Allora, ci sarebbero delle regole, e sarebbero uguali per tutti. Perché saremmo in una democrazia, no? Magari potremmo anche dire che la democrazia non va bene, che ci sono forme migliori, questo può anche darsi. Sta, anzi, starebbe di fatto che saremmo in una democrazia, quindi ci sarebbero delle regole uguali per tutti. Non è che le due cose vadano ognuna per conto proprio: democrazia vuol dire che il potere è di tutti, non di uno o due o cento. Tutti. Quindi, se è di tutti,è tanto di chi governa quanto di chi è governato, e infatti in una democrazia sarebbe chi è governato a decidere chi lo governa. Tralascio il fatto che già solo per questo motivo noi in Italia non siamo una democrazia. Comunque, dicevo, se il potere è di tutti, è perché tutti sono uguali, altrimenti il potere sarebbe solo di qualcuno. Invece no!, vacca miseria, è proprio di tutti!. E quindi dal punto di vista del potere e del governo, siamo tutti uguali, anche gli imbecilli (e allora, appunto, potrebbe darsi che la democrazia non sia proprio la cosa migliore, ma tant'è: noi saremmo in democrazia, questo è quello che viene ripetuto da tutti). E quindi, il fatto che si sia in democrazia vuol dire che si è tutti uguali, e il fatto che si è tutti uguali spiega perché ci siano regole uguali per tutti. Se le regole smettono di essere uguali per tutti, allora non si è più in democrazia. Questa non è un'idea politica o una tesi di parte, è una cosa matematica, come 2+2= 4, democrazia= regole uguali per tutti.
Quindi ci sarebbero delle regole uguali per tutti. Le regole si chiamano "regole" apposta perché sono, appunto, delle regole. Non sono delle abitudini, o delle linee di massima, o dei suggerimenti. No!, vacca miseria, sono regole! Devono valere sempre, in generale, non solo quando fa comodo. Capita poi che ci sono casi in cui sarebbe meglio che le regole non ci fossero, ma le regole sono regole proprio perché devono valere anche in quei casi, così uno sa che, qualunque cosa succeda, ci sono delle regole, e quindi uno sa che, qualunque cosa succeda, e dunque a prescindere da chi sia la persona cui succede, tutti restano uguali, e quindi si resta in una democrazia.
Ora, ci sono delle regole che tutte insieme si chiamano burocrazia, e sono una gran rottura di palle. Ma ci sono. Si potrebbero cambiare, è vero, così diventa tutto più semplice. Ma finchè non si cambiano, loro ci sono. Una di queste regole è per esempio che se io pago una ritenuta d'acconto e metto un codice anzichè un altro codice, anche se di fatto io sto pagando la ritenuta, io sto infrangendo una regola, che magari è stupida e inutile, ma c'è, e se non la rispetto ne pago le conseguenze.
Questo vale per me. E anche per chi legge questo blog. E per milioni di altre persone che non sono così fortunate da leggere questo blog. Anzi, siccome saremmo in una democrazia, varrebbe per tutti.
In Italia non vale per tutti. In Italia, se qualcuno non rispetta le regole della burocrazia, ne paga le conseguenze, ma se invece a non rispettarle è qualcun altro, allora niente problema, si sistemano le regole all'occorrenza. Poi ci sarebbe da dire che in Italia questo non vale solo per le regole della burocrazia, tipo non consegnare i documenti in tempo per presentarsi alle elezioni, ma vale anche per le regole che dicono che non si ruba, che non si corrompe, che non si fanno affari con la mafia, e via dicendo.
Quindi, per tirare le somme, in Italia saremmo in una democrazia, ma non lo siamo. Ma ripeto che questo non è un giudizio politico, è solo una constatazione. Magari è anche meglio così, non lo so. La democrazia può essere pericolosa. Se per esempio la maggioranza delle persone vota un delinquente, in una democrazia non ci sarebbero gli strumenti per impedire al delinquente di governare. Quindi, insomma, per fortuna che in Italia non siamo in democrazia..
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