lunedì 30 marzo 2009
parentesi
Mi trovo chiuso tra due parentesi. Una che si apre, una che si chiude. Non riesco a uscire, anche se le parentesi sono soltanto tonde. Non so chi me la abbia messe, io non ricordo di avere mai aperto parentesi. Quindi non posso neppure averle chiuse. Mi ci sono ritrovato in mezzo, tutto qui. Quando ci si ritrova chiuso tra parentesi, bisogna studiare qualche strana operazione per uscirne. Non necessariamente matematica. E' che le parentesi succedono senza che uno se ne accorga, spesso anzi si capisce di essere stato in una parentesi solo quando se ne è già fuori. Sì, ma è proprio uscirci il problema. Mi studierò qualcosa, in un modo o nell'altro sarò fuori. Prima o poi. Sperando di non scoprire di fuori una parentesi quadra che mi rinchiude da più lontano
mercoledì 25 marzo 2009
noia
Di tutte le cose che avevo in mente di scrivere stasera, non credo di riuscire a metterne giù neppure una. Dev'essere per via di quella cosa che a un certo punto mi sale dentro e mi rende indifferente a tutto quello che penso. Io lo so che ci sono dei pensieri qui dentro, che si muovono e si incrociano e cambiano. Solo che non me ne importa niente. Non mi sembrano più così interessanti come prima, non mi sembrano più così divertenti. Mi annoio a scriverli, mi annoio anche a ripensarli, non parliamone a rileggerli. Spesso mi annoio anche mentre parlo, se provo ad ascoltare quello che dico. Per questo dopo un po' lascio sempre che la mia bocca e la mia testa vadano per conto loro,e mentre parlo di qualcosa mi metto a pensare ad altro. Almeno finchè anche l'altro non mi annoia. Dev'esserci qualcosa di non molto sano in tutto questo, forse anche di patologico. Anche i pensieri e le parole delle altre persone spesso mi annoiano, ma è più difficile pensare ad altro quando hai davanti qualcuno che vuole essere ascoltato. E se proprio non riesco ad ascoltarlo, la cosa migliore che può succedermi è che mi ritrovo a non pensare a nulla. Che è pur sempre qualcosa.
domenica 22 marzo 2009
viti
Domenica bestiale, anzi quasi normale. Particolarmente normale. Dei silenzi si aggirano qui intorno, ben nascosti sotto un rumore incomprensibile. Ma dopotutto non mi è chiaro come sarebbe un rumore comprensibile.
Oggi sembra primavera, il che rende ancor più particolarmente normale questa domenica di primavera. Ho fatto dei buchi per terra e ci ho piantato delle viti. Le piante, beninteso, così non c'è stato neppure bisogno di avvitarle. Vado a fare dello sport, come normalmente si fa di domenica. Sono queste cose eccezionali che rendono la domenica così diversa dagli altri giorni della settimana, e così particolarmente normale.
La mia gatta, invece, non sente la domenica. Dorme. Normalmente. La domenica è per lei normalmente normale, come un martedì qualunque. Deve avere una vita normalmente monotona la mia gatta. Una vita particolare, senza le domeniche normali che abbiamo tutti noi.
Oggi sembra primavera, il che rende ancor più particolarmente normale questa domenica di primavera. Ho fatto dei buchi per terra e ci ho piantato delle viti. Le piante, beninteso, così non c'è stato neppure bisogno di avvitarle. Vado a fare dello sport, come normalmente si fa di domenica. Sono queste cose eccezionali che rendono la domenica così diversa dagli altri giorni della settimana, e così particolarmente normale.
La mia gatta, invece, non sente la domenica. Dorme. Normalmente. La domenica è per lei normalmente normale, come un martedì qualunque. Deve avere una vita normalmente monotona la mia gatta. Una vita particolare, senza le domeniche normali che abbiamo tutti noi.
sabato 21 marzo 2009
pigiama party
Adesso che ci penso, non sono mai andato a un pigiama party. Per due motivi principali. Primo, nessuno mi ha mai invitato. Secondo, anche se mi avessero invitato, non avrei avuto niente da mettermi. Il mio pigiama non è adatto a un pigiama party. E' un po' fuori moda, credo. Forse mio nonno ne aveva uno simile, e difatti non mi risulta che mio nonno sia mai andato a un pigiama party. Ma potrei sempre sbagliarmi.
Non ho idea di cosa faccia la gente a un pigiama party, a parte starsene in pigiama a commentare i pigiami degli altri. Io, per esempio, in questo momento sono in pigiama, e l'unica cosa che mi viene in mente di fare è andarmene a dormire. Niente party questa notte.
