venerdì 5 novembre 2010

troppo vera

Cos'è questa fatica che è arrivata in questi ultimi tempi? Pensavo fosse colpa del lavoro, e dei progetti, e della incapacità di concretizzarli, e dell'attesa snervante di risposte.
Ma non c'entrano nulla tutte queste cose.
Questa è un'altra stanchezza.
E' la stanchezza delle parole, l'incapacità di dar loro quel senso che avevano, che consolava che rapiva che incendiava.
Spente, bagnate dall'usura, raffreddate, moribonde se non morte di già, questo sono diventate le parole. Perso per sempre, o forse per ora, ma poco importa, importa solo che sia perso quell'odore dolce di zucchero filato, l'odore caldo che ti attira verso la bancarella dei dolci al mercato, e verso le parole nei momenti di solitudine.
Questa è una sera troppo strana per essere vera, ma forse anche qui dentro ci sono parole senza più il sapore di zucchero che sono morte senza che io le abbia potute salvare. E bisogna pulire dal loro sangue, ora che è ormai freddo e secco. E' solo una sera troppo vera, ecco tutto.
Vorrei avere qui vicino persone che se ne vanno non appena non le voglio più. So bene i loro nomi e cognomi, e le vorrei qui tutte adesso, ma solo per poco.
Non so più neanche io cosa sto dicendo, ma non conta, perché sono solo parole senza sangue, senza senso.
Dev'essere quella stanchezza, lo sento. Ma non importa neanche questo, perché è una stanchezza che non si può chiamare per nome, almeno finché le parole che conoscevo non tornano, con nomi nuovi che non ho ancora conosciuto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ci sarebbe questa canzone.. solo che non la trovo più, però magari la ritrovi, si intitola rainbow eyes e ti si addice anche per via degli occhi.. aspetta però in realtà non è molto consolante, la cosa consolante è che intanto so dove procurarmi dei dolci