Stamattina mi è passata per la testa un'illuminazione. Il pensiero più profondo che io abbia mai fatto. Poi però mi sono accorto che stavo solo sognando, e che il pensiero era profondissimo e illuminante nel sogno, ma era una banalità immensa dalla parte di qua. Quindi adesso di quel pensiero non so proprio cosa farmene. Potrei semplicemente dirlo, è vero, oppure scriverlo qui, ma io conosco un modo migliore di usare i pensieri. Dimenticarli. Si dovrebbero dimenticare più cose, dimenticare più spesso. Non solo i pensieri dei sogni o della notte prima, ma anche quelli di ieri e del mese scorso e di tutta la vita passata. Bisognerebbe pensare alle cose come se non ci avessimo mai pensato prima, come se non avessimo già un'idea al riguardo. E bisognerebbe anche vivere le cose come se non le avessimo già vissute ogni giorno sempre uguali fino a oggi, come se non avessimo già sentimenti e emozioni e progetti a ricoprire le cose che ci stanno attorno, e a trasformarle in cose "nostre".
Ecco, questo era proprio il pensiero del sogno di stamattina. L'ho scritto perchè in realtà non lo posso dimenticare, nonostante tutto. In effetti nel pensiero c'era anche qualcos'altro, l'idea che è impossibile dimenticarsi dei propri pensieri, di qualunque pensiero abbiamo almeno una volta sentito nostro.Non si può dimenticare proprio un bel niente. Ho paura che siamo prigionieri a vita di tutto quello che abbiamo già pensato, vissuto, progettato, sentito, amato e odiato. E ho paura che questo sia il solo motivo per cui pensiamo quello che pensiamo e proviamo quello che proviamo. Ho paura che noi siamo soltanto il nostro passato, anche quando facciamo dei progetti per il futuro.
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