giovedì 14 maggio 2009

orientamenti

La mia gatta è sostanzialmente di sinistra, l'ho capito ormai da tempo. Deve avere recepito i miei messaggi intrisi di insulti che lancio quotidianamente a quelli del telegiornale. La mia gatta capisce al volo da che parte stiano il giusto e lo sbagliato. Non che sia una gatta proletaria, anzi, tutt'altro. Lei appartiene a quella sinistra intellettualoide e un po' snob, che si lascia crescere la barba per una precisa scelta estetica, non per disprezzo dell'apparenza. Lei si fa vanto dei suoi baffi lunghi, e assume una posa composta e malinconica ogni volta che riflette immobile con lo sguardo fisso nel vuoto. E disprezza, oh sì, la mia gatta disprezza. Come tutti quelli della sinistra intellettualoide, lei disprezza chi non è abbastanza intelligente e profondo da capire le idee della sinistra. E' eloquente lo sguardo di commiserazione che dedica ogni volta ai miei vicini berlusconiani. Loro non capiscono, e lei si rassegna all'idea di non poterci fare nulla.
La mia gatta, comunque, venderebbe le proprie idee per una ciotola piena e una grattata di orecchie. Le scelte politiche della mia gatta sono in fin dei conti frutto di un mero calcolo di convenienza. Dopotutto, adesso che ci penso, la mia gatta è fondamentalmente un po' berlusconiana. Infatti sta cercando disperatamente di non farsi rinchiudere nel gattile circondariale. Ma se la caverà anche stavolta, ne sono sicuro. I gatti se la cavano sempre, in un modo o nell'altro. Forse in fondo in fondo la mia gatta è un po' democristiana.

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