giovedì 26 maggio 2011

aggiornamento veloce (ma essenziale)

Per il matrimonio, ci hanno regalato un Nuovo Testamento.
Nuovo nuovissimo. Coi vangeli e tutto quanto. C'è pure l'Apocalisse, che è pur sempre meno apocalittica di queste giornate prematrimoniali.
Veramente il Nuovo Testamento l'hanno regalato solo a Francesca, che a stento ha saputo contenere il proprio entusiasmo quando ha scartato il pacchetto. Comunque credetemi che è stata bravissima a contenerlo, e uno che non la conosce non avrebbe mai detto che fosse entusiasta. Mi spiace non avere ricevuto anche io la mia copia, mi sarei accontentato anche di un testamento un po' più vecchio. Ma tant'è, a ciascuno il suo, secondo il merito. Quindi io mi tengo la bussola, lei il Nuovo Testamento, e siamo tutti contenti.

Mi spiace che manchi così poco al matrimonio, dopodomani questa pioggia di regali finirà. Spero solo che avremo foto a sufficienza per riempire tutte le cornici argentate.

Però non chiedetemi più se sono emozionato, agitato, nervoso. La risposta è NO. Non lo sono, e non so perché dovrei esserlo. E' un matrimonio, mica un esame. Sono felice e basta. Anzi no, sono felice e stanco. Perché mica basta andare lì e dire un sì. Nossignori, bisogna soddisfare parenti e genitori, fare una cosa all'altezza delle aspettative altrui, proprio come si vorrebbe che fosse il matrimonio dei propri nipoti, figli, cugini, amici. Ma siccome questo non si può fare, ci stiamo accontentando di fare le cose all'altezza delle aspettative nostre. E stiamo scoprendo che pure questo è parecchio stancante.
Comunque alla fine credo che diremo entrambi di sì. Ci sono segnali incoraggianti in questa direzione. Per esempio, entrambi vogliamo sposarci, entrambi ci amiamo (almeno stando alle dichiarazioni ufficiali di Francesca), entrambi siamo sufficientemente pelosi (anche se dopo la visita all'estestista Francesca lo è rimasta solo interiormente).

Comunque magari dopo il matrimonio, visto che cambio vita e continente, cambierò anche il blog. Nel senso che potrei abbandonare questo e trasferirmi su di un altro, dove racconto dell'Australia e della vita matrimoniale e dei fatti miei che saranno un po' di più fatti nostri (nel senso di miei e di Francesca). Però devo ancora pensarci bene, sono decisioni importanti che non posso prendere così su due piedi. Intanto mi sposo e parto per l'Australia per un periodo indeterminato, per le questioni importanti vedremo poi con calma.

venerdì 13 maggio 2011

spots

Ho ricevuto una bussola come regalo di matrimonio. Anzi, in realtà abbiamo ricevuto, ma non credo avrò il coraggio di dirlo a Francesca. Aspetto che lo scopra leggendo questo blog.
Va da sé che non so cosa farmene di una bussola, non essendo io un marinaio o un esploratore. Ma dovrebbe avere un alto valore simbolico, considerando che il bigliettino che lo accompagna dice "il matrimonio è un mare in burrasca, buona navigazione". Ecco, diciamo che se volessi fare degli auguri di matrimonio, io cercherei qualche altra frase. Comunque vedrò di usare la bussola per uscire dalla burrasca. Per intanto vado verso est, cioè di là, sempre dritto fino all'Australia. E la burrasca gliela lascio qui.

Sempre meglio di quello che ci ha detto "vi faccio tanti auguri, ma non condivido la vostra scelta. Tra qualche anno mi darete ragione".
Intanto ti do un vaffanculo, per la ragione c'è poi tempo.

Comunque a parte il matrimonio, sono contento di sposarmi e partire. Tutto insieme però: sposarmiepartire. E via..Il matrimonio non cambierà sostanzialmente la mia vita, ma partire, cambiare continente, convivere, avere altre persone attorno, cambiare lavoro, e insomma fondamentalmente cambiare vita: questo sì, cambiare vita cambia la vita.

Comunque la gente sopravvaluta il matrimonio. Ne sono sicuro. Altrimenti farebbe degli auguri più normali e non si sforzerebbe di essere originale a tutti i costi, finendo con il dirti che sarà una burrasca e che sostanzialmente ce ne pentiremo.

C'è una cosa stranissima: che l'idea di partire per l'Australia e starci prevedibilmente almeno 3 anni adesso mi pare la cosa più normale del mondo, come se stessi partendo per una vacanza...l'idea di lasciare questo posto mi pare davvero un cambiamento di poco conto...forse perché quello che mi sto portando in Australia ha più valore di tutte le cose che lascio qui. E per questo essere in Australia significherà sentirmi a casa


Esco a respirare un po' di aria di qui, a vedere un po' di posti di qui, un po' di persone di qui, per cercare di capire se davvero qualcosa di qui potrà mancarmi...oltre alla mia gatta, si intende.



martedì 10 maggio 2011

life

"Mi spiace di non essere in grado di aggiornare il blog spesso, ma forse è un buon segno. Segno che finalmente la mia vita reale ha preso il sopravvento su quella virtuale.
E poi io scrivo più spesso quando sono triste, quindi...."
(cit.)