martedì 25 gennaio 2011

sfighe

Gennaio passa in fretta, talmente in fretta che è già passato. E vi dico io come andrà finire, che appena inizierà febbraio, sarà già sul punto di finire. E nessuna delle persone di cui mi auguro quotidianamente la morte accenna ad andarsene. Berlusconi non muore, il papa non muore, i vescovi sono in piena salute, Dio lo danno per morto da secoli ma secondo me certa gente non muore mai. Sono solo i migliori che se ne vanno, i peggiori restano e si moltiplicano e invadono tutto, e così ieri mattina, per dirne una, non ho trovato neanche un buco per parcheggiare in stazione.
C’è una strana coincidenza: che ogni volta che mi auguro che qualcuno muoia, quello continua a vivere. Sto iniziando a pensare che forse sono io che porto sfiga. Dovrei smetterla di lanciare maledizioni a destra e manca, perché mi sa che qui tutti se ne sbattono le palle di quello che gli auguro e continuano a vivere a morire quando fa comodo a loro.
Ho appena letto che qualcuno ha trafugato la tomba di Mike Buongiorno. Non sono sicuro sia così. È già successo una volta che sono andati al sepolcro e han scoperto che non c’era più il corpo, poi alla fine è saltato fuori che era risorto. Vedrete che è così anche con Mike, lo so già guarda, è la mia solita sfiga. Ho fatto anni ad augurarmi che quel rincoglionito crepasse, anche perché se noi italiani siamo così rincoglioniti e votiamo ancora Berlusconi molta della colpa è sua. Poi a un certo punto avevo iniziato a perdere le speranze, perché quello era di quella razza di gente che non muore mai, come i vermi o Dio o Elvis. E proprio quando inizio a perdere le speranze e a non pensarci più, quello schiatta. Non faccio in tempo ad abituarmi all’idea e a celebrare il lieto evento (che è talmente lieto che le celebrazioni durano anni), che salta fuori che il morto non c’è più. Spero davvero si tratti di un furto di qualche setta satanica, perché se lo vedo in giro di nuovo a menarsela con la storia che lui è americano e che è stato prigioniero di guerra e che Berlusconi non ha mai licenziato nessuno e che è risorto, giuro che vado alla Ruota della Fortuna e gli rubo tutte le vocali.
Bah, che sfiga che ho di questi tempi…

mercoledì 12 gennaio 2011

per dove?

Vado in Australia, per vedere cosa c’è di là, e perché so che solo là ci sarà l’unica cosa che per me ora conta. Parto tra sei mesi, questioni pratiche permettendo (passaporto, visto, eccetera, anche se non so questo “eccetera” cosa contenga). Parto forse per un mese, forse per qualche anno, forse per sempre. Può darsi che dopo un po’ trovi un lavoro qui, e debba tornare. O può darsi che il lavoro lo trovi là, e allora non tornerò. Credo ci voglia una buona dose di nichilismo e una buona dose di fede cieca in se stessi e nel futuro per gestire una situazione così precaria, indefinita, angosciante. Bisogna avere dentro tante contraddizione e gestirle tutte, senza appianarle o eliminarle, ma tenerle vive per essere pronti a sopportare tutti gli imprevisti, le sfumature, gli spigoli diversi e opposti che questa prospettiva futura contiene e che sicuramente mi aspetteranno nei prossimi mesi.
Ho tanta paura, anche se di tante cose di cui ho paura non riesco a vedere il volto. Ho paura di perdere la persona che amo per colpa della lontananza, o meglio per colpa di quello che la lontananza potrebbe comportare, e ho paura di non trovare un lavoro, o forse solo quella di non trovare un lavoro adeguato, un lavoro all’altezza delle mie aspettative. Ho paura di non poter essere indipendente. E queste sono forse le sole paure che riconosco, che vedo, che capisco. Di tutto il resto non vedo nulla, sento solo un’angoscia che ogni tanto sale fino alla gola come se ci dovessi annegare dentro. È la paura di non sapere esattamente quali sono e quali saranno le mie paure. Di non vedere davvero tutti gli aspetti e i lati oscuri di questa situazione e di non essere in grado di gestirli il giorno che mi si pareranno davanti.
Qualcuno mi sa dire, esattamente, in quale direzione si sta andando? Da che parte è, di preciso, questa Australia?