Non ho idea di cosa faccia la gente a un pigiama party, a parte starsene in pigiama a commentare i pigiami degli altri. Io, per esempio, in questo momento sono in pigiama, e l'unica cosa che mi viene in mente di fare è andarmene a dormire. Niente party questa notte.
mercoledì 18 marzo 2009
vite
Due cose sono davvero importanti nella vita, ma non so quali siano. Fuori dalla vita, invece, non è importante proprio nulla, a meno che non ci sia qualcosa anche lì. Lì, fuori dalla vita, intendo. Comunque sia, non è affar nostro, che ci sia o non ci sia. E' affar nostro la vita, invece. Anzi, la nostra vita, la mia la tua e la sua, non "la vita" in generale. La vita in generale non esiste, esistono solo tante vite. E magari in ognuna le due cose importanti sono diverse. Magari in qualcuna sono mangiare e dormire, in qualcun'altra amare e cantare, in un'altra guardare la tv e gozzoviagliare. Per alcuni addirittura bofonchiare.
C'è un intervallo di tempo tra il non esser nati e l'esser morti. E il fatto di dover nascere e dover morire è l'unica cosa che rende due vite uguali. Per il resto, si tratta solo di riempire quel po' di tempo, in attesa che il mondo si dimentichi di nuovo di noi.
C'è un intervallo di tempo tra il non esser nati e l'esser morti. E il fatto di dover nascere e dover morire è l'unica cosa che rende due vite uguali. Per il resto, si tratta solo di riempire quel po' di tempo, in attesa che il mondo si dimentichi di nuovo di noi.
lunedì 16 marzo 2009
fine
quando finalmente è l'ora che si può dormire, come se l'oggi non fosse già più oggi e il domani solo un problema di domani.
Come adesso, dove niente importa se non dormire. Il buio che caccia via la luce, lontano. La luna che caccia via il sole, il silenzio un altro silenzio.
Dormo, perchè di più non si può fare
Come adesso, dove niente importa se non dormire. Il buio che caccia via la luce, lontano. La luna che caccia via il sole, il silenzio un altro silenzio.
Dormo, perchè di più non si può fare
sabato 14 marzo 2009
solo cani e gatti
La mia gatta non apprezza l'uso dispregiativo che si fa dell'espressione "eravamo in quattro gatti". E io sono d'accordo con lei, è una frase discriminatoria. Cosa c'è di male nell'essere quattro gatti rispetto all'essere in quattro persone? cosa c'è di male nell'essere gatti invece che persone? La mia gatta non capisce, e neanch'io.
I cani dei miei vicini, invece, non capiscono perchè si usi dire "essere solo come un cane". I cani sono soli? E quando mai? C'è sempre un padrone dietro cui scodinzolare. Al limite sono i padroni a essere soli, anche se si illudono che i cani siano diversi dai gatti e facciano loro compagnia "sinceramente". Secondo me, comunque, "solo come un gatto" sarebbe più appropriato. I gatti sì che sono soli. E però, in effetti, a differenza delle persone che sono "sole come dei cani", i gatti sono felici di essere soli. Quindi se si dicesse "solo come un gatto" al posto di "solo come un cane" si perderebbe buona parte del significato di "essere solo come un cane".
Ma allora se i cani non sono soli e i gatti sono soli ma non "soli come dei cani", cosa si dovrebbe dire? Bisognerebbe trovare degli animali che sono davvero soli e che vorrebbero non esserlo. Solo come...solo come...solo come un uomo, ecco. Non mi viene in mente niente di più solo e più desolatamente solo di un uomo.
Perchè si scaricano su cani e gatti tutte le miserie che sono solo umane? Essere in quattro gatti, essere solo come un cane..mah, è già abbastanza difficile essere come un uomo.
I cani dei miei vicini, invece, non capiscono perchè si usi dire "essere solo come un cane". I cani sono soli? E quando mai? C'è sempre un padrone dietro cui scodinzolare. Al limite sono i padroni a essere soli, anche se si illudono che i cani siano diversi dai gatti e facciano loro compagnia "sinceramente". Secondo me, comunque, "solo come un gatto" sarebbe più appropriato. I gatti sì che sono soli. E però, in effetti, a differenza delle persone che sono "sole come dei cani", i gatti sono felici di essere soli. Quindi se si dicesse "solo come un gatto" al posto di "solo come un cane" si perderebbe buona parte del significato di "essere solo come un cane".
Ma allora se i cani non sono soli e i gatti sono soli ma non "soli come dei cani", cosa si dovrebbe dire? Bisognerebbe trovare degli animali che sono davvero soli e che vorrebbero non esserlo. Solo come...solo come...solo come un uomo, ecco. Non mi viene in mente niente di più solo e più desolatamente solo di un uomo.
