lunedì 3 agosto 2009

avanti e indietro

C'è modo e modo di fare le cose, in un modo o nell'altro le cose si fanno. Oggi, per esempio, io le ho fatte a modo, come dio comanda. Uno si alza, fa quello che deve fare, e un po'anche quello che non deve, e poi quando è ora smette. Tutto a modo, insomma. A modo mio, va bene, ma è pur sempre un modo. Non ne conosco di diversi, d'altra parte. E anche se li conoscessi farei lo stesso a modo mio. Anzi, no, a dire il vero faccio spesso a modo degli altri. Così posso discolparmi quando le cose vanno storte. Ciò non toglie che, qualunque sia il modo, uno si alza, fa quello che deve fare, e un po' anche quello che non deve, e poi quando è ora smette. E cosa succede quando uno smette? Per esempio succede come adesso, che uno ha del tempo da impiegare e di solito lo impiega nel modo sbagliato, stando davanti a un computer a farsi divorare da internet quando vorrebbe continuare a leggere quel libro, aspettando che diventi troppo tardi e si abbia troppo sonno per leggere. Di solito comunque non si può evitare di usare male il tempo, è più o meno una regola. Forse perchè il tempo non è fatto per essere usato, forse perchè il tempo non è fatto per nessuno motivo in genere, forse perchè il tempo non è fatto, forse perchè il tempo non c'è. Che è una cosa che non vuol dire niente ma di solito fa un bell'effetto dirla. Il tempo non c'è, il tempo non c'è , il tempo non c'è. Però, anche se non c'è, ci si viaggia bene lo stesso, avanti e indietro nel tempo, dentro e fuori dall'universo, sul confine fra lo spazio il tempo. Bello, tremendamente bello, quanto adoro la stupidità

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