il vecchio Dexter è morto d'infarto".
Un altro caso chiuso con successo da McLogan, la vecchia lince.
Oppure, variante della medesima storia:
"che mi venga un colpo se questo non è il vecchio Frank", avrebbe detto Dexter secondo la testimonianza rilasciata dallo stesso, nonchè vecchio Frank. McLogan guardò allora Frank con occhio sospettosamente indagatore. "Frank...Frank..", prese a ripetere ad alta voce, ma quasi parlando tra sè, McLogan la lince. "Avevo uno zio, giù nell'Ohio, che si chiamava Frank, lo sai?", "e sai cosa ti dico, amico?", disse la lince rivolgendosi stavolta senza indugi al sedicente testimone, "Mio zio non assomigliava per niente a te..no, amico, tu non hai la faccia da Frank". Puntandogli la pistola alla tempia, il commissario intimò "coraggio, vecchio Frank, o forse dovrei chiamarti "Frank"?..fammi vedere un documento". L'uomo, tremando ma non potendo evitare di obbedire all'ordine, estrasse lentamente il portafogli dalla tasca dei pantaloni, lo aprì, sfilò la patente di guida e, già prefigurandosi le ombre sul proprio futuro, la mostrò a McLogan la lince. "Tom Cricket III..proprio come sospettavo". Quasi dimenticandosi dell'uomo che aveva di fronte, con un sorriso beffardo sulle labbra McLogan alzò il ricevitore, fece il numero e chiamò il suo collega Baldwin. "Abbiamo risolto il caso, Baldwin, chiama la centrale. Il vecchio Dexter è morto d'infarto". "Che diavolo vuoi, McLogan? Perchè non la chiami tu la centrale?". "Già, la chiamerò io", rispose beffardo McLogan la lince. "Vai al diav.." fece in tempo a dire Baldwin, prima che McLogan riattaccasse la cornetta imbarazzato, ma pur sempre in modo beffardo.
Epilogo: sfortunatamente per McLogan, a seguito del processo Tom Cricket III fu scagionato da ogni accusa, dopo che la corte d'appello del Massachussets stabilì, con una sentenza che ha fatto epoca nella giurisprudenza, che non è una colpa imputabile al soggetto interessato il fatto di chiamarsi Tom anzichè Frank.
Vacca boia, che storie, punto esclamativo
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