Perchè si scaricano su cani e gatti tutte le miserie che sono solo umane? Essere in quattro gatti, essere solo come un cane..mah, è già abbastanza difficile essere come un uomo.
mercoledì 11 marzo 2009
metà strada
Preferisco le cose che non succedono, perchè sono molte di più. E perchè non sono pericolose, solo a volte un po' tristi. Anzi, forse quasi sempre tristi. Perchè anche quando sono allegre, diventano tristi per il fatto di non succedere. E quando sono tristi, restano tristi anche se non succedono. Soprattutto perchè di solito al posto delle cose tristi che non succedono, ci sono lo stesso cose tristi che succedono.
L'allegria si trova sempre a metà strada fra quello che succede e quello che non succede. Ma cosa c'è a metà strada? Come si chiamano le cose a metà strada? Ho idea che non ci sia niente, e dove non c'è niente, ecco, quello è il posto dell'allegria. Nè il pensiero a quello che succede, nè il rimpianto per quello che non succede. Niente di niente. Se si riesce a fermarsi per un po' lì in mezzo, poi si capisce l'allegria che cos'è.
L'allegria si trova sempre a metà strada fra quello che succede e quello che non succede. Ma cosa c'è a metà strada? Come si chiamano le cose a metà strada? Ho idea che non ci sia niente, e dove non c'è niente, ecco, quello è il posto dell'allegria. Nè il pensiero a quello che succede, nè il rimpianto per quello che non succede. Niente di niente. Se si riesce a fermarsi per un po' lì in mezzo, poi si capisce l'allegria che cos'è.
domenica 8 marzo 2009
fatto
Pertanto, credo sia troppo presto per dire che è meglio quel che c'è stato di quel che ci sarà. Il fatto di accontentarsi del fatto di aver fatto quel che si è fatto non è roba per me. Non ancora. Preferisco ancora le cose che non ho ancora fatto, e le cose che non farò ma che mi capitaranno lo stesso, e il fatto di non sapere quel che sarà fatto di quel che ancora non è fatto.
Stiamo a vedere insomma, che tanto se poi la cosa non mi piacerà, ci sarà sempre tempo per dire: "quel che ho fatto l'ho fatto". Il passato non è ancora passato tutto quanto, c'è ancora tempo per cavarci fuori qualcosa di buono, per avere poi un buon passato da vedere quando si guarderà indietro. Poi. Bisogna ancora lavorare un bel po' prima di farsi un passato all'altezza del modo in cui tutti oggi rimpiangono e parlano del proprio passato. Bisogna dare un po' di contenuto alla forma vuota di questi discorsi vuoti su un passato che, se fosse per noi, inizierebbe troppo presto, quando ancora il futuro è troppo grande per starci tutto dentro all'idea del passato.
Stiamo a vedere insomma, che tanto se poi la cosa non mi piacerà, ci sarà sempre tempo per dire: "quel che ho fatto l'ho fatto". Il passato non è ancora passato tutto quanto, c'è ancora tempo per cavarci fuori qualcosa di buono, per avere poi un buon passato da vedere quando si guarderà indietro. Poi. Bisogna ancora lavorare un bel po' prima di farsi un passato all'altezza del modo in cui tutti oggi rimpiangono e parlano del proprio passato. Bisogna dare un po' di contenuto alla forma vuota di questi discorsi vuoti su un passato che, se fosse per noi, inizierebbe troppo presto, quando ancora il futuro è troppo grande per starci tutto dentro all'idea del passato.
giovedì 5 marzo 2009
aksdjhfhqbna
stasera penso cose. cose vuote, cose minuscole. come queste lettere. cose basse. poco importanti, come queste parole. vorrei sapere suonare il pianoforte, per poter decidere ogni tanto di non suonare. cosa vuol dire? non so. non sto pensando seriamente, anche se vorrei star pensando seriamente, per poter decidere, adesso, di non pensare più. le persone passano davanti, si fermano un istante, poi vanno e qualcuno, ma solo qualcuno, dopo torna. ecco, sì, questo mi pareva un buon pensiero. e se non buono, comunque vero. le cose vere non sono le cose buone, è vero, però sono vere. e non so più se queste cose abbiano un senso o no, se voglio che lo abbiano o no, se siano serie o ridicole.
sono serie e ridicole, come tutto quanto.
sono serie e ridicole, come tutto quanto.
mercoledì 4 marzo 2009
aggiornamenti
Aggiornamento di mercoledì 4 marzo. Ho scoperto che boffonchiare si scrive in realtà con una sola f, così: bofonchiare. Il che, naturalmente, lo rende meno pieno e soffice, e quindi praticamente inutilizzabile per i miei scopi.La notizia mi ha rattristato non poco, ma comunque non abbastanza da indurmi a smettere di bofonchiare.Solo, d'ora in poi lo farò con un po' meno gusto e tenendomi dentro una f ormai inutile ad ammorbidire alcunchè o chicchessia.
