domenica 17 aprile 2011

io?

La paura é la forza più distruttiva che esista. Può distruggere tutto quello che le passa davanti, comprese le cose costruite nel tempo con cura, pazienza, passione.
La paura può distruggere persino le cose costruite nel tempo dall'amore.
La paura ci appartiene come una parte di noi che non possiamo nascondere per troppo tempo, né tanto meno gettare via come si fa con alcuni pezzi del passato. Possiamo solo a volte far finta che non ci sia, tenerla a bada con qualcosa di più forte, sovrastarla con altre passioni. E quando ci si riesce, la paura diventa così piccola e invisibile che sembra quasi innocua. Anzi, sembra quasi scomparsa. Ma la paura non scompare, si ritira solo ad affilare gli artigli in attesa di azzannare la felicità, i sorrisi, l'amore. La paura azzanna come una bestia affamata di dolore.
La paura ci appartiene...o forse semplicemente mi appartiene, perché non so quanto sia normale questo timore che mi accompagna sempre come un sottofondo angosciante, come la musica tremolante di certe scene dei film che preludono al peggio.
Il peggio è sempre stata la mia aspettativa, il pane delle mie paure. Un "peggio" senza nome, indefinito, sfocato, ma pur sempre il peggio. Perché questa non è la paura di qualcosa o di qualcuno, no, ma è la paura del vuoto, dell'assenza, della fuga, della sparizione. La paura dello spazio vuoto che ogni cosa potrebbe lasciare se se ne andasse, se finisse. La paura della perdita. La paura cresciuta nel corso degli anni quando ogni cosa bella, prima o poi, si rompeva, finiva, o addirittura veniva soffocata sul nascere, prima ancora di compiersi. La paura dell'inafferrabilità delle cose belle così vicine a me.
E ora che la bellezza e la serenità sono qui con me, le afferro, le accarezzo, le faccio mie, cosa devo fare per non farle andare via? Per non dare a questa paura un nome ben preciso?
Può darsi che a volte le cose preziose non siano anche le più fragili? E che a volte la bellezza duri? E che la felicità resti? E' possibile che l'amore e la felicità esistano davvero, e che esistano proprio per me?
Dipende da me farli restare? E se sì, cosa devo fare per farli restare, proprio io, che non credevo neppure che potessero esistere per me? E se non dipende da me, come faccio a cancellare la paura?
Sarò all'altezza di questa felicità che mi si prospetta?

1 commento:

Anonimo ha detto...

La paura è positiva in quanto metro del valore che attribuiamo alle cose (e dunque la paura di perderle), ma è negativa se impedisce di godere della bellezza di quello che abbiamo, perchè distrae dal godimento stesso. Il segreto è un equilibrio fra le due medaglie della paura.Io non sono mai riuscita a trovarlo fino ad ora, ma adesso mi sembra possibile, lo vedo all'orizzonte..
Tu però non devi avere paura di niente che a te ci penso io :)