Certo, mi sarebbe di gran giovamento sapere cosa dovrei fare per poter dire di stare bofonchiando. Un significato, ecco, mi servirebbe un significato. Ed eccolo qui:
v.intr. e tr. (io bofónchio)
CO v.intr. (avere) borbottare, brontolare sbuffando: b. tra sé e sé | v.tr., dire borbottando: cosa stai bofonchiando?
Varianti: bifonchiare
Sì, direi che mi viene bene. Credo di non aver fatto altro in vita mia
Certo, mi sarebbe di gran giovamento sapere cosa dovrei fare per poter dire di stare bofonchiando. Un significato, ecco, mi servirebbe un significato. Ed eccolo qui:
v.intr. e tr. (io bofónchio)
CO v.intr. (avere) borbottare, brontolare sbuffando: b. tra sé e sé | v.tr., dire borbottando: cosa stai bofonchiando?
Varianti: bifonchiare
Sì, direi che mi viene bene. Credo di non aver fatto altro in vita mia
lunedì 2 marzo 2009
boffonchiare
Non avevo mai fatto caso fino a ora a quanto sia bella la parola "boffonchiare".
Bella piena e soffice. Morbida. Boffonchiare.
Boffonchiamo tutti insieme
Bella piena e soffice. Morbida. Boffonchiare.
Boffonchiamo tutti insieme
somiglianze
Pensavo ieri notte che la mia gatta e io non ci assomigliamo proprio per niente.
Tanto per cominciare, lei ha quei baffi lunghi lunghi che gli escono fuori dal muso, cosa che io, per fortuna, non ho. Anche se è vero che spesso non mi faccio la barba per qualche giorno e un po' di baffi crescono pure a me.
Seconda cosa, la mia gatta miagola, mentre io, al limite, quando devo dire qualcosa parlo. Anche se è vero che io non è che parli molto spesso, e neppure la mia gatta miagola molto spesso, tranne quando ha bisogno di aiuto per i suoi bisogni fondamentali tipo mangiare, uscire a far pipì o farsi grattare dietro le orecchie.
Comunque, la mia gatta passa le sue giornate a dormire e le notti a gironzolare, mentre di solito io faccio esattamente il contrario. Anche se è vero che ogni tanto pure io sto in giro di notte e mi capita anche di buttarmi sul divano dopo pranzo.
No, la mia gatta e io non ci assomigliamo per niente, anche se in fondo un po' ci assomigliamo. La differenza più grande, secondo me, è che mentre io vorrei essere come un gatto, la mia gatta non ci pensa nemmeno a voler essere come me. E anche per questo io vorrei essere come lei, per essere soddisfatto del fatto di essere quel che sono e infischiarmene degli altri e non voler assomigliare a nessuno. Assomigliare a qualcuno...roba da cani e da padroni, quella..
Tanto per cominciare, lei ha quei baffi lunghi lunghi che gli escono fuori dal muso, cosa che io, per fortuna, non ho. Anche se è vero che spesso non mi faccio la barba per qualche giorno e un po' di baffi crescono pure a me.
Seconda cosa, la mia gatta miagola, mentre io, al limite, quando devo dire qualcosa parlo. Anche se è vero che io non è che parli molto spesso, e neppure la mia gatta miagola molto spesso, tranne quando ha bisogno di aiuto per i suoi bisogni fondamentali tipo mangiare, uscire a far pipì o farsi grattare dietro le orecchie.
Comunque, la mia gatta passa le sue giornate a dormire e le notti a gironzolare, mentre di solito io faccio esattamente il contrario. Anche se è vero che ogni tanto pure io sto in giro di notte e mi capita anche di buttarmi sul divano dopo pranzo.
No, la mia gatta e io non ci assomigliamo per niente, anche se in fondo un po' ci assomigliamo. La differenza più grande, secondo me, è che mentre io vorrei essere come un gatto, la mia gatta non ci pensa nemmeno a voler essere come me. E anche per questo io vorrei essere come lei, per essere soddisfatto del fatto di essere quel che sono e infischiarmene degli altri e non voler assomigliare a nessuno. Assomigliare a qualcuno...roba da cani e da padroni, quella